venerdì, Settembre 20, 2024
Alimentazione

Cresce la fame nel mondo: 828 mln di persone denutrite nel 2021

Secondo il rapporto delle Nazioni Unite “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” pubblicato pochi giorni fa, nel 2021 il numero di persone denutrite è salito a 828 milioni, 46 in più rispetto al 2020 e 150 milioni in più dall’inizio della pandemia nel 2019

L’ultimo rapporto sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione mostra che il mondo sta facendo passi indietro negli sforzi per sconfiggere la fame e la malnutrizione. Il numero delle persone che soffrono la fame a livello mondiale è salito a ben 828 milioni nel 2021, ossia circa 46 milioni in più dal 2020 e 150 milioni in più dallo scoppio della pandemia di COVID-19. Questo è quanto emerge da un rapporto delle Nazioni Unite che fornisce nuove prove secondo cui il mondo si sta allontanando ulteriormente dall’obiettivo di sconfiggere entro il 2030 fame, insicurezza alimentare e malnutrizione in tutte le sue forme.

L’edizione 2022 del rapporto “The State of Food Security and Nutrition in the World” (SOFI) presenta aggiornamenti sulla sicurezza alimentare e sullo stato della nutrizione in tutto il mondo comprese le ultime stime su costi e accessibilità economica di una dieta sana. Il rapporto esamina anche i modi in cui i governi possono ripensare il loro attuale sostegno all’agricoltura per ridurre il costo di una dieta sana, consapevoli delle limitate risorse pubbliche disponibili in molte parti del mondo.

Il rapporto è stato pubblicato congiuntamente dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD), dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF), dal Programma alimentare mondiale dell’ONU (WFP) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

I numeri delineano un quadro sconcertante:

• Ben 828 milioni di persone hanno sofferto la fame nel 2021, 46 milioni di persone in più rispetto al 2020 e 150 milioni in più del 2019;

• Dopo essere rimasta relativamente invariata dal 2015 la percentuale di persone colpite dalla fame nel 2020 è salita e ha continuato a salire nel 2021 fino al 9,8% della popolazione mondiale, contro l’8% del 2019 e il 9,3% del 2020;

• Nel 2021 circa 2,3 miliardi di persone (29,3% della popolazione mondiale) in tutto il mondo erano in una situazione di insicurezza alimentare moderata o grave, 350 milioni in più rispetto a prima dello scoppio della pandemia da COVID-19. Quasi 924 milioni di persone (11,7%) hanno sofferto di insicurezza alimentare grave con un aumento di 207 milioni in due anni;

• Il divario di genere nell’insicurezza alimentare è cresciuto ancora nel 2021. In tutto il mondo, il 31,9% delle donne ha sofferto di insicurezza alimentare moderata o grave rispetto al 27,6 % degli uomini, un divario di oltre 4 punti percentuali rispetto ai 3 del 2020;

• Quasi 3,1 miliardi di persone non potevano permettersi una dieta sana nel 2020, 112 milioni in più rispetto al 2019, come conseguenza dell’inflazione sui prezzi dei prodotti alimentari al consumo, a seguito delle ripercussioni economiche della pandemia da COVID-19 e delle misure attuate per contenerla;

• Si stima che 45 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni abbiano sofferto di deperimento, la forma più letale di malnutrizione, che in età infantile, aumenta fino a 12 volte il rischio di morte. Inoltre, 149 milioni di bambini sotto i cinque anni hanno subito un ritardo di crescita e di sviluppo a causa di una carenza cronica di  nutrienti essenziali nella loro alimentazione, contro 39 milioni di bambini in sovrappeso.

• Si stanno compiendo progressi in tutto il mondo sull’allattamento esclusivo al seno. Quasi il 44% dei neonati sotto i sei mesi di età sono stati allattati esclusivamente al seno nel 2020. E’ ancora lontano l’obiettivo del 50% entro il 2030. Desta grande preoccupazione il fatto che due bambini su tre non assumono la dieta diversificata minima di cui hanno bisogno per crescere e sviluppare al meglio del loro potenziale.

• Guardando al futuro, si prevede che nel 2030 quasi 670 milioni di persone (l’8 % della popolazione mondiale) soffriranno ancora la fame nonostante una ripresa economica mondiale. Un dato simile a quello del 2015, quando fu lanciato l’obiettivo di sconfiggere fame, insicurezza alimentare e malnutrizione entro la fine di questo decennio nel quadro dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

La guerra in Ucraina peggiora una situazione già grave.

La guerra in corso in Ucraina che coinvolge due dei maggiori produttori mondiali di cereali di base, semi oleaginosi e fertilizzanti, sta mettendo in difficoltà le catene di approvvigionamento internazionali e facendo salire i prezzi di cereali, fertilizzanti, energia. Tutto ciò avviene mentre le catene di rifornimento risentono già di eventi climatici estremi sempre più frequenti, specialmente nei paesi a basso reddito, con conseguenze nefaste per la nutrizione e la sicurezza alimentare mondiali.

Ripensare le politiche agricole.

Il rapporto indica il dato impressionante del sostegno mondiale al settore alimentare e agricolo: quasi una media di 630 miliardi USD all’anno, tra il 2013 e il 2018. Tuttavia, gran parte di questo sostegno non solo distorce il mercato ma non raggiunge neanche molti agricoltori, danneggia l’ambiente e non promuove la produzione degli alimenti nutrienti che costituiscono un’alimentazione sana. Ciò è in parte dovuto al fatto che i sussidi spesso riguardano la produzione di alimenti di base, prodotti lattiero-caseari e altri alimenti di origine animale, specialmente nei paesi a reddito alto e medio-alto. Riso, zucchero e carni di vario tipo sono i prodotti alimentari che beneficiano maggiormente degli incentivi in tutto il mondo mentre il sostegno a frutta e verdura è relativamente meno importante in particolare in alcuni paesi a basso reddito.

Con la minaccia di una recessione mondiale incombente e le relative implicazioni su entrate e spese pubbliche, un modo per sostenere la ripresa economica comporta il ripensamento del sostegno agricolo e alimentare mirato verso quegli alimenti nutrienti il cui consumo pro capite non corrisponde ancora ai livelli raccomandati per una dieta sana.

I dati suggeriscono che se i governi attueranno un ripensamento delle risorse usate per incentivare la produzione, l’approvvigionamento e il consumo di alimenti nutrienti, sarà altresì possibile contribuire a rendere le diete sane meno costose, più eque e più accessibili per tutti.

Infine, il rapporto sottolinea anche che i governi potrebbero fare di più per ridurre le barriere commerciali ad alimenti nutrienti, come frutta, verdura e legumi.

I capi delle cinque Agenzie ONU.

Per QU Dongyu Direttore Generale FAO, Gilbert F. Houngbo Presidente IFAD; Catherine Russell Direttore Esecutivo UNICEF, David Beasley Direttore Esecutivo WFP e per Tedros Adhanom Ghebreyesus Direttore Generale OMS «Questo rapporto evidenzia a più riprese l’intensificazione dei principali fattori di insicurezza alimentare e malnutrizione: conflitti, eventi climatici estremi e crisi economiche, uniti alle crescenti disuguaglianze. La questione principale non è tanto se le avversità continueranno a verificarsi o meno, ma, piuttosto, come intraprendere azioni più coraggiose per costruire la resilienza contro le crisi future».

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