domenica, Maggio 19, 2024
Gastronomia

E’ transculturale la nuova piramide alimentare per i bimbi stranieri in Italia

La Società italiana di Pediatria vara le indicazioni della piramide alimentare per i piccini stranieri sul nostro territorio. A pasta e riso si affiancano quinoa e miglio. Frutto del Baobab, Mango e Guava con mele e arance. Acqua e movimento sempre alla base di un corretto stile di vita per tutti, sin da bambini. 

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La fotografia scattata dall’Istat all’inizio del 2015 indicava in oltre 5 milioni (per  precisione 5.014.437) i cittadini stranieri – sia di paesi dell’Ue che extra Ue –  residenti in Italia.   Fra questi oltre un milione sono in età pediatrica, cioè fino a 16 anni.  A costoro si devono poi aggiungere tutte quelle persone che non trovano spazio nelle statistiche ufficiali a causa della loro posizione irregolare (minori nati da genitori irregolari, nomadi, rifugiati in fuga da guerre o persecuzioni, accompagnati e non).

Per venir incontro alle mutate esigenze di questo cambiamento demografico in Italia, la Società italiana dei Pediatri ha elaborato e poi diffuso fra i propri iscritti un nuovo modello di piramide alimentare, definita non a caso “transculturale”, con l’obiettivo di coniugare i dettami e i principi di salute della dieta mediterranea  con i sapori e le tradizioni delle altre popolazioni che vivono nel nostro Paese. Un modo per permettere a tutti i pediatri italiani un approccio il più funzionale possibile ai piccoli pazienti ( tramite i loro genitori) che tenga conto di  abitudini, professioni di fede e gusti diversi che incidono in maniera determinante sull’alimentazione dei più piccini e condizionandone il corretto sviluppo psicofisico.

“Assistiamo ad un fenomeno drammatico e inarrestabile: la migrazione di popolazioni dall’Africa e dal Medio Oriente in fuga verso l’Europa – spiega Giovanni Corsello, Presidente della Società Italiana di Pediatria . “Dobbiamo occuparci in modo attivo soprattutto dei bambini, che sono la categoria più fragile, perché più degli adulti sentono il peso dello sradicamento dal territorio in cui sono nati e affrontano le traversie e i rischi delle traversate, a volte senza i loro familiari accanto. Vogliamo fare in modo che possano ritrovare i loro gusti e i loro sapori nell’alimentazione in un contesto di equilibrio nutrizionale. Se vogliamo una società aperta ai bambini di tutte le etnie, dobbiamo rispettarne le tradizioni e i costumi di provenienza”.

E’ un fatto che ciascun popolo porta con sé modelli nutrizionali e modalità di alimentazione differenti.
Ad esempio,  in alcuni Paesi il colostro non viene somministrato perché Minori stranieri paesi origineritenuto impuro e l’allattamento al seno è prolungato oltre il primo anno di vita, favorito da tradizioni culturali o religiose (il Corano lo raccomanda sino a due anni). Per alcune etnie vige il divieto di assumere carne di mucca, mentre altre seguono per fede religiosa diete vegetariane, vegane, zen-macrobiotiche.

“Il pediatra – prosegue Corsello – deve conoscere queste tradizioni e tenerne conto affinché possa garantire il soddisfacimento dei bisogni nutrizionali del bambino, nel rispetto delle esigenze culturali e religiose dei popoli di appartenenza, evitando contemporaneamente i rischi di squilibri nutrizionali”.

Con le indicazioni offerte dalla nuova piramide transculturale (che saranno diffuse non solo negli studi pediatrici, ma anche nelle scuole e nelle comunità che accolgono la popolazione pediatrica multiculturale)  non ci sarà più solo pasta e riso. Nei piatti dei bambini entrano sorgo, miglio e quinoa. Germogli di bamboo e foglie di cassava accanto a pomodori e melanzane. E per frutta mele, arance, ciliegie, ma anche litchis e papaya.

 “La regola d’oro è quella dei 5 pasti al giorno”, spiega Elvira Verduci consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria. “La prima colazione, il carburante per la mattina, dovrebbe assorbire il 15% delle calorie giornaliere: quella ideale è a base di latte o yogurt parzialmente scremato, fette biscottate o pane integrale con marmellata o muesli o biscotti secchi o cereali integrali, e frutta fresca. Lo spuntino al mattino e la merenda di metà pomeriggio, che devono assicurare rispettivamente il 5% e il 10% delle calorie giornaliere, non vanno mai saltati perché servono a non lasciare un lungo intervallo tra i pasti, evitando di arrivare a pranzo o a cena affamati. Nei due pasti principali, il pranzo (40% delle calorie) e la cena (30% delle calorie), devono essere presenti carboidrati, proteine, lipidi e fibre. Molto importante è un’assunzione giornaliera adeguata di acqua (pari a 1600 ml di acqua al giorno per bambini 4-6 anni e 1800 ml per bambini 7-10 anni).

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