lunedì, Aprile 29, 2024
AmbienteRicerca&Sviluppo

Dalla natura un’arma per combattere l’inquinamento

L’aria delle nostre grandi città è sempre meno respirabile, ma un’arma efficace viene proprio dalla stessa natura. Secondo un recente studio fatto dai ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), con quelli del CREA e della società di consulenza sulla qualità dell’aria ARIANET e pubblicato da “Atmosphere”– rivista internazionale pubblicata mensilmente online da MDPI, editore specializzato di tipo open access – il bagolaro, il platano comune, l’olmo siberiano e la quercia rossa sono le varietà con il più alto potere di assorbimento.

Gli alberi non catturano soltanto carbonio e restituiscono ossigeno, ma puliscono anche l’aria da altri inquinanti – ISPRA

Questi preziosi alberi non sono soltanto in grado di sequestrare il carbonio e restituire ossigeno, ma puliscono l’aria che respiriamo anche da altri agenti inquinanti. La ricerca ha studiato queste piante in due grandi città afflitte dal traffico urbano, Milano e Bologna, avvalendosi di un software messo a punto in precedenza dal CNR con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA), AIRTREE, per monitorare lo scambio di sostanze fra gli alberi e l’atmosfera. I ricercatori, hanno integrato i dati forniti dai satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea con quelli forniti dal censimento del verde urbano dei due grandi comuni.

Sequestri di CO 2 e PM 10 nei due Comuni di Milano e Bologna – CNR

Tutti i parametri sono stati inseriti nel modello AIRTREE e sono state fatte delle simulazioni per calcolare la capacità di pulire l’aria da alcuni agenti inquinanti come anidride carbonica, particolato e biossido di azoto. Grazie a questo studio, entro il mese di aprile, afferma Alessandro Alivernini – uno dei ricercatori CREA che ha creato AIRTREE – sarà disponibile l’app android, open-source gratuita, indirizzata a pubbliche amministrazioni, professioni e cittadini, che consentirà di avere informazioni importanti sull’interazione delle specie arboree con l’ambiente urbano e sull’inquinamento atmosferico.

Il ruolo delle piante nella formazione di O3 (ozono) in presenza di NOx e luce in ambiente urbano (Carriero G.), da “Progetto di riqualificazione del territorio” Istituto di Biometereologia del CNR

Entro fine anno, prosegue Alivernini, AIRTREE sarà inoltre disponibile tramite web app, utilizzabile come una pagina Internet interattiva. Sullo stesso portale (http://www-air-tree.eu) gli utenti potranno usufruire di un sistema di supporto decisionale per scegliere le specie forestali più adatte. La realizzazione di queste tecnologie, chiarisce il ricercatore, è supportata dalla Regione Lazio, con il progetto Tecnoverde e l’accordo Ossigeno, dal MASAF con il progetto AGRIDIGIT e dal Centro Nazionale per la Biodiversità.

320 milioni di euro Next Generation EU in tre anni per avvicinarci agli obiettivi dell’Agenda 2030 – MITE

L’NBFC è il primo Centro Nazionale di Ricerca sulla Biodiversità, coordinato dal CNR, con oltre 1500 ricercatori e 48 enti partner impegnati a studiare e preservare gli ecosistemi e la biodiversità. Istituito e finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera. Il Centro ha ricevuto un finanziamento di 320 milioni di euro per tre anni, dal 2023 al 2025 e svolge un’attività d’importanza strategica nell’ottica di contribuire a raggiungere i traguardi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.

Logo National Biodiversity Future Center (NBFC)

Autore

Hide picture
Verified by ExactMetrics