Riforme: facciamo un po’ di conti “veri” con i numeri della Meloni
Vero è che il presidenzialismo da sempre è stata la bandiera della Destra ed è vero che Giorgia Meloni lo ha messo nel programma delle elezioni del 25 settembre. E i recenti risultati elettorali in alcuni consigli comunali, al netto dei ballottaggi ancora da celebrarsi, le hanno offerto il destro per “galvanizzare” gli aficionados e riproporre questa narrazione e coprire così i veri problemi del Paese: dalla crisi economica, all’inflazione, alla disoccupazione soprattutto dei giovani, all’aumento dei prezzi nel carrello della spesa, alle difficoltà degli studenti universitari di trovare alloggi che gli consentano di continuare a studiare senza svenarsi, alle bollette di luce e gas.
Sono questi i veri problemi che una classe politica attenta dovrebbe mettere al centro dell’azione politica. Meloni non la pensa così. Le bastano, tanto per gettare fumo negli occhi, i 12 milioni di elettori che l’hanno votata.
Ma i numeri – e non è la prima volta – le danno torto. Alle elezioni del 25 settembre sono stati, sì, 12 milioni gli italiani che hanno votato per la Destra ma altri 14 hanno votato per l’Opposizione, sia pure divisa e frastagliata in Parlamento.
Sostenere, come fa la Meloni, che gli italiani le danno carta bianca per le riforme è un po’ azzardato anche perché l’erede del Movimento Sociale dimentica gli oltre 17 milioni tra astenuti, schede bianche o annullate. Questi ultimi sono cittadini italiani a tutti gli effetti, pagano le tasse e godono di tutti i diritti civili e, pur decidendo legittimamente di non votare, non possono essere tagliati fuori da ogni computo fra i favorevoli e i contrari.
Fuori discussione che il Presidente del Consiglio i numeri forse li ha in Parlamento. Il numero però, certamente, va verificato nel Paese. E ricordiamo quanti, prima di lei, più autorevoli e con maggiore esperienza, ci hanno lasciato le penne. Compreso quel Matteo Renzi sempre alla ricerca di un suo ruolo e pronto, sembra, a diventare lo sgabello parlamentare di Giorgia Meloni.