lunedì, Maggio 6, 2024
AgroalimentareCultura del Cibo

La carne bovina torna nel piatto degli italiani

di Gianluca De Angelis

Dopo la crisi dei consumi di carne bovina degli scorsi anni, sembra che in Italia il 2018 abbia portato con sé una piccola inversione di tendenza: dopo i risultati più che incoraggianti della fine del 2017, infatti, anche questi primi mesi del nuovo anno fa emergere, secondo i dati raccolti da Ismea, alcuni cambiamenti.

Nei primi tre mesi di quest’anno, infatti, le famiglie italiane hanno acquistato il 2,5% in più di carni bovine rispetto allo stesso periodo del 2017: una crescita si è riscontrata anche per le carni avicole (+1,0%) e per quelle suine (+0,6%), ma qui l’incremento è decisamente maggiore.

A fornire un’ulteriore conferma dei dati è anche lo stato degli allevamenti italiani, che, rispecchiando le preferenze dei consumatori, ha visto aumentare la cifra di bovini da carne rispetto a quelli da latte: gli italiani, infatti, vogliono consumare prodotti freschi e di buona qualità, specialmente se provenienti da allevamenti nazionali, tracciabili e sostenibili. Più in dettaglio, infatti, si nota come nonostante il numero delle vacche nutrici sia restato piuttosto stabile, sia invece aumentato il numero di vitelloni adibiti all’attività di ingrasso, che avviene spesso utilizzando vitelli di importazione.

Anche se è presto per annunciare un mutamento dei trend alimentari nazionali, c’è da dire come l’aumento della produzione interna sia coinciso anche con una riduzione delle importazioni di carni dall’estero, precisamente con un -2,2% rispetto all’anno precedente, corrispondente a circa 7mila tonnellate.

Ma questi dati quanto sono significativi per la situazione europea? A questo proposito il report di Ismea analizza come la contrazione dei consumi di carni bovine continui ad essere persistente in Francia, Germania e Regno Unito, mentre è in aumento in Irlanda, Polonia e Paesi Bassi. La crescita di questi mercati, in particolare, deve essere tenuta molto in considerazione da parte dei produttori italiani: le conseguenti ripercussioni sui prezzi potrebbero essere varie, e portare ad un ulteriore mutamento delle condizioni del settore.

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