giovedì, Maggio 16, 2024
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Torna alla ribalta a livello mondiale la cura dell’ambiente

In arrivo nella Ue la prima legge sul clima: entro il 2030 ridurre del 60% le emissioni di CO2. Negli Usa Joe Biden recupera gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Sempre più verso la mobilità elettrica: la situazione in Europa e in Italia

Entro la fine dell’anno il Consiglio Europeo dovrà raggiungere un accordo per la prima legge europea sul clima: sarà ovviamente necessario l’impegno di tutti i 27 stati membri per raggiungere l’obiettivo che, lo scorso 7 ottobre, il Parlamento europeo ha proposto, dopo aver approvato (365 sì, 326 no e 18 astenuti) la proposta di legge presentata dalla Commissione europea. Un obiettivo ambizioso: abbattere del 60% entro il 2030 (rispetto ai valori del 1990) le emissioni di CO2 all’interno dell’Unione europea.

Un obiettivo ambizioso, si è detto, perché inizialmente ci si era impegnati a raggiungere una quota di abbattimento del 55% e solo ultimamente la Commissione Ambiente ha proposto la modifica poi approvata, che renderà più facile per gli Stati membri adottare politiche capaci di portare a quello che è il traguardo finale che ci si è posti: l’azzeramento completo delle emissioni di CO2 entro il 2050.

Obiettivo, quest’ultimo, che sembra essere tornato a figurare anche nelle intenzioni della nuova amministrazione Usa, dopo che l’ex presidente Trump aveva puntato invece su ben altre politiche: di cui, visto quanto avvenuto negli ultimi anni e continua ad avvenire, ha “beneficiato” il clima nel nostro pianeta.

Il neoeletto Joe Biden, infatti, nelle sue dichiarazioni programmatiche ha annunciato la volontà di rientrare entro le linee degli accordi di Parigi, ripristinando le policy e le regolamentazioni ambientali abrogate dal suo predecessore. Per arrivare al 2050 abbattendo le emissioni di anidride carbonica il programma di Biden prevede – prima volta nella storia americana – un preciso piano di investimenti a favore dell’ambiente, con una spesa federale di oltre 1,7 triliardi di dollari in dieci anni.

Il testo non si limita ad un generico attacco allo strapotere dell’industria petrolifera, si parla di investimenti in tecnologie strategiche e di una tassazione più aggressiva nei confronti di quanti provocano le maggiori emissioni. È prevista la creazione di una nuova agenzia federale per accelerare lo sviluppo di tecnologie fondamentali. Quattrocento miliardi di dollari verrebbero investiti nella ricerca su reattori nucleari modulari, sistemi di cattura del carbonio, reti di stoccaggio energetico e su una produzione industriale delle materie prime a basse emissioni.

Una serie di importanti incentivi, nel programma prevedibilmente attuato dalla nuova amministrazione Usa, è prevista per il trasporto pubblico e – anche in questo caso sconfessando ampiamente la politica portata avanti in questi ultimi quattro anni da Trump – soprattutto Biden ha detto di voler puntare sulla mobilità elettrica. Addio, quindi, alle “Camaro” tanto amate e promosse dal tycoon quando era alla Casa Bianca e avanti con vetture completamente con motori ad energia elettrica.

Una linea d’azione su cui punterà nei prossimi anni anche l’Unione europea, visto che attualmente il target di emissioni medie di anidride carbonica delle nuove auto vendute in Europa è di 95 g/km, mentre per centrare gli obiettivi del 2030 dovrebbe scendere al di sotto dei 50 g/km. Un valore che potrà essere raggiunto solo con un corposo contributo delle auto elettriche.

Anche in Italia, ovviamente, il settore della produzione auto sta puntando (finalmente?) sull’elettrico, grazie anche alla prossima fusione tra FCA e PSA, da cui sta per nascere il nuovo gruppo Stellantis. Il mercato interno è senz’altro pronto, lo dimostrano i dati di vendita secondo cui quest’anno si chiuderà con circa 28 mila veicoli 100% elettrici venduti (malgrado l’emergenza Covid), a fronte di una previsione intorno ai 20 mila. Andamento che fa ben sperare per il raggiungimento di quel target che, secondo Motus-E, l’associazione che si prefigge di stimolare il cambiamento verso la mobilità elettrica, si dovrebbe attestare a quattro milioni di veicoli interamente elettrici venduti entro il 2030. In questo modo il parco circolante elettrico italiano – 22.728 vetture nel 2019 – verrà più che raddoppiato. Una crescita che va di pari passo con quella dei punti di ricarica sul territorio italiano: attualmente sono 16.500 a fronte di circa 40.000 veicoli elettrici circolanti.

Nello scorso mese di ottobre le immatricolazioni di auto elettriche in Italia sono cresciute del 201% rispetto a ottobre 2019, con il totale da inizio anno che è arrivato a 20.419 BEV (Battery Electric Vehicles, ovvero veicoli 100% elettrici). Di questo totale, tra i primi cinque modelli più venduti, quattro appartengono ai segmenti A e B, cioè quelli delle auto più piccole, a dimostrazione del fatto che la mobilità elettrica si sta gradualmente affacciando al mercato dei grandi numeri. Una dinamica che dovrebbe portare a un aumento dei volumi di vendita e alla riduzione dei prezzi di acquisto.

La vendita di auto elettriche è in aumento costante in tutta Europa. Nei primi nove mesi del 2020 si è registrato un incremento a tripla cifra, rispetto all’anno precedente, per le vendite di vetture BEV in Francia (+132%, 70.587 unità), Germania (+105,2%, 98.610 unità) e Gran Bretagna (+165,4%, 66.611 unità). Il mercato globale europeo delle vetture a zero emissioni, tra gennaio e settembre, ha superato le 400.000 unità.

Un caso particolare, per quel che riguarda il parco circolante di vetture elettriche, è rappresentato dalla Norvegia. Nello scorso mese di settembre sono state immatricolate 9.560 BEV, un dato che corrisponde al 61,5% del mercato totale: un grande contributo è arrivato dal lancio della Volkswagen ID.3, che ha fatto segnare 1.989 unità vendute. Un risultato che arriva da un lungo e articolato piano di elettrificazione, tra i più ambiziosi al mondo, che ha l’obiettivo di arrivare a vendere solo auto elettriche sul territorio norvegese entro il 2025. Un traguardo molto significativo, considerando che la quota media del mercato mondiale di veicoli elettrici è intorno al 3%.

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