“Ortensiamo” la città
Su quel ramo del lago di Bolsena che guarda Marta e Capodimonte, torna la “Festa delle ortensie”, organizzata dall’associazione degli Amici delle ortensie, con il Comune e la Proloco. L’esposizione sarà allestita lungo viale Colesanti che, fra platani secolari, porta dal lago al centro storico del borgo – erede dell’antica Volsinii, che faceva parte della dodecapoli che ospitava il misterioso luogo sacro dove si riunivano i capi delle lega delle 12 città etrusche, il Fanum Voltumnae – offrendo uno spettacolo unico.
La manifestazione ideata negli anni 90 dall’allora assessore al Turismo e al Verde pubblico, Mauro Di Sorte, oggi presidente dell’associazione, è arrivata alla sua 23a edizione. Il nome scientifico di questa pianta, Hydrangea, fu attribuito da Linneo forse per la forma dei frutti simili a coppe per l’acqua, nel suo “Species Plantarum” nel 1753, anche se poi si è affermato quello di Hortensia, che gli diede più tardi il naturalista Philibert Commerson, nei suoi viaggi in Asia e Nordamerca.
Dunque, nel primo fine settimana in zona bianca, dal 18 al 20 giugno, Bolsena si appresta a vivere la sua festa floreale, da sempre un appuntamento importante per tutta la comunità. A causa della pandemia però non ci saranno i prelibati itinerari enogastronomici, ma all’esposizione parteciperanno anche artisti e artigiani locali di grande esperienza, con preziosi gioielli fatti di fiori secchi, sculture di animali realizzate in ferro e creazioni ecologiche ricavate da metallo riciclato. Non mancheranno gli stand degli agricoltori della zona, dove sarà possibile trovare lo zafferano, le erbe aromatiche per la cucina e non solo.
Il livello dell’esposizione, assicura il presidente dell’associazione, Di Sorte, grande appassionato di ortensie, che ha ceduto l’azienda di famiglia al figlio e oggi si limita al collezionismo, è di alto livello soprattutto perché espongono vivaisti monoprodotto molto qualificati. Questo non vuol dire che accanto alle splendide ortensie, che in quest’antica terra d’origine vulcanica hanno trovato un habitat ideale, non ci siano anche altre piante di pregio e da collezione. Anche se la crisi di settore a causa della pandemia ha messo in ginocchio molti operatori, dice il presidente, la nicchia del giardinaggio ne ha risentito di meno, perché in molti hanno cercato di sfuggire all’isolamento coltivando le piante del giardino o del balcone. Quest’anno però si dovrà pagare il biglietto d’ingresso: 2,50 euro.
Le associazioni dei produttori chiedono sostegni adeguati. Il settore florovivaistico nazionale – ha denunciato Coldiretti all’inizio dell’anno – a causa del Covid è stato colpito da un crack da 1,7 miliardi che ha messo a rischio l’intera filiera. Anche la Confagricoltori per i fiori recisi parla di una perdita di fatturato del 40%. Secondo Federfiori, l’associazione della Confcommercio, i negozi sono passati da 15mila a 10mila. Lo scorso anno la Regione Lazio ha messo a disposizione un bando da 5 milioni di euro per il ristoro delle aziende.