martedì, Maggio 7, 2024
AgricolturaAmbiente

Cambiamenti climatici e povertà. Le indicazioni dell’IFAD

Nella 45^ riunione annuale del Consiglio dell’IFAD i leader mondiali chiedono soluzioni innovative e finanziamenti urgenti. Il Ministro dell’Economia Franco: evitiamo che i progressi fatti siano resi vani

Con i prezzi degli alimenti in aumento, le ricadute socioeconomiche del COVID-19 e un clima sempre più imprevedibile, le persone più povere della terra si trovano ad affrontare sfide senza precedenti per continuare a coltivare, vendere e comprare alimenti con conseguenze ad ampio raggio sulla fornitura di cibo, pace e stabilità nel mondo. In questo scenario, capi di stato, ministri ed esperti di sviluppo rurale si sono incontrati in occasione della 45a riunione annuale del Consiglio dei Governatori del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) per prepararsi a un mondo post-COVID e progettare come mettere a frutto innovazioni e nuovi meccanismi finanziari per costruire economie rurali più inclusive e resilienti.

Tra i relatori che si sono succeduti negli interventi sulla piattaforma streaming:

  • S.M. la regina Máxima dei Paesi Bassi, rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per la finanza inclusiva per lo sviluppo (UNSGSA);
  • Iván Duque Márquez, presidente della Colombia;
  • Andry Nirina Rajoelina, presidente del Madagascar;
  • Aiyaz Sayed-Khaiyum, primo ministro ad interim delle Figi;
  • Daniele Franco, ministro dell’Economia e delle Finanze dell’Italia.
  • Jeffrey D. Sachs, direttore del Centro per lo Sviluppo Sostenibile dell’Earth Institute, Columbia University, per l’annuale IFAD Talk.

L’IFAD (International Fund for Agricultural Development) è un’istituzione finanziaria internazionale e un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Roma che investe nelle popolazioni rurali dei paesi poveri mettendole in grado di ridurre la povertà, aumentare la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e rafforzare la capacità di ripresa. Dal 1978 ha erogato 23,2 mld di dollari in donazioni e prestiti a basso interesse a progetti che hanno raggiunto circa 518 milioni di persone. Il Consiglio dei Governatori è il principale organo decisionale e vi partecipano i 177 Stati membri. Ieri in modalità virtuale si è svolta la 45esima sessione sul tema: sfruttare le innovazioni e la finanza per una ripresa inclusiva e resiliente al clima.

I leader che hanno partecipato all’apertura del Consiglio e che si sono succeduti negli interventi della conferenza andata in diretta streaming hanno chiesto investimenti urgenti e innovativi per aiutare le comunità rurali dei paesi più poveri del mondo ad adattarsi al cambiamento climatico e hanno sottolineato in particolare la vulnerabilità dei piccoli agricoltori ai gravi eventi meteorologici.

Nel suo discorso di apertura, il Presidente dell’IFAD, Gilbert F. Houngbo, ha sottolineato che i piccoli produttori sono colpiti duramente da una crisi che non hanno creato, eppure attualmente ricevono solo l’1,7% dei finanziamenti per il clima. Il cuore del problema è l’iniquità. «La pandemia e il cambiamento climatico hanno messo a nudo la vulnerabilità dei piccoli produttori e la situazione di iniquità per cui le persone che producono un terzo del cibo del mondo ricevono solo sei centesimi per ogni dollaro di prodotto che generano – ha detto – Non c’è sostenibilità o resilienza senza una maggiore equità».

Cambiamenti climatici che provocano eventi come le tempeste che hanno devastato il Madagascar nelle ultime settimane uccidendo almeno 121 persone e distruggendo più di 176.000 ettari di terreno. «Il pesante tributo lasciato da questi cicloni causa difficoltà per gli agricoltori ma anche per l’intero paese» ha detto Andry Rajoelina, Presidente del Madagascar invitando gli altri leader africani a sviluppare un piano continentale per lo sviluppo agricolo e ad affrontare i rischi del cambiamento climatico «Mettiamo insieme le nostre forze, il nostro potenziale e il nostro know-how in modo che i nostri Paesi raggiungano l’autosufficienza alimentare e che i nostri giovani abbiano un lavoro».

Parlando da una nazione insulare che è stata colpita da 14 cicloni dal 2016 ad oggi, Aiyaz Sayed-Khaiyum, Primo Ministro ad interim delle Figi, ha anche sottolineato la vulnerabilità degli agricoltori di fronte a situazioni climatiche estreme. «Diciamo spesso che le nostre nazioni sono in prima linea nel cambiamento climatico. Le nostre comunità rurali sono la prima linea del fronte – ha detto – È chiaro che sradicare la povertà rurale richiede un approccio radicalmente nuovo per costruire resilienza rurale. Ed essendo alcune delle nazioni più vulnerabili del mondo, i piccoli Stati richiedono un’attenzione speciale, un rapido accesso alle risorse e soluzioni su misura».

Sua Maestà Máxima Zorreguieta Cerruti d’Orange-Nassau, Regina dei Paesi Bassi e Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la finanza inclusiva per lo sviluppo (UNSGSA) ha evidenziato che molte di queste soluzioni richiedono l’accesso alla finanza. «L’agricoltura impiega due terzi delle popolazioni dell’Africa sub-sahariana e rappresenta quasi un terzo del PIL; eppure, i piccoli produttori rurali sono sistematicamente sotto finanziati e lo sono ancora di più dopo la pandemia – ha precisato – C’è un’opportunità per gli innovatori responsabili del settore privato di intervenire e contribuire a colmare il deficit di finanziamento globale di 170 miliardi di dollari, per aiutare i piccoli produttori ad avere accesso al credito e ai mercati».

Iván Duque Márquez, presidente della Colombia, ha anche sottolineato l’importanza di «fare buon uso delle opportunità offerte dall’innovazione e dai finanziamenti per raggiungere una ripresa inclusiva e resistente al clima in cui i piccoli produttori hanno, o avranno, un ruolo di primo piano».

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze italiano Daniele Franco nel suo intervento ha sottolineato che in risposta alla minaccia che il cambiamento climatico rappresenta per le popolazioni rurali quest’anno l’Italia aumenterà di tre volte il suo impegno finanziario internazionale per far fronte ai cambiamenti climatici, raggiungendo circa 1,5 miliardi di dollari all’anno fino al 2026.  «Il cambiamento climatico, il degrado ambientale e la perdita di biodiversità rappresentano una minaccia immediata per le risorse naturali, così come per la vita e i mezzi di sussistenza delle popolazioni rurali – e ha aggiunto – I sistemi alimentari risentono fortemente degli shock climatici in rapido aumento. I loro effetti sono più gravi per le comunità rurali povere ed emarginate che pur essendo le più colpite, sono quelle che contribuiscono meno a tali fenomeni. Invertire queste tendenze richiede soluzioni innovative. Dobbiamo evitare che i progressi fatti all’interno dell’Agenda 2030 siano resi vani, a tal fine il Fondo svolge un ruolo chiave».

Nel 2020, la fame nel mondo è aumentata in gran parte a causa del cambiamento climatico, della povertà e dell’impatto della pandemia da COVID-19. Una persona su dieci nel mondo oggi soffre la fame. Nei prossimi tre anni l’IFAD dedicherà almeno il 40% delle sue risorse principali ai finanziamenti per il clima. Attualmente sta mobilitando 500 milioni di dollari per il suo fondo climatico ASAP+ che vuole essere il più grande fondo per il clima dedicato ai piccoli produttori.

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