martedì, Maggio 14, 2024
AgricolturaUnione europea

Riso: maggior tutela Ue contro l’import dall’Asia

 

di Gianluca De Angelis

La Commissione Europea ha riconosciuto il danno economico dovuto ai volumi di importazioni di riso dall’Asia e ha proposto di ripristinare per tre anni i dazi nei confronti delle importazioni di riso proveniente dalla Cambogia e dalla Birmania, Paesi dove viene raccolto con lavoro eseguito in violazione dei diritti umani, per non parlare della pesante accusa di “genocidio” per i crimini commessi contro la minoranza musulmana dei Rohingya.

Nel documento la Commissione ha riconosciuto anche che in Cambogia si sono verificate notevoli violazioni dei diritti umani in relazione all’accaparramento delle terre, fatti che – sostengono i produttori europei che avevano attivato la protesta – giustificano l’attivazione della clausola di salvaguardia e lo stop alle importazioni agevolate.

Questo provvedimento è una necessità – hanno affermato i rappresentanti dei risicoltori europei – per fermare la concorrenza sleale tramite il dumping sociale che ha provocato il crollo delle quotazioni del riso e ha permesso a questi due Paesi di aumentare le loro esportazione nell’Ue da 9mila tonnellate nel 2012 a 360mila tonnellate nel 2017.

La Commissione ha risposto quindi positivamente alle principali Organizzazioni agricole che rappresentano i produttori di riso dell’Ue – come Coldiretti (Italia), Asaja (Spagna), CAP (Portogallo), FNSEA (Francia), GAIA Epicheirin (Grecia), UPA (Spagna) – che chiedevano di attivare al più presto la clausola di salvaguardia per fermare le importazioni di riso asiatico a dazio zero, che stanno facendo concorrenza sleale alle produzioni nazionali e comunitarie.  Il tema è stato presentato nell’ambito del Consiglio Agricoltura dell’Ue durante una conferenza stampa con il Presidente del Consiglio dei Ministri Agricoli Ue, Elisabeth Koestingwer, e tra gli altri il Ministro italiano per le politiche agricole ed alimentari ed il turismo Gianmarco Centinaio.

Ora si attende l’approvazione con il voto, tra il 4 e il 5 Dicembre, da parte del comitato tecnico “Sistema di preferenze generalizzato” sulla proposta della Commissione di applicazione dei dazi.

I due Paesi asiatici, che stanno usufruendo da parte dell’Unione Europea del sistema tariffario  agevolato a dazio zero applicato ai Paesi che operano in regime EBA – che concede unilateralmente agli esportatori dei paesi meno sviluppati l’accesso al mercato europeo in esenzione da dazi e contingenti per tutti i prodotti, ad eccezione di armi e munizioni – sono stati favoriti a tal punto da penalizzare gravemente i produttori europei e in particolare quelli italiani.

Il risultato infatti è stato che il regime preferenziale di scambi ha consentito di far crescere vertiginosamente le esportazioni di riso verso l’Ue e fatto crollare le quotazioni della produzione nazionale che sono scese del 40% negli ultimi 2 anni. A tutti gli effetti si tratta dell’invasione di un prodotto che fa una concorrenza sleale a un corrispettivo prodotto tipico italiano. Questo ha portato una grave crisi che sta mettendo a rischio il primato dell’Italia in Europa, dove il nostro Paese è il primo produttore di riso con ben 1,50 milioni di tonnellate su un territorio di 234.300 ettari coltivato da circa quattromila aziende; produzione che, forte anche della grande varietà di tipi di riso, corrisponde a circa il 50% dell’Unione europea.

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