sabato, Maggio 4, 2024
Ambiente

In aula alla Camera la riforma dei Parchi

Iniziato dall’assemblea di Montecitorio l’esame del provvedimento varato dalla Commissione Ambiente. Critiche da alcune associazioni ambientaliste. Per il ministro Galletti soddisfa gli obiettivi di semplificazione, buon funzionamento degli Enti, programmazione e certezza dei tempi. Una “tappa fondamentale” per la Coldiretti

Monte Sat’Angelo, Parco Nazionale dei Monti Aurunci

E’ approdato all’esame dell’Aula a Montecitorio, il testo di riforma della legge quadro 394 del 1991 relativo alle disposizioni in materia di aree protette: in sostanza, la normativa che regola i Parchi naturali in Italia, le aree marine protette e le aree protette regionali. Il provvedimento, una proposta di legge già approvata dal Senato, è stata profondamente cambiata nel corso della discussione in Commissione Ambiente alla Camera per cui, una volta approvato dall’assemblea, dovrà tornare a Palazzo Madama per il varo definitivo. Si dovrebbe concludere così dopo quasi quattro anni l’iter di questa legge (in Senato la prima proposta, unificata con altre sugli stessi temi, era stata presentata nel 2013) che, comunque, non sembra soddisfare pienamente le associazioni ambientaliste. La presidente nazionale di Legambiente, Rossella Muroni (che è anche intervenuta in studio a Rainews24 per commentare il testo attualmente all’esame) si è detta non convinta per alcuni aspetti della proposta, tra cui quelli relativi alla parte gestionale e alle nomine.

Analoghe critiche arrivano da alcuni deputati , come Filiberto Zaratti e Florian Kronbichler del Movimento Democratico e Progressista, i quali si augurano che la discussione in Aula alla Camera “serva ad eliminare definitivamente gli errori che sono contenuti in questa proposta di riforma della legge sui
parchi e che ci sia la volontà di ascoltare chi da venticinque anni è impegnato a tutelare e conservare il patrimonio inestimabile di natura e bellezza del nostro paese. Una riforma della legge 394/91 o serve a rimettere al centro la funzione ed il ruolo dei parchi italiani o non serve”. Secondo loro “le aree protette italiane da decenni sono aggredite e dimenticate, senza risorse, spesso prive di regolamenti e piani d’assetto, con Consigli direttivi costituiti non di rado da personaggi privi di qualunque competenza, lì a rappresentare interessi particolari”. Malgrado i cambiamenti effettuati in Commissione Ambiente, secondo Zaratti e Kronbichler,”permangono ancora forti criticità nel sistema della governance, non sufficientemente definita in base a profili professionali ancorati ad esperienze e capacità ambientali e naturalistiche e  nel principio delle royalties, che rischia di rafforzare gli interessi produttivi, che con la conservazione della biodiversità poco o nulla hanno a che fare”. “Facciamo appello alla responsabilità di tutti – concludono – affinché le proposte emendative avanzate, anche su richiesta del largo fronte delle Associazioni Ambientaliste, possano essere accolte cambiando quindi in modo sostanziale la proposta di legge”.

Di diverso avviso, naturalmente, il ministro dell’Ambiente Gian Luigi Galletti, secondo il quale la riforma attualmente all’esame dell’Aula punta ad un nuovo obiettivo per i Parchi, che “non possono più essere visti soltanto come i luoghi della conservazione, ma devono mettersi in gioco nella grande sfida di sviluppo sostenibile del nostro Paese”. “Il nuovo testo – spiega il ministro – punta al buon funzionamento degli Enti, alla semplificazione e alla certezza nei tempi, a quella programmazione che in troppe realtà ancora manca. I piani dei Parchi Nazionali vengono innanzitutto sottoposti a Valutazione Ambientale Strategica, assicurando dunque il controllo forte dei ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali per gli aspetti paesaggistici e saranno approvati in tempi definiti. Viene introdotto un nuovo metodo di selezione dei Direttori del Parco: la governance sarà aperta alle espressioni del territorio secondo requisiti definiti e rigorosi. E’ previsto anche un piano triennale di programmazione per le aree protette terrestri e marine, con la definizione di obiettivi e priorità, da realizzare attraverso uno stanziamento di 30 milioni di euro in tre anni”.

“Grazie alla legge 394 del 1991 che ha istituito il sistema Parchi nazionali e delle aree marine protette – sostiene il ministro – è cresciuto molto il grado di tutela ambientale del nostro Paese: oggi la sfida è ancor piu’ ampia ma diversa, perché si fonda su quel concetto di sviluppo sostenibile che un quarto di secolo fa non era declinato come lo è oggi in ogni settore della nostra economia. Questo per i Parchi – conclude Galletti – vuol dire saper valorizzare la biodiversità accompagnandola all’agricoltura di qualità, all’innovazione, al turismo sostenibile, alle energie rinnovabili, alla spinta culturale e giovanile”.

Soddisfazione per la legge di riforma anche da parte della Coldiretti, secondo cui il provvedimento “rappresenta una tappa fondamentale per restituire ruolo e reputazione ad organismi in grado di promuovere progetti innovativi basati sulla collaborazione tra imprese e luoghi in vista di uno sviluppo locale sostenibile”. “Particolare valore – sottolinea la Coldiretti – è da riconoscere alla partecipazione degli agricoltori nei consigli di gestione delle aree protette in vista di superare la marginalità e integrare i parchi nel complessivo sistema istituzionale garantendo il necessario consenso sociale. Soprattutto si afferma l’orgoglio di vivere nei parchi da parte degli agricoltori residenti nella convinzione, fatta propria dalla proposta di legge, che solo un’agricoltura che produce fa bene all’ambiente. Finalmente, trascorsi 25 anni dall’originario testo, i parchi hanno anche una precisa missione di scopo: quella – conclude la Coldiretti – di diventare laboratori di sviluppo della multifunzionalità agricola e di rendere protagoniste le collettività residenti”.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari).

Hide picture
Verified by ExactMetrics