lunedì, Novembre 24, 2025
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La dolcezza come eredità: il viaggio di Francesco Ricci

La finale del concorso “The Best Panettone of the World” FIPGC si terrà la prossima domenica e lunedì alla Mostra d’Oltremare di Napoli, appuntamento internazionale che riunisce i migliori maestri pasticceri del panorama artigianale. Tra i finalisti figura Francesco Ricci, giovane pasticciere di Sezze, in gara sia nella categoria classica che in quella innovativa.

La sua creazione più personale, “Profumi d’Infanzia”, nasce come un dolce-racconto: un panettone che intreccia visciole, mosto e cioccolato, dedicato al nonno. Qui la pasticceria diventa memoria, gesto affettivo, trasmissione di radici. «Il lievito madre mi ha cambiato la vita», ha raccontato più volte. Non è solo un ingrediente: è un compagno di lavoro quotidiano, un organismo vivo che richiede cura e che restituisce profondità ai suoi dolci.

Questo legame tra territorio e identità Ricci lo aveva già portato al centro della scena lo scorso giugno, a Sezze, durante l’evento “Il Cibo nella Terra del Mito, dalla visciola alle produzioni tipiche tra arte ed enogastronomia”, un progetto di promozione locale nato per raccontare l’economia, la cultura e le eccellenze tra mare e monti.

In quell’occasione lo abbiamo incontrato durante Rosso Visciola, la giornata dedicata interamente alla visciola. Ricci aveva presentato un impasto vincitore del titolo di Miglior Colomba d’Italia, reinterpretato nella forma di un tronchetto, insieme ad altri prodotti: crostata di ricotta e visciola, gelatine artigianali, bombe lievitate, salse e coulisse.

Con semplicità e passione, ci aveva detto:

«Per me la visciola è una storia d’amore che parte da mio nonno. È lui che me l’ha fatta conoscere, che mi ha insegnato a riconoscerne il profumo, la dolcezza e l’acidità. Da allora la uso in tutto: la candisco, la trasformo in salsa, la porto anche in cucina. Quando ho deciso di portarla in gara, sapevo che sarei stato fedele a quello che sono.»

Questa fedeltà si riconosce nella sua pasticceria: niente semilavorati, canditure lente fino a quindici giorni, ingredienti scelti tra produttori del territorio, lievito madre rinfrescato ogni giorno, cioccolato da piccole realtà artigianali locali. Il suo panettone non è solo un prodotto: è una narrazione. Una storia che parla di famiglia, di attesa, di cura. Un modo di restituire alla comunità – Sezze, Latina, il territorio lepino – un’identità che profuma di tradizione e rinascita.

In un mondo della pasticceria sempre più orientato alla velocità, Francesco Ricci ha ricordato che la dolcezza è anche memoria, ed è proprio questo, forse, il segreto che ha conquistato Napoli.

Autore

  • Carlotta Maurizi

    Laureata in Lingue e attualmente studentessa magistrale in Strategie Culturali per la Cooperazione e lo Sviluppo, ha maturato vasta esperienza nella comunicazione sociale, nella gestione di siti web e canali social per enti pubblici e associazioni. Appassionata di cultura, volontariato e progetti di impatto sul territorio, specialmente nella zona del basso Lazio dove è nata e risiede.

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