sabato, Aprile 27, 2024
AlimentazioneCultura del Cibo

Non migliora nel 2023 l’utilizzo del cibo in Italia

La presentazione del nuovo report dell’Osservatorio Waste Watcher International, con i dati del “Caso Italia” 2024, si è tenuta nello Spazio Europa, sede dell’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia e della Rappresentanza della Commissione Europea, lunedì 5 febbraio in occasione della 11^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare. L’indagine è promossa dalla campagna Spreco Zero in sinergia con l’Università di Bologna e IPSOS.

Il tema scelto per quest’anno è «Make the difference. Stop #foodwaste». A presiedere i lavori il prof. Andrea Segrè dell’Università di Bologna, ideatore della campagna Spreco Zero, sullo spreco alimentare e direttore scientifico dell’Osservatorio Waste Watcher International su cibo e sostenibilità e fondatore di Last Minute Market.

I dati del rapporto 2024 rispecchiano la crisi economica, ambientale e sociale a livello mondiale che porta alla scelta di cibo di qualità inferiore, meno salutare, destinato a deteriorarsi in tempi brevi, con il rischio di conseguenze sullo spreco alimentare sensibilmente più alto e sulla salute stessa dei cittadini. L’indagine ed il rapporto hanno riguardato temi come abitudini alimentari, spreco alimentare e come combatterlo, contrazione del potere d’acquisto, insicurezza alimentare ed aspettative per il futuro, lo spreco nei settori della ristorazione e del commercio.

La situazione non è in via di miglioramento e a sottolinearlo con il suo intervento è Antonio Parenti, capo della rappresentanza in Italia della Commissione europea. Combattere il rifiuto alimentare da parte di ogni singolo cittadino è una necessità che può portare molti benefici in una realtà, ha detto Parenti, che vede alcune zone del mondo con il 60% per cento di sprechi alimentari mentre in Europa si spreca circa il 20%.

Fabrizio Spada, responsabile delle relazioni istituzionali del Parlamento europeo in Italia ha affermato che si tratta di un problema etico, non solo economico e l’Unione europea è molto attenta e vuole intervenire sul benessere delle persone e degli animali. All’interno del panorama europeo, il nostro Paese si colloca in posizione intermedia in materia di sprechi alimentari, con 173 kg a persona, a metà strada tra la virtuosa Slovenia ed i Paesi Bassi, dove si riscontra una maggiore criticità.

Tra gli ospiti della mattina Roberto Natale, direttore Rai per la Sostenibilità – ESG. Che ha annunciato che quest’oggi, nelle mense Rai, è andato in onda un video di una ventina di minuti su ciò che l’azienda ha realizzato negli ultimi anni in vari programmi tv. Nel nuovo contratto Rai – Stato italiano valido per i prossimi 5 anni, ha continuato, c’è un nuovo articolo dedicato ai temi della sostenibilità al fine di guidare il cambiamento culturale. Sempre in ambito di salvaguardia dell’ambiente si terrà la giornata sul risparmio energetico, associata alla campagna “M’illumino di meno”, quest’anno anche europea e, in vista delle elezioni europee, la realizzazione di venti brevi video sul tema del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che parleranno di Europa, di ambiente, Green Deal e di sostenibilità.

Andrea Segré

Ma quant’è lo spreco alimentare in Italia? Le risposte dell’indagine sono chiare. Il valore dello spreco lungo la filiera, tra industria, distribuzione ed ambiente domestico, nel 2023 è stato pari a 13,155 miliardi di euro mentre non risulta stimato quello della ristorazione. Il prof. Segrè, poi, ha fornito i dati degli ultimi 7 giorni, pari a 566,3 grammi e li ha confrontati con i 524,1 grammi di febbraio 2023, evidenziando un aumento di circa l’8 per cento. Sono finiti nella spazzatura soprattutto frutta fresca, cipolla, aglio e patate, pane fresco, insalate e verdure. Con le regioni del centro Italia che hanno sprecato pressoché secondo la media (+1%), il nord in maniera inferiore (-6%) ed il sud in modo superiore (+4%). Con dati maggiori di spreco nelle grandi città e nelle famiglie senza figli. Sorprendente che lo spreco risulti maggiore tra le fasce più povere: probabilmente una spiegazione è da ricercarsi nell’acquisto e nel consumo di alimenti di minore qualità.

Tra i dati illustrati da Filippo Pini dell’Università di Bologna, di rilievo la contrazione del potere d’acquisto negli ultimi 12 mesi. Il 24% dei consumatori ha ristretto la spesa ai prodotti di base ed il 19% ha ridotto il quantitativo di oltre la metà. Tagliato anche il consumo extra domestico rinunciando ai pasti fuori casa, mentre risulta alta la percezione di insicurezza alimentare.

Agli imprenditori si chiede di continuare sia a donare l’eccedenza sia ad applicare sconti sui prodotti prossimi a scadenza, ha spiegato il prof. Segrè, mentre i consumatori vanno educati alla “doggy bag”, cioè a portarsi a casa gli avanzi del pasto consumato al ristorante.

Con il #123 Pledge, la FAO, Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura, nel 2023 ha lanciato un appello ai governi, alle aziende, alle istituzioni ed ai singoli cittadini, affinché si impegnino a collaborare per dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2030 e ridurre del 25 per cento gli sprechi alimentari a partire dai dati del Report Cross Country 2023 dell’Osservatorio Waste Watcher. Lo strumento per rendere possibile tutto ciò sarà lo spesometro, un rilevatore di sprechi per tutti i pubblici esercizi e per le mense scolastiche che consente di misurare l’impatto dello spreco sull’ambiente.

Cristina Bowerman, ambasciatrice della sostenibilità in cucina, una stella Michelin e membro Chefs Manifesto, in occasione dell’evento ha donato il suo gettone di presenza come testimonial, pari ad 800 euro, all’organizzazione Susan G. Komen Italia, in rappresentanza della quale è intervenuta Bianca Casieri. L’associazione fa della prevenzione la propria mission, cercando di diffondere il valore di prevenzione primario, proprio la sana alimentazione, ma anche la prevenzione in senso più ampio a salvaguardia della salute delle donne.

Il messaggio dell’11^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, è dunque che si potrà “fare la differenza”, con un’azione educativa che coinvolga contemporaneamente ciascun cittadino nella sua quotidianità, attraverso scelte alimentari sane e sostenibili e con il supporto di politiche pubbliche mirate alla sicurezza alimentare e ad offrire misure di sostegno economico ai ceti sociali più deboli.

Il video in streaming della manifestazione è visibile qui

Autore

  • Angela Attolico

    Giornalista pubblicista, con esperienza come addetto stampa - funzionario nella Pubblica Amministrazione e collaboratrice per varie testate, prevalentemente nei settori cultura e turismo. Di origini pugliesi, trapiantata nella Città Eterna, affascinata dalla storia e dall’arte, associo la passione per la scrittura alle passeggiate in città e alle gite fuori porta nei piccoli borghi, che amo immortalare con foto e video, per tenerne sempre vivo il ricordo; mi piace condividere la mia esperienza, postando messaggi e foto sui social. Difendo il made in Italy, i prodotti locali e mi piace assaggiare i piatti tipici della tradizione.

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