lunedì, Maggio 20, 2024
Maria Grazia Bregoli e Giuseppe Gandini durante la conferenza stampa
Fiere Mostre e Mercati

A Fieracavalli i progetti delle carceri di Montorio e Opera

A Fieracavalli l’accento è anche sui progetti di inclusione sociale in cui il cavallo è filo conduttore. È il caso del progetto che vede coinvolti la casa circondariale di Montorio (VR) – da anni partner del salone veronese – e il carcere di Opera (MI) – pioniere nell’ambito di progetti di inclusione legati al cavallo, che culmina in questi giorni con le dimostrazioni del corso di Arte Equestre con protagonisti proprio i detenuti (fino a domenica a Padiglione 1 e nell’area esterna A).

Un’ultima tessera che segue ai progetti lanciati in passato quali la creazione di una scuderia all’interno del carcere ed il conseguente corso di formazione come tecnico di scuderia, il laboratorio di falegnameria ed il corso di aiuto maniscalco.

Oggi, oltre al debutto degli spettacoli, è stata l’occasione per fare sistema tra realtà che condividono valori e obiettivi verso l’inclusione e raccogliere testimonianze che riassumono l’importanza di Iniziative come questa.

Maria Grazia Bregoli – direttrice del carcere di Montorio – e Giuseppe Gandini – responsabile progetto mascalcia del carcere di Opera – hanno ribadito l’importanza del ritorno in società per i detenuti e quanto sia stato anche per loro una sorpresa vedere negli anni i risultati che può dare il rapporto con il cavallo ed il mondo del lavoro ad esso connesso. “Il maniscalco è un mestiere che in Italia ha sempre più bisogno di persone specializzate e può diventare quindi una straordinaria occasione di reinserimento per i detenuti”, ha spiegato Gandini.

“Quando ci chiedono cos’è la libertà non sai mai cosa dire, ma quello che provi salendo sul cavallo ci si avvicina molto, ti senti libero veramente!” è stato invece il commento di uno dei detenuti della casa circondariale di Montorio.

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