Per tutelare la biodiversità necessaria una visione di sistema
In vista della “Giornata” dedicata a questo tema, il 22 maggio, l’AIAB sottolinea come il biologico possa essere la soluzione contro i pericoli che la minacciano Molti i progetti messi in atto dall’associazione per dare concretezza alle parole: piantumazioni, riproduzione di popolazioni di semi, laboratori di biodiversità
Noi umani oltre a essere parte del problema “Siamo parte della soluzione”, come recita lo slogan scelto quest’anno per celebrare, il prossimo 22 maggio, la Giornata mondiale della biodiversità e che AIAB abbraccia totalmente: l’impegno in agricoltura biologica è sempre stato rivolto al garantire un’alta biodiversità e a contrastare il degrado degli agroecosistemi e dei territori agricoli.
L’Italia è il Paese più biodiverso in Europa visto che ospita circa la metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali attualmente presenti nel vecchio continente. Secondo quanto riporta la Check List italiana del Ministero della Transizione Ecologica, il bel Paese ospita 57.468 specie animali, di cui 4.777 (8,6%) si possono considerare endemiche. A livello di specie vegetali invece in Italia si contano quasi 12.000 specie. Solo tra le oltre 6.700 specie di piante vascolari si annoverano circa il 13% di specie endemiche.
Una ricchezza sempre più minacciata dalla mano dell’uomo che continua a erodere il patrimonio naturale. Basti pensare che lo scorso 15 maggio è stato Overshoot day italiano ovvero il giorno in cui come paese abbiamo esaurito le risorse naturali che la Terra riesce a rigenerare in un anno. Cioè dal 15 maggio fino al 31 dicembre – secondo il Global Footprint Network – dovremo forzare i limiti dei nostri ecosistemi, contribuendo a esaurirli per le prossime generazioni.
Secondo l’ultimo rapporto ISPRA la situazione per le specie e gli habitat che popolano il nostro Paese è alquanto critica: sono in stato di conservazione sfavorevole il 54% della flora e il 53% della fauna terrestre, il 22% delle specie marine e l’89% degli habitat terrestri. Sempre ISPRA a fine 2020 ha pubblicato un interessante studio che ha misurato i livelli di biodiversità in risaie, noccioleti e vigneti condotti con metodo biologico e convenzionale. Lo stato delle comunità di bioindicatori utilizzate nel periodo di studio è risultato significativamente migliore o migliore nei campi biologici rispetto a quelli convenzionali.
“Una ulteriore evidenza del fatto che la biodiversità deve essere coltivata e che il biologico fa la sua parte – dice Giuseppe Romano presidente di AIAB – Inoltre per fare agricoltura biologica è necessario un approccio di sistema, non è possibile fermarsi a bordo campo e anche su questo AIAB c’è”