martedì, Dicembre 3, 2024
Alimentazione

Non lasciare nulla nel piatto

Intervista al professor Andrea Segrè fondatore di Last Minute Market e ideatore della campagna Spreco Zero in occasione, sabato 5 febbraio, della 9^ Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Il claim 2022: One Health, One Earth – Stop Food Waste

Fate un salto indietro con la memoria, anche piccolo, andate all’ultimo pranzo o meglio ancora l’ultima cena: quante volte, anche un po’ meccanicamente, quasi automaticamente, avete buttato nella spazzatura cibo, alimenti e pietanze magari addirittura cucinate? Probabilmente è successo spesso e lo abbiamo fatto tutti. Certo erano prodotti forse ormai andati a male, magari che avevano oltrepassato la data di scadenza ma erano pur sempre provviste che avevamo comprato. Una certa idea della società ci spinge verso un consumo assiduo e questo comportamento influenza i nostri acquisti in ogni settore e anche nell’alimentazione. Uno sperpero insomma.

Per contrastare questa condotta e per sensibilizzare le persone nel 2014 è stata istituita la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con l’Università di Bologna – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari e con il Ministero dell’Ambiente. In quell’occasione, il 5 febbraio 2014, per iniziativa dell’agroeco­nomista Andrea Segrè, coordinatore del Piano Nazionale di Prevenzione dello Spreco Ali­mentare del Ministero dell’Ambiente (PINPAS), furono convocati gli Stati generali della filiera agroalimentare italiana. Dal 2014 ad oggi la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare è l’oc­casione per sensibilizzare su una questione centrale del nostro tempo, anche attraverso la diffusione di nuovi dati dell’Osser­vatorio Waste Watcher International, fondato da Last Minute Market. Da allora, per questa occasione, vengono diramati i nuovi dati delle ricerche effettuate da parte dell’Osservatorio nazionale.

Quest’anno ci sono dati significativi sullo spreco domestico. Per saperne di più ne parliamo proprio con Andrea Segrè, ideatore e motore della campagna. Segrè è professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all’Alma Mater Studiorum Università di Bologna dal 2020, ha insegnato Economia circolare all’Università di Trento dal 2015 al 2018; studia e applica i fondamenti dell’ecologia economica, circolare e sostenibile; è il fondatore di Last Minute Market-impresa sociale, spin off accreditato dell’Università di Bologna; è ideatore della campagna Spreco Zero; è stato preside della Facoltà di Agraria e direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna, attualmente è presidente della Fondazione FICO e del Centro Agroalimentare di Bologna. Cominciamo.

La Giornata nazionale di prevenzione contro lo spreco alimentare è giunta alla nona edizione qual è la situazione?

«Ogni anno noi cogliamo l’occasione per fare un monitoraggio sul nostro Paese per capire la situazione, per vedere se è migliorata o meno. I dati sono in uscita e saranno presentati il 4 febbraio nella conferenza di Roma presso Spazio Europa in via IV novembre 149. Posso dire che la tendenza è verso un miglioramento complice la situazione pandemica che ci ha tenuto molto a casa e quindi in qualche modo abbiamo migliorato la gestione della nostra economia domestica e un po’ anche la crisi che ci sta “aiutando” perché siamo più attenti a gettar via del cibo ancora buono – poi con un pizzico di soddisfazione –  però anche per effetto delle campagne che ormai stanno andando avanti da più di 10 anni. Spreco Zero poi in particolare che è una campagna di comunicazione pubblica sostenuta da molti attori privati che battendo soprattutto sullo spreco domestico fa sì che si eviti e il cibo ancora buono non finisca nel bidone della spazzatura generando anche un costo economico e ecologico perché smaltire inquina a costa».
Il professore ci introduce nel nostro colloquio così.

  • Quindi la situazione è migliorata?

«Il nostro è un osservatorio, Waste Watcher, attivo dal 2013 e nel 2021 l’abbiamo reso internazionale. A settembre in occasione della Giornata internazionale sulla consapevolezza degli sprechi produciamo un report che compara gli andamenti anche negli altri Paesi. Questo osservatorio ci consente di rilevare le quantità di spreco anche individuali e sono molto curioso di vedere se i 529 grammi pro-capite dell’anno scorso di spreco domestico, più di mezzo chilo, sono confermati, sono aumentati oppure sono diminuiti: le anticipazioni ci dicono che rispetto ai periodi precedenti c’è una sensibile diminuzione»

  • Quanto sprechiamo?

«Il dato del 2021 è di circa mezzo chilo l’anno. Nel raffronto cross country, cioè dedicato a più Paesi, (come già detto i dati complessivi saranno divulgati il 4 febbraio) per esempio gli Stati Uniti sprecano tre volte tanto. Stesso tipo di indagine, stesse domande, vien fuori che negli Stati Uniti siamo oltre 1 chilo e mezzo pro capite. Sono dati che ci fanno riflettere su gli stili di vita, le diete. le modalità di acquisto; ma c’è una grande variabilità – poi precisa –  Ho raffrontato l’Italia con gli Stati Uniti e c’è una bella differenza. Però il fatto di essere un po’ più virtuosi non ci deve far gioire, perché se poi andiamo a vedere, in questo mezzo chilo di cibo che finisce nella spazzatura troviamo molta frutta e verdura che per lo più sono alimenti ancora buoni».

  • Cosa si spreca di più e dove?

«In testa alla classifica degli alimenti sprecati lo scorso anno ci sono la frutta, la verdura, e questo si può anche spiegare con la loro gestione più complessa: sono prodotti deperibili (questo ci dovrebbe far riflettere sulle modalità di acquisto e di conservazione) ma si sprecano anche il pane, il latte e tanti beni alimentari di cui non sappiamo riconoscere bene le date di scadenza – specifica – non li gestiamo bene nel nostro frigorifero, li acquistiamo in quantità eccessive rispetto alle nostre necessità. Tutti questi elementi messi insieme ci fanno capire che anche nel nostro Paese, più virtuoso di altri, abbiamo una strada ancora lunga da fare per ridurre lo spreco del 50% che è uno degli obiettivi della Agenda ONU 2030».

Il prof. Andrea Segré
  • Sprecare ha anche un notevole impatto ambientale, un consumo responsabile porterebbe anche una riduzione dei rifiuti che sono un’emergenza di questi tempi…

«Sì c’è una correlazione molto forte tra perdite a livello di produzione e spreco che riguarda più le nostre case. Se mettessimo assieme tutto ciò che si perde e che si spreca a livello globale in termini di produzione di gas climalteranti, quelli che determinano poi il riscaldamento globale, lo spreco più la perdita sarebbe di fatto al terzo posto dopo due grandi Paesi “produttori di gas climalteranti”, la Cina e gli Stati Uniti. Quindi capiamo quanto la riduzione e la prevenzione sarebbero importanti anche dal punto di vista del clima».

  • E’ come se le nostre case fossero il terminale di una lunga filiera che parte dal campo e arriva fino alla tavola. Noi cosa possiamo fare per ridurre lo spreco?

«Dovremmo essere più educati, più consapevoli dal punto di vista alimentare. E’ il messaggio che viene fuori dalla nostra campagna; gestire meglio gli acquisti e i nostri fabbisogni alimentari, il frigorifero, la lettura delle etichette, le scadenze e poi la cucina del recupero, quella che una volta si chiamava economia domestica oggi la potremmo chiamare educazione alimentare. La dieta mediterranea, lo abbiamo dimostrato in tante iniziative, in tanti studi, in tanti seminari, non solo è quella che permette una maggiore longevità ma è quella che ha un minore impatto sull’ambiente in termini di produzione ed è anche quella che determina anche minori sprechi – il professore chiarisce – La soluzione ce l’abbiamo già in tasca anzi direi in bocca e nello stomaco. Bisogna essere consapevoli, in fondo lo scopo della nostra campagna è proprio quello di traghettare li nostro Paese e tutti gli altri dalla prevenzione dello spreco alla promozione di una dieta sana e sostenibile che avrebbe un impatto positivo sulla nostra salute, sull’ambiente e anche sulla nostra economia: pensiamo solo alla spesa sanitaria che diminuirebbe per quelle patologie legate a una malnutrizione per eccesso, lo spreco calorico o metabolico, mangiamo troppo e male».

  • Intorno al cibo a volte sembra che ci sia un eccesso di attenzione, le cucine gourmet, la rilevanza mediatica… ma che ne è del suo valore culturale e sociale?

«Tutto questo spadellamento televisivo non credo aiuti dal punto di vista dell’educazione alimentare. Questa cucina competitiva, questi format di grande successo non rappresentano quello che è il mondo della gastronomia e aggiunge – anche il presidio, il cibo particolare, tutte cose molto belle, anche di grande fascino che attirano ma non parliamo cosi alle grandi masse. Credo che quella definizione che ho tirato fuori qualche anno sia ancora giusta: cibo medio, cioè né troppo alto, né troppo basso, né troppo lento, né troppo veloce, cioè qualcosa che soddisfi le nostre esigenze con le giuste quantità con una buona qualità e con un prezzo equo».

  • Se volessimo riassumere in una frase il senso della giornata?

«Sì, One Health, One Earth, Stop Food Waste che è anche il claim della campagna di quest’anno».

  • Che possiamo fare, il 5 febbraio, per celebrare degnamente la Giornata? Una cosa concreta che ognuno di noi possa fare?

«Tre cose. Finire tutto quello che abbiamo nel piatto nei tre pasti, colazione, pranzo e cena che faremo il 5 febbraio. Non riempire il piatto in modo eccessivo, misurare il contenuto in funzione delle tue esigenze e della fame che hai. Se poi avanza qualcosa e non ce la facciamo più che almeno finisca nell’umido – e Segrè conclude con un ricordo – me lo diceva mia nonna che non ti deve avanzare nulla nel piatto altrimenti è peccato, penso sia un insegnamento che potremo riprendere perché senz’altro è una delle piccole azioni quotidiane che aiutano a diminuire lo spreco prevenendolo».

Il colloquio con il professor Segrè è finito, a noi resta nella testa soprattutto un insegnamento: non lasciare nulla nel piatto, un monito che ha un sapore di antico e anche di futuro.

(Guarda gli altri servizi nello Speciale mediaquattro.it dedicati all’argomento)

Per segnalare le tue buone pratiche di prevenzione/riduzione dello spreco alimentare scrivi qui: giornataprevenzionesprechi@gmail.com

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