sabato, Maggio 11, 2024
Territorio

Viaggio dentro Roma: il Municipio XV Milvio

Intervista a Daniele Torquati presidente del Municipio Roma XV. Verde pubblico, decoro cittadino, vivibilità, ambiente di una parte di città più grande di Milano e più popolosa di Ravenna

Cominciamo il nostro percorso dentro la Capitale dal Municipio Roma XV ultimo per numerazione ma con alcune caratteristiche che lo rendono unico. E’ il municipio di Roma Nord, ormai quasi una definizione antropologica anziché geografica, quello che comprende i quartieri eleganti e borghesi di Vigna Clara, Vigna Stelluti e i dintorni di Corso Francia, fino giù a Ponte Milvio, luogo di movida, la Farnesina, il Foro Italico e poi su la via Cassia e i centri residenziali nati sul suo asse per arrivare fino a Cesano e ancora oltre fino all’exclave di Polline Martignano che permette a Roma di affacciarsi sul lago di Bracciano e quindi poterne utilizzare le acque. Sulla Flaminia i centri di Saxa Rubra, Grottarossa, Labaro, Prima Porta. Un territorio estremamente eterogeneo, nel quale coesistono aree consolidate, campagna urbanizzata, agro romano, borgate e centri medioevali. Zone e quartieri però conosciuti anche fuori dai confini romani che ospitano luoghi di interesse mondiale protagonisti nelle cronache e conosciuti in tutto il mondo.

Con una estensione di oltre 187 kmq il Municipio Roma XV è più grande di Milano ed il più esteso tra tutti i Municipi, con quasi 160.000 abitanti è più popoloso di Ravenna ed è il sesto nel confronto con gli altri. Con questi numeri la sua densità abitativa con poco più di 854 abitanti per kmq è la più bassa della città. Con oltre 2.200.000 kmq è il sesto per verde pubblico. Numeri notevoli.

Anche politicamente il Municipio XV ha alcune particolarità. Dal 1997 (allora XX) è guidato ininterrottamente da amministrazioni di centrodestra fino al 2013 quando il centrosinistra vince e Ignazio Marino conquista il Campidoglio, altrettanto succede nel Municipio Roma XV vinto da Daniele Torquati in carica fino alla rocambolesca caduta del sindaco nel 2016 che fa decadere anche tutte le amministrazioni periferiche.

Daniele Torquati è di Cesano una frazione di periferia del Municipio, è giovane, oggi ha 37 anni, ma fa politica fin da studente del Liceo Farnesina, un istituto di zona, poi man mano il suo attivismo cresce e nel 2006 è eletto consigliere per il PD, nell’allora Municipio XX, poi diventato XV per un riassetto e accorpamento voluto dal Comune di Roma nel 2013, e con 22 anni è il più giovane consigliere municipale della città. Nel 2013 dopo aver vinto le primarie di coalizione, vince anche le elezioni, espugna una roccaforte del centrodestra e diventa il primo presidente di centrosinistra e lo sarà fino al 2016. Dopo i cinque anni di gestione M5S, passati all’opposizione, Torquati è di nuovo presidente dopo aver prevalso al ballottaggio dell’ottobre 2021 contro il candidato della Lega.

Quando contattiamo lo staff sono in piena attività, ci sono tutti gli adempimenti burocratici dell’insediamento del nuovo consiglio da svolgere, le nomine, la nuova giunta, attività che si sommano a quelle quotidiane e alle emergenze da affrontare. Insomma una sorta di forcing iniziale tanto per temprare squadra e persone. Nonostante ciò la nostra richiesta viene gentilmente e rapidamente accettata. La necessità e la voglia di fare si sommano a quella di comunicare.

L’appuntamento è nella sede del Municipio, una palazzina moderna tra svincoli stradali e ansa del Tevere. Nonostante l’orario tardo pomeriggio c’è ancora una discreta attività e presenza, lo staff ci accoglie cordialmente. La stanza del presidente è ampia, con un grande tavolo riunione ma piuttosto sobria, quasi spoglia, mobili scarni, essenziali, alle pareti la foto del presidente Mattarella, qualche stampa, qualche foto, Ponte Milvio, lo Stadio dei Marmi, spicca, incorniciata e appesa accanto a un libreria, una maglia rossa con bordi gialli, sulle spalle la scritta presidente e il numero 15 in bianco chissà se ricorda i colori della città o della squadra del cuore. Salutiamo, ringraziamo ma cominciamo il nostro colloquio che ci siamo tirati in lungo.

  • L’attualità brucia tutto in fretta sembra sia passato chissà quanto tempo dalle elezioni, in realtà è poco. Questa velocità indotta dai social toglie un po’ di sapore a quello che succede. La sua è stata una rivincita, da ex. C’è un risvolto personale, un pizzico di soddisfazione in più? Chiediamo.

«Beh! In realtà non c’è stato il gusto della vittoria semplicemente perché neanche sono stato nominato che già abbiamo incontrato gli uffici affinché si potesse fare una ricognizione delle emergenze attuali e quelle che si devono affrontare sin da subito, quindi abbiamo festeggiato poco. Ahimè ci siamo messi subito a lavorare. Ma in realtà aspettavamo da tanto, è un percorso lungo che abbiamo fatto insieme a una comunità di donne e di uomini, aspettavano questo momento da molto tempo – esordisce il presidente – ma non c’è nessuna questione personale, c’è sicuramente un risvolto collettivo di una comunità che ha avuto il coraggio e la forza di cimentarsi in una sfida che sembrava persa e invece è stata positiva».

  • E’ in politica da parecchio, in Municipio da una quindicina di anni, ha visto molto. C’è un errore che si ripromette di non fare?

«Credo che sia necessario fare in modo di tutelare sempre di più quelle che sono le esperienze territoriali e quelle municipali. Non è solo una questione politica ma più di attitudine e atteggiamento».

  • Da qualche tempo la politica ha una parvenza negativa. Per lei cos’è?

«Prendersi un pizzico di responsabilità in più; è questo. La politica è assumersi maggiori responsabilità e prendersi cura degli interessi collettivi anteponendoli a quelli personali».

  • Lei è di Cesano, un borgo di periferia estrema, ora si trova ad amministrare, di nuovo, il Municipio di Roma nord per eccellenza. C’è un senso magari personale?

«Noi dal territorio e dalle periferie non ci siamo mai spostati quindi in realtà non c’è nulla di personale, c’è semplicemente il fatto che abbiamo incarnato un metodo di lavoro fatto di competenza, passione, studio del territorio. Quella sì è la vera soddisfazione, che poi si traduce in un aumento di lavoro quotidiano notevole che comunque ci fa piacere fare – poi precisa – E’ questo però il senso della vittoria e credo che sia il senso della vittoria di molti municipi; un riscatto delle periferie».

Il presidente Torquati parla con precisione e sintesi, vuole comunicare il senso della sua attività, lo fa con calma e attento che si capisca che è il prodotto di un’azione collettiva.

  • Il Municipio Roma XV ha una grande estensione di aree verdi oltre 2.000.000 di kmq, la Riserva dell’Insugherata, il Parco dell’Inviolatella, ci sono anche tanti giardini, piccoli parchi che sono polmoni verdi che aiutano l’ambiente e il clima e sono centri di socialità per i cittadini soprattutto bambini e anziani. Spesso le loro condizioni sono inadeguate. Qual è la situazione? Cosa vi proponete di fare per migliorarne le condizioni?

«Il nostro municipio è di 187 kmq, 6 in più di Milano. Comprende aree verdi importanti e anche il Parco di Veio e il Parco dei Due Laghi di cui ci si dimentica ma è molto importante. Se per Ostia (Municipio X) la caratteristica principale è il mare crediamo di poter dire che per noi è il verde  – prosegue allargando lo sguardo – In questo periodo di pandemia, nel quindicesimo Municipio a Roma nord, si è vissuto un po’ meglio rispetto a altre parti della città proprio per questo. Avere una grande estensione territoriale e una bassa densità di popolazione, 9 abitanti per ettaro, crediamo sia una grande opportunità per il nostro territorio, anche di sviluppo economico. Noi vorremmo incentivare l’utilizzo delle aree verdi e fare in modo che ci siano dei progetti legati a questa grande superficie territoriale e ambientale – poi continua ampliando il concetto – I percorsi storici e religiosi, il più famoso è la via Francigena ma ce ne sono altri, la via Lauretana, la via Clodia, il cammino di San Francesco. Abbiamo promosso all’interno del nostro programma l’idea della green way che è il percorso all’interno dei parchi che riunisce gran parte del nostro territorio – poi precisa – La vera sfida politica è quella di mettere all’interno del dibattito pubblico l’utilizzo della nostra caratteristica, cioè il verde, superando le differenze e facendo diventare le differenze un’opportunità».

  • Oltre la manutenzione c’è anche la gestione di queste aree. Avete un modello?

«Quello che abbiamo promosso quando abbiamo governato, cioè quello della esperienza territoriale come competenza diretta delle aree verdi più piccole. Oggi ci sono degli strumenti in più rispetto al passato per gli effetti della legge sui beni comuni della Regione Lazio utilizzata da molti Comuni ma purtroppo non da Roma che in questi 5 anni non ha prodotto il regolamento. Poi c’è anche un tema di fruizione delle piccole aree verdi attraverso la partecipazione quotidiana. Non vuol dire che appalteremo al volontariato la manutenzione però è uno schema di natura collaborativa, da una parte la grande manutenzione del verde orizzontale a cui provvederemo – puntualizza – per questo chiederemo più fondi in bilancio, dall’altra un sistema diffuso di utilizzo e di collaborazione con il terzo settore, con le associazioni e i comitati di quartiere».

  • Tra rifiuti, strade dissestate, lavori stradali, rattoppi, traffico disordinato, doppia fila costante come parcheggio, la città sembra lasciata in balia di sé stessa e dei suoi cittadini non sempre lodevoli. Pensate di fare qualcosa per favorire la vivibilità?

«Credo che questo sia un tema politico molto importante. Negli ultimi 5 anni si è fatto troppo poco. Oggi sarebbe molto facile dire che è colpa dell’inciviltà delle persone ma non è così, non è semplicemente così. Abbiamo capito che dobbiamo assumerci molte più responsabilità di quante siano in capo all’amministrazioni municipali, andare oltre le nostre competenze. Quello che è mancato in questi ultimi 5 anni è di non limitarsi ma fare in modo che tutto ciò che accade sul nostro territorio nonostante non sia di nostra stretta competenza è comunque di nostro interesse. Questo secondo me è l’unico metodo per riavvicinare la partecipazione attiva e riattivare un meccanismo virtuoso di reciproca fiducia tra le istituzioni e i cittadini».

  • Le piccole discariche spontanee, le scritte vandaliche, i tag, il decoro della città?

«Queste sono tra le prime cose di cui ci dovremo occupare a parte l’emergenza che stiamo vivendo adesso per i mancati accordi di questo agosto che non sono stati fatti da Roma Capitale, le gare sbagliate per il ritiro dei rifiuti degli esercizi commerciali sui quali in queste ore l’amministrazione comunale sta lavorando per recuperare, con i lavoratori che non venivano pagati da mesi per il ritiro dei rifiuti. A queste emergenze va aggiunto un rinnovo di management di AMA e un nuovo piano industriale. Una grande difficoltà può diventare un grande opportunità per la città»

  • Facciamo un gioco: stabiliamo un arco di tempo non troppo corto ma neanche troppo lungo, diciamo 6 mesi circa un decimo della consigliatura, sperando che tutto vada regolare e finisca normalmente, quali sono le vostre priorità?

«La priorità che noi abbiamo è il rischio idraulico e il risanamento che purtroppo negli ultimi 5 anni si è stoppato. Abbiamo un impianto importantissimo di risollevamento delle acque in via Procaccini che abbiamo finanziato e concluso e dal 2016 a oggi non è stato mai utilizzato. Abbiamo fatto una grande fatica allora a sbloccare il patto di stabilità, andando anche contro la nostra stessa amministrazione comunale, forzando la mano, richiedendo quelle opere, facendola partire e che noi vorremmo aprire ma ben prima dei 6 mesi. Poi c’è la questione della chiusura dell’anello ferroviario ma ovviamente è una progettazione molto grande che passa però attraverso l’apertura della stazione di Vigna Clara che è un passaggio fondamentale»

Finiamo con un po’ di politica. Avete allargato la coalizione al gruppo Azione di Calenda e di conseguenza anche la giunta. Fatto eccezionale. Che motivo c’è?

“Non c’è nessun motivo in particolare se non in piena trasparenza il fatto che prima del ballottaggio c’è stato un appoggio trasparente basato su 5 punti del programma; è giusto, credo che sia giusto il fatto che gli impegni collettivi possano essere portati avanti all’interno della giunta affinché gli accordi che sono stati siglati in maniera pubblica possano essere portati a termine anche in questi 5 anni di consigliatura».
(Click per ascoltare l’audio)

Il tempo è corso via veloce. Il colloquio è stato lungo e interessante e si è fatta ormai sera. Salutiamo il presidente Torquati e il suo staff, li lasciamo alle altre incombenze.

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