sabato, Novembre 23, 2024
Ambiente

Posidonia oceanica, un bene da tutelare

Presentati a Roma i risultati del Progetto S.E.POS.S.O. LIFE, coordinato da ISPRA. Monitorati 30 mila metri quadrati di Posidonia oceanica trapiantati. Si stima che negli ultimi 50 anni queste praterie siano diminuite più del 30%

Non tutti sanno che almeno l’1% dei fondali del Mediterraneo è occupato da praterie di Posidonia oceanica, che producono quotidianamente circa 20 litri di ossigeno al metro quadrato a beneficio dell’ecosistema costiero. Queste praterie ospitano un’elevatissima biodiversità stimata in circa il 25% delle specie dei nostri mari e contribuiscono a ridurre l’erosione costiera. Purtroppo, però, sono in regressione in tutto il Mediterraneo. Si stima che negli ultimi 50 anni la loro superficie sia diminuita di oltre il 30%.

Una prateria di Posidonia oceanica in buona salute – Documentario ”Posidonia oceanica, prendiamocene cura”

Non le minaccia solo l’attività industriale, come quella del Petrolchimico di Siracusa, ma anche la pesca a strascico illegale e gli ancoraggi delle imbarcazioni. La costruzione e l’ampliamento di porti turistici e commerciali, la messa in posa di opere di difesa costiera e l’istallazione di cavi e condotte marine portano spesso allo sbancamento di estese porzioni di prateria. «Quando queste opere vengono realizzate in prossimità di posidonieti, che fra l’altro sono protetti dalla Rete Natura 2000, è necessario intervenire con opere di mitigazione», spiega Anna Cacciuni dell’ISPRA.

Un trapianto di Posidonia oceanica – Documentario” Posidonia oceanica, prendiamocene cura”

Il trapianto è la tecnica di compensazione più comune usata in Italia nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). È stata sviluppata dai biologi marini a partire dagli anni ’70 per aiutare le praterie a ripristinare più velocemente il proprio manto vegetale. Il Progetto europeo S.E.POS.S.O. LIFE (16/GE/IT/00761), finanziato con il contributo dell’Unione e coordinato dall’ISPRA insieme ai numerosi partner coinvolti, nato con l’obiettivo di verificare gli esiti dei trapianti realizzati in Italia, ha presentato proprio in questi giorni a Roma, all’Auditorium della Tecnica, i risultati degli ultimi due anni di verifiche fatte sui 15 interventi degli ultimi 20 anni.

Giardinieri del mare – Documentario “Posidonia oceanica, prendiamocene cura”

Grazie a 500 ore di lavoro, i biologi subacquei del progetto hanno scandagliato 30 mila metri quadri di fondali trapiantati con la Posidonia oceanica in diverse località italiane. Si tratta di uno studio che non era mai stato fatto prima nell’area del Mediterraneo. Tutti i risultati ottenuti e le buone pratiche S.E.POS.S.O. (Supporting Environmental governance for the Posidonia oceanica sustainable transplanting operations) permetteranno di rendere i trapianti uno strumento efficace di recupero di un habitat così importante.

Le verifiche dei trapianti – Documentario”Posidonia oceanica, prendiamocene cura”

«L’ideale è che tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel progetto possano condividere un unico strumento di lavoro» dice Stefano Conconi, VESENDA SRL, nel bel documentario realizzato nell’ambito del progetto e firmato da Marco Pisapia. «È per questo – prosegue – che abbiamo realizzato una piattaforma di lavoro web innovativa dove centralizzare i dati delle opere che impattano sulle praterie di Posidonia, pianificare eventuali trapianti, controllare e governare le varie fasi e poi rendere pubblici e accessibili i dati di monitoraggio e i risultati. Le praterie di Posidonia sono un patrimonio comune a garanzia della tutela della salute del mare e dell’uomo. È necessariomche ognuno di noi se ne prenda cura».

Il documentario ”Posidonia oceanica, prendiamocene cura” realizzato nell’ambito del Progetto S.E.POS.S.O. Life

Autore

  • Giornalista Pubblicista, esperta in tecniche sociali dell’Informazione, redattrice dell’Editrice cooperativa “Il Ventaglio”, addetta stampa delle cooperative pesca della Lega (ANCP), redattrice esterna della pagina agricola de “La Voce Repubblicana”, addetta alle Pari Opportunità del Gruppo di Specializzazione agroalimentare della FNSI, divenuto UNARGA, poi consigliere dell’ARGA Lazio, è stata direttrice responsabile della testata del Gruppo Archeologico di Volontari del territorio Cerite, “L’Aruspice”, per più di dieci anni. Dal 2001 è stata funzionario del Comune di Roma, per il quale ha ottenuto l’European Computer Driving Licence (ECD), e nel 2006 è stata nominata membro supplente per l’Amministrazione comunale della Commissione Pari Opportunità. Oggi in pensione anticipata, continua a coltivare la sua passione per il giornalismo e la scrittura come figlia d’arte. Suo padre, Sergio Civinini, noto giornalista dell’agroalimentare, scomparso prematuramente, è stato per innumerevoli anni vicepresidente dell’allora Associazione Stampa Agricola, Gruppo di Specializzazione della FNSI, oggi UNARGA.

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