Carne adulterata dal Brasile: è allarme in Italia
Ne importiamo 30 mila tonnellate all’anno. Coinvolti i più grossi produttori del Paese sudamericano. La Coldiretti: “Evitare rischi per i consumatori”
Dal Brasile è arrivata sulle mense mondiali carne adulterata. Questo il risultato della più grande operazione antisofisticazione mai realizzata nel paese sudamericano, un’inchiesta che ha visto finire in carcere 36 persone, l’allontanamento di 33 funzionari del ministero dell’Agricoltura e che coinvolge decine di imprese del settore.
Le indagini sono partite dall’inchiesta su un sistema di tangenti tra industriali e funzionari ministeriali per liberalizzare le licenze dei frigoriferi alimentari. Gli investigatori (nell’indagine sarebbero stati impegnati più di un migliaio di agenti) hanno scoperto un’intensa attività di adulterazione su carne avariata, che tornava come per incanto ad essere perfettamente commestibile grazie a trattamenti particolari con prodotti chimici, compresi vari acidi non permessi (ad esempio l’acido ascorbico) .
L’inchiesta, denominata “carne fraca” (cioè “carne debole”) ha rivelato anche altri tipi di sofisticazione e adulterazione, compresa l’aggiunta di acqua iniettata nei tranci di bovino (per aumentarne il peso). Anche la carne di pollo e di suino ha subito analoghe “attenzioni”. Le aziende coinvolte nell’indagine sono più di venti e tra queste compaiono anche le più grandi del Brasile, come la BRF e la JBS. In particolare uno degli stabilimenti della BRF chiuso dalle autorità brasiliane esportava in Unione europea, Canada, Russia e Giappone; analoga la sfera di azione della JBS (proprietaria di uno stabilimento anche in Italia, e più precisamente in Lombardia).
Quasi il 10% delle nostre importazioni di carne bovina arriva infatti dal Brasile: 30 mila tonnellate l’anno scorso su un totale di quasi 400 mila (il resto per la quasi totalità arriva dai paesi dell’Unione europea). Per lo più si tratta di quantitativi destinati al mondo delle mense e in generale del catering, ma proprio per questo l’allarme è più che giustificato.
Il presidente brasiliano, Michel Temer, ha incontrato una delegazione di ambasciatori di Paesi importatori di carne brasiliana per spiegare le misure adottate dopo lo scandalo legato al prodotto avariato. Resta il fatto che già l’anno scorso, secondo quanto riferito dal capo degli investigatori Mauricio Moscardi Grillo, quattro partite di carne di tacchino contaminata da salmonella erano stati fermati in Italia: notificato alle autorità Ue secondo il sistema di allerta europeo, l’allarme però sarebbe stato insabbiato in Brasile.
L’allerta a livello europeo è già scattato. La Commissione europea ha fatto sapere che sta monitorando le importazioni di carne dal Brasile e che tutte le imprese implicate nel maxi- hanno subito un embargo temporaneo. Enrico Brivio, portavoce della Commissione, non ha voluto fare i nomi delle imprese coinvolte, ma ha confermato la sospensione dell’importazione per le aziende implicate nelle indagini. Secondo il portavoce della Commissione europea, gran parte della carne adulterata era di pollo.
Cina e Corea del Sud, che al contrario dell’Unione europea non hanno obbligo di rispettare trattati internazionali, hanno già sospeso le importazioni dal Brasile. Per quanto riguarda l’Italia, risulta che al porto di Genova siano stati bloccati vari container a livello precauzionale, in attesa di maggiori controlli. La Coldiretti, in una nota, comunica di aver chiesto all’Ue di comportarsi come Cine e Corea del Sud bloccando l’importazione di carne dal Brasile, in attesa che vengano garanzie sull’esclusione, dalla lista degli esportatori, delle aziende coinvolte nello scandalo, i cui prodotti costituiscono un rischio per l salute dei cittadini europei. “Occorre fare immediatamente chiarezza – conclude la Coldiretti – per non mettere a rischio la salute dei consumatori”.