venerdì, Maggio 3, 2024
AgricolturaAgroalimentare

Garanzia di qualità per le carni suine italiane

Continua il successo delle esportazioni dei nostri prodotti. Via libera anche per il mercato di Taiwan 

di Gianluca De Angelis

La carne suina italiana continua ad incrementare la sua popolare diffusione nel resto del mondo, confermandosi sempre di più come garanzia di qualità e sicurezza. Nei giorni scorsi, infatti, dalla  giunta di Confagricoltura è arrivata la conferma dell’apertura del mercato di Taiwan alla carne suina e ai trasformati di origine italiana: un traguardo importante raggiunto dopo cinque lunghi anni di negoziazioni svolte dalla diplomazia italiana, quindi, che si pone in netta controtendenza rispetto alla diffidenza che da sempre contraddistingue i Paesi esteri nei confronti dell’importazione di cane suina di origine extra-territoriale.  Anche per l’organizzazione agricola, infatti, si tratta “di un importante risultato che premia un lavoro che ha visto le istituzioni comunitarie e nazionali lavorare con le imprese della filiera per aprire un mercato che la Commissione europea stessa stima in due milioni di euro annui di esportazioni italiane”.

“Questa vicenda – sottolinea la giunta di Confagricoltura – insegna non solo che l’elevato standard dei nostri prodotti è riconosciuto all’estero, ma anche che l’apertura dei mercati è frutto di un costante lavoro con le amministrazioni nazionali, comunitarie e dei paesi terzi. E soprattutto che è essenziale puntare ancora di più sul dialogo e sulle intese che promuovono gli scambi, anche superando ostacoli e barriere. Sono temi e argomenti da presidiare e usare a nostro vantaggio piuttosto che da demonizzare, come spesso accade”.

I prodotti suini sono da sempre, infatti, problematici per quanto riguarda le esportazioni, soprattutto verso i paesi extra-Ue: nonostante siano ancora molti i controlli e le analisi a cui devono essere sottoposti prima di ottenere il via libera, però, l’apertura di due mercati rilevanti come USA e Canada ha dato un segnale importante fungendo un po’ da apripista, superando le importanti barriere sanitarie che vigevano in precedenza.

Significativo è stato anche il caso del Giappone che, nel 2016, nonostante abbia complessivamente ridotto dell’8% gli acquisti dall’estero di salumi, ha aumentato del 7% i flussi di importazioni provenienti dall’Italia: un semaforo verde significativo del fatto che le esportazioni del nostro Paese sono anche in grado di porsi in controtendenza con i trend di import-export globali.

Ricordiamo non a caso di come l’Italia, nel 2016, abbia conquistato ufficialmente la leadership mondiale per le esportazioni di prodotti suini, superando anche la Spagna e la Germania, un Paese che prima d’allora era sempre stato in testa. Il valore complessivo di esportazioni, infatti, si è attestato (dal 2016 in poi) sempre su 1,40 miliardi di euro. Per rendersi conto del peso che ha questo volume di esportazioni sui ricavi dei produttori italiani si pensi come, andando ad esaminare le vendite totali di prodotti suini, le sole esportazioni verso Francia, Regno Unito e la stessa Germania costituiscano quasi la metà del valore complessivo.

Una serie di risultati, quindi, raggiunti grazie al controllo e alla qualità dei prodotti “made in Italy” e al gioco di squadra tra produttori, enti regionali, associazioni di categoria, veterinari e Asl, che hanno permesso a questo prodotto nostrano di stabilirsi come garanzia per le esportazioni in tutto il mondo.

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