mercoledì, Maggio 15, 2024
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Europee: il PD candidi i preti di strada

Alle europee il PD candidi i preti di strada. Torniamo indietro, agli anni dei Liberi e Forti, a don Sturzo.

Qualcuno di buona volontà spieghi a Elly Schlein che tra dieci mesi si vota. E si voterà con il sistema proporzionale per cui ciascun partito conterà in Europa, e in Italia, per i voti che avrà ottenuto. E i voti si raccolgono mettendo in lista candidati capaci, esperti e soprattutto conosciuti. Occorre fantasia e conoscenza del territorio.

 Perché non mettere in lista, per esempio, i don Patricello ed altri Preti di strada?  Non hanno bisogno per la campagna elettorale di essere distolti dalla loro missione quotidiana nelle periferie più degradate perché, quella, la fanno tutti i giorni accanto alla gente. E la gente lo sa, se ne accorge e può uscire dal chiuso delle case per andare a votarli.

È un’idea ma altre alla segretaria del PD dovrebbero (non potrebbero) venirle. Importante è non commettere l’errore dello scorso anno quando, divisi e sparpagliati, si è consentito alla Destra – anch’essa divisa al suo interno ma intelligentemente unita in un’unica lista perché questo richiedeva il maggioritario – di stravincere e gettare le basi per un governo di legislatura.

La Schlein si deve un po’… pannellizzare, non solo nel Palazzo ma anche nelle piazze, si deve far vedere, sentire. Non è possibile accendere il televisore e vedere il ministro Sangiuliano chiamare a rapporto, e “cazziare”, il sindaco di Roma per i rifiuti della Capitale e i topi “in fila” con i turisti, ma senza biglietto, davanti ai nostri monumenti più noti.

Quella “reprimenda” l’avrebbe dovuta fare – e da tempo – la segretaria del PD. Questo significa un Partito presente anche nelle periferie, che si rende conto delle esigenze del Paese e fa la voce grossa.

Portare la Premier a Caivano, dove sono state stuprate due bambine, per sollecitare la bonifica di quel territorio, l’avrebbe dovuto fare la giovane segretaria del PD, non don Patricello.

E così nelle altre “roccaforti” della malavita e delle piazze dello spaccio che tutti conoscono e per le quali non si fa nulla.

Inutile ironizzare su Vincenzo De Luca quando denuncia l’assenza dello Stato e chiede “l’assedio militare” della zona per un anno, perché dice una cosa giusta e la gente lo sa. Lo sanno i pochi che vanno a votare e i molti che disertano le urne perché hanno perso fiducia in chi avrebbe il compito di governarci.

Questo dovrebbe fare un Partito che giustamente vuole tornare a contare.

A giugno si voterà con il sistema proporzionale e – piaccia o non piaccia – per il PD c’è bisogno del contributo di tutti, in tutta Italia. Non si può fare gli schizzinosi e sognare un Partito diverso che non si può costruire alla vigilia di un importante appuntamento elettorale nazionale. La politica, diceva Rino Formica, è sangue e merda. Lo ricordi Elly Schlein.

Diversamente, per essere belli e puri e non sporcarsi le mani, si rischia di consegnare, per esempio la Campania, al ministro Sangiuliano: dico Sangiuliano e… mi taccio.

Idem per regioni come la Puglia e l’Emilia-Romagna dove i Governatori, giunti al loro terzo mandato, come De Luca, non dovrebbero essere ricandidati. Un’autentica sciocchezza: se uno ha lavorato bene e la popolazione lo apprezza e lo segue, che senso ha sostituirlo?

La politica è una giostra dalla quale far scendere solo chi ha lavorato male.

Autore

  • Pietro de Angelis

    Giornalista parlamentare collabora con importanti media nazionali. In Parlamento per oltre 40 anni ha seguito la storia politica del Paese, dalla prima repubblica ad oggi. Ha ricoperto l'incarico di caposervizio all'agenzia giornalistica Asca per la quale successivamente ha diretto, come redattore capo, il servizio politico-parlamentare.

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