sabato, Maggio 18, 2024
"Darla a bere" di Pietro Munari - 1° classificato
Ambiente

Obiettivo acqua, per guardare una realtà preoccupante

Acqua dolce, paesaggi unici, fiumi, laghi e corsi d’acqua minori, ma anche le zone di palude,  aree ricche di biodiversità. Sono i protagonisti degli scatti d’autore della terza edizione del Concorso fotografico nazionale “Obiettivo Acqua” promosso da Anbi , Coldiretti e Fondazione Univerde.  La premiazione degli autori (primo premio assegnato  alla foto che ritrae una formica che beve) è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione idrica del Paese , ma anche per delineare nuove strategie finalizzate a  valorizzare una risorsa sempre più scarsa con interventi strutturali pesanti  finanziati con il Pnrr. I cambiamenti climatici con fenomeni meteo impazziti  stanno peggiorando la situazione con danni pesantissimi all’agricoltura che ha già molte difficoltà a digerire l’impennata dei costi delle materie prime che rischiano di mandare in tilt alcune filiere strategiche. E così, questo l’allarme lanciato dal presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, si mette a rischio l’autosufficienza alimentare italiana, mentre molti Paesi, a cominciare della Cina stanno puntando sulle produzioni alimentari.

E l’acqua torna al centro, in questi giorni in cui il Nord è nella morsa della siccità. Ancora una anomalia in un inverno in cui le mimose sono già fiorite, dalla Liguria alla Sicilia, e si sono risvegliate anche molte coltivazioni che potrebbero però essere annientate dal gelo notturno.

L’ultimo report dell’Anbi  denuncia  il deficit idrico nei maggiori laghi e fiumi italiani del Nord.

Analogo è il trend in alcuni  bacini meridionali: in una settimana nella Basilicata la disponibilità è aumentata di circa 6 milioni di metri cubi, ma un anno fa erano 50 milioni. Differenziali negativi anche negli invasi della Puglia dove  l’Sos è stato lanciato dalla Coldiretti che ha denunciato la perdita di 4,65 milioni di metri cubi di acqua degli invasi artificiali rispetto allo scorso anno.  Meno acqua e con la prospettiva che possa diventare anche più cara appesantendo ulteriormente la bolletta delle aziende agricole . Acqua e cibo sono un binomio indissolubile.

Investire dunque nelle infrastrutture irrigue è imprescindibile per sostenere lo sviluppo dell’agricoltura e non solo. La Coldiretti ha indicato due strade per cercare di allentare le tensioni, investire sulle agro energie e sulle infrastrutture idriche. Prandini ha espresso anche preoccupazione  sul rischio di frammentazione delle risorse del Pnrr ( “non possiamo permetterci di non utilizzare quei fondi”) che dovranno essere indirizzate anche a rinnovare la rete di distribuzione ormai colabrodo. Ma soprattutto occorre riuscire a captare l’acqua piovana in strutture di accumulo su cui la Coldiretti con l’Anbi ha messo a punto, da tempo, un progetto ad alta sostenibilità ambientale.

Il presidente dell’Anbi, Francesco Vincenzi ha assicurato che i progetti sono pronti, ma ha anche lanciato iniziative per sfruttare le infrastrutture verdi, a partire dalla rete dei canali dei Consorzi di bonifica, in chiave turistica. Nel quadro di un nuovo modello di vacanza lenta   in raccordo con la campagna e il cibo particolarmente apprezzato in era di pandemia. La pandemia, ha ricordato il presidente dell’Anbi, ha cambiato gli stili di vita soprattutto dei giovani  rilanciando i cibi di prossimità e di qualità, ma senza  un’adeguata disponibilità idrica  sarà difficile rafforzare questi nuovi orientamenti che premiano il made in Italy a tavola. Acqua in primo piano, ma in stretta  connessione con il suolo altro elemento da difendere.  Un fronte caldissimo come evidenziano i dati resi noti dalla Coldiretti: negli ultimi 25 anni è sparito il 28% di terreni coltivabili che oggi non superano i 12,8 milioni di ettari. La cancellazione di terra fertile non pesa solo sugli approvvigionamenti alimentari, evidenzia lo studio della organizzazione agricola, dal 2012 ad oggi infatti il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica con danni e vittime. La parola d’ordine oggi è dunque investire. In invasi,  in acquedotti, nelle reti idriche.“La sovranità alimentare – ha sostenuto il presidente di Univerde, Alfonso Pecoraro Scanio, viaggia in tandem con quella idrica” e per questo ha lanciato la proposta di un’autorità dell’acqua che razionalizzi e coordini   gli interventi che oggi sono troppo frammentati: “della questione se ne deve occupare lo Stato, perché i singoli comuni non sono in grado di farlo”.

E’ necessario cambiare marcia per non continuare a “darla a bere” per citare il titolo della foto vincitrice del concorso.

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