venerdì, Maggio 17, 2024
Ambiente

Luglio: consumi elettrici record. Occhio al risparmio


efficienza energetica

Nel mese di luglio – secondo i dati diffusi da Terna (l’operatore di reti per la trasmissione di energia elettrica in Italia) – si è registrato un incremento dei consumi elettrici record, pari al 13,4% su base nazionale.

I 32 miliardi di kWh del conto energetico del mese appena trascorso, hanno così determinato per il nostro Paese una richiesta di elettricità suppletiva rispetto alla media che è stata la più alta mai registrata, sia in termini assoluti che percentuali.

Complice il grande caldo (le medie delle temperature  si sono attestate in circa 4 gradi in più rispetto al luglio 2014), la maggior parte del consumo è sicuramente stato assorbito dai condizionatori: il massimo picco è stato infatti rilevato da Terna martedì 21 luglio alle 16, quando la richiesta totale è stata di  59.353 MW.

L’eccezionalità della richiesta (che sarà presto ben visibile ai consumatori nel conto della prossima bolletta), pone con ancor più vigore la necessità di razionalizzare i consumi, cercando di privilegiare l’efficienza di tutti gli apparecchi elettrici e trovare un giusto bilanciamento fra necessità e costi.

Che fare dunque?

Ad ogni nuovo acquisto per tutti gli elettrodomestici è decisivo valutare la classe di efficienza energetica. classi-efficienza energetica (1)

Dal 2013 è infatti in vigore la nuova etichettatura Ue che prevede 7 classi – da A+++ (la più virtuosa)   fino a D (la più energivora) –  con una scala cromatica (da verde intenso a rosso fuoco)  che permette di orientarsi subito al momento dell’acquisto e scegliere quello che ci garantirà il massimo beneficio con il minor impatto sulla nostra bolletta.

“In genere  – ci dice Fabrizio, assistente alla vendita  di una grossa catena commerciale di elettrodomestici a Roma – le persone per prima cosa sono attratte principalmente dal prezzo. Ma se questo può essere un indicatore di scelta valido per tutti quegli strumenti che vengono usati saltuariamente e per breve tempo (frullatori, aspirapolveri , asciugacapelli ecc.) diventa invece secondario quando l’elettrodomestico ha una funzione protratta nel tempo.  Scegliere un frigorifero, un condizionatore o peggio ancora una stufa trascurando la classe di efficienza energetica può annullare in breve tempo il risparmio che si credeva aver fatto al momento dell’acquisto. Per una buona scelta è bene valutare insieme i due parametri (prezzo e classe energetica) a seconda dell’uso che se ne fa”.

Ma non sono solo gli elettrodomestici a pesare sul nostro portafoglio….

Un altro modo per cercare di tener in pareggio il bilancio dei costi può essere infatti  quello di intervenire su una voce che incide sensibilmente su tutti i conti energetici domestici (e non solo):  l’illuminazione.

led-fluorescenza-incandescenza

I vantaggi di un ambiente ben illuminato sono noti a tutti. Al contempo il costo dei kWh spesso induce a compromessi poco salutari.

In tal caso l’efficienza tecnologica raggiunta dalle nuove lampadine a LED può veramente venirci incontro.

Per poter procedere ad un acquisto che sia conforme alle nostre esigenze e valutarne  le caratteristiche è necessario fare una piccola introduzione.

L’unità di misura che viene impiegata per determinare il flusso luminoso da una sorgente (la lampadina per intendersi) è il lumen. Secondo gli esperti per illuminare bene un’abitazione sono necessari in media 300 lumen a metro quadro; ne servono 500 nelle aree dedicate allo studio, mentre 150 sono considerati sufficienti per le aree di passaggio, come ad esempio i corridoi.

Per semplificare: una lampadina tradizionale da 100 Watt produce 1300 lumen, adeguati per illuminare bene una stanza di circa 4 m².

Detto questo, va aggiunto che le lampade a LED in commercio producono un flusso luminoso in media pari a 100  lumen per ogni Watt di potenza (per fare un raffronto le lampade ad incandescenza classiche ne producono in media circa 14), garantendo insieme una buona resa cromatica anche nella percezione visiva del flusso emesso (sfiora spesso circa il 90% rispetto all’illuminazione tradizionale).

Bolletta più leggera

A parità di illuminazione questo significa quindi ottenere un risparmio in bolletta di circa l’85%.

A causa (e grazie) all’alto contenuto tecnologico di ogni lampada, quelle a LED  si presentano però sul mercato con prezzi decisamente superiori rispetto alle lampadine ad incandescenza classiche: costano in media  otto- dieci volte di più. Tuttavia ad un più alto investimento iniziale corrisponde per l’acquirente anche una maggiore durevolezza propria di questo bene.  La vita media di una lampada a LED viene infatti stimata in circa 40- 60mila ore (anche se tende a ridursi al crescere dell’efficienza luminosa del LED), circa 20 – 30 volte la vita di una lampada ad incandescenza tradizionale e  7 – 8 volte quella di una fluorescente.

Va poi sottolineato che rispetto alle lampade a fluorescenza (altro tipo di illuminazione che permette un sensibile contenimento del consumo elettrico) quelle a LED non contengono mercurio. Questo permette di non aver nessun ritardo nei tempi di accensione delle fonti luminose e, aggiungiamo, un minor impatto ambientale in fase di smaltimento o in caso di rottura accidentale.

E’ bene sempre ricordare che in fase di smaltimento anche le lampadine a LED, come prodotti ad alto contenuto tecnologico, seguono le indicazioni dei prodotti RAEE.  Non vanno quindi gettate nel cassonetto dell’indifferenziato, mentre è possibile in genere riconsegnarle al negoziante (qualora siano organizzati per il ritiro) o, eventualmente, affidarsi alle procedure indicate dai rispettivi Comuni di appartenenza.

Provate per credere. Una famiglia di 4 persone può arrivare a risparmiare fino al 50% in bolletta senza quasi modificare il suo stile di vita.

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