domenica, Maggio 19, 2024
Enologia

In crescita costante la distillazione artigianale

Successo imprevedibile per la prima edizione di DISTILLO, piccolo salone espositivo organizzato a Milano

È stata affollata oltre le aspettative la prima edizione di DISTILLO, un piccolo (per ora) salone espositivo dedicato alla distillazione artigianale. L’ampiezza del fenomeno ha sorpreso gli stessi organizzatori, che hanno aperto un capitolo nuovo per la micro-distillazione per rispondere al crescente interesse di tanti piccoli imprenditori intenzionati a lanciarsi nel settore: un fenomeno ormai vistoso, sulla scia di quanto già accade in altri paesi europei a noi vicini, che si potrebbe prestare all’attenzione dei sociologi più che degli economisti.

L’iniziativa fieristica è stata della società Craft Distilling di Claudio Riva e Davide Terziotti (due nomi ben noti nel settore) e ha attirato da tutta Italia e da altri paesi europei 800 visitatori e 1200 partecipanti ai convegni tecnici il 17 e 18 maggio, nella suggestiva archeologia industriale delle ex Officine del Volo a Milano. “Possiamo affermare – è il loro commento – che almeno un 25% dei partecipanti è seriamente intenzionato a far partire il progetto di aprire una nuova distilleria, se non ha addirittura già iniziato a compiere i primi passi in questa direzione”. Le prospettive di espansione inducono all’ottimismo.

L’euforia per le dimensioni inattese del successo è dichiarata. Lo scopo dell’appuntamento, sottolineano Riva e Terziotti, era “avvicinare l’artigianalità alle nuove tecnologie. E la tendenza che emerge con chiarezza da DISTILLO rivela un movimento che in Italia è ancora agli esordi ma è pronto a esplodere, replicando il boom delle birre artigianali di qualche anno fa”. E le tecnologie più avanzate della distillazione erano vistosamente presenti, straniere e italiane (i produttori italiani di alambicchi sono all’avanguardia della tecnologia ed esportano in tutto il mondo).

“Dopo decenni di chiusure – aggiungono Claudio Riva e Davide Terziotti – stimiamo che in Italia possano aprire circa 200 nuove distillerie entro il 2030”. Considerando che per aprire una micro-distilleria artigianale sono necessari investimenti iniziali compresi tra i 60 e i 200mila euro, è possibile individuare in “DISTILLO” un volano di sviluppo capace di generare un indotto di circa 100 milioni di euro nei prossimi anni.

“DISTILLO rappresenta il primo germoglio di un movimento in netta crescita. Il settore è rimasto a lungo stagnante, ha lavorato sulle ricette dei nonni senza metterci brio. La diffusione delle distillerie nata nelle valli alpine italiane – aggiungono – è stata trasferita nelle aziende medio-grandi a scapito del piccolo produttore. Adesso il sistema sta finalmente spingendo per far ritornare l’arte della distillazione come patrimonio pubblico”. E un’altra sorpresa, spiegano gli organizzatori, “è stato registrare così tanto interesse anche verso le sessioni più tecniche”.

Nata come una fiera di respiro italiano, con la partecipazione di ben nove produttori di alambicchi (un record in Europa), “DISTILLO” è già diventato l’evento di riferimento dell’intera area mediterranea per il mondo della distillazione artigianale. Dalla formazione alle materie prime, dalle tecnologie di produzione fino all’imbottigliamento, negli stand di “DISTILLO” gli espositori si sono confrontati con imprenditori interessati, e in conferenze e seminari – alcuni dei quali allestiti insieme alla guida ‘Spirito Autoctono’ – sono intervenuti i maggiori esperti italiani e internazionali: un vero laboratorio di sperimentazione e contaminazione, un luogo di incontro e di nuove opportunità per lanciare anche in Italia quel grande movimento già in atto a livello globale.

Partito dagli Stati Uniti, dove il craft distilling conta oltre 2.000 realtà attive, anche in Europa il fenomeno si sta velocemente espandendo: l’Inghilterra ha superato la Scozia per numero di distillerie, con un tasso di aperture di circa una a settimana, e in Francia si sono abbondantemente superate le 250 unità. Anche in Italia sono già nate le prime strutture e si comincia respirare tanta euforia, con un tasso di crescita elevato e una stima di almeno 20 nuove micro-distillerie già nel 2022.

La materia prima distillabile non ci manca. Possiamo anche aggiungere che, se il movimento della distillazione artigianale si è un po’ avviato sulla falsariga di quello dei birrifici artigianali, c’è stata anche una qualche sinergia: quando alcuni birrai dilettanti un po’ avventurosi si sono trovati con una birra poco vendibile, hanno trovato uno sbocco utile nella distillazione con risultati a volte apprezzabili (e che comunque sono serviti a recuperare l’accisa).

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