domenica, Novembre 24, 2024
Arte e Cultura

Pesaro è la nuova Capitale italiana della Cultura

Il sindaco Ricci ha dedicato la vittoria a Kharkiv, con cui Pesaro condivide il titolo di città creativa Unesco della musica. Gesto molto bello, dimostra che la cultura unisce il mondo, ha commentato il ministro della Cultura Franceschini

Pesaro è la Capitale italiana della cultura 2024: l’ha annunciato, questa mattina, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, al Collegio Romano. Un traguardo importante perché oltre al riconoscimento comporta l’assegnazione di un premio da un milione di euro per fare, in una sola battuta, impresa e integrazione con la cultura. Pesaro ha convinto la giuria presieduta da Silvia Calandrelli, responsabile della Direzione Cultura della RAI con il progetto “La natura della cultura” che ha l’obiettivo di raggiungere un nuovo concetto di cultura diffusa e inclusiva.

Il ministro della cultura Dario Franceschini proclama la città vincitrice – Canale YuoTube MiC

In questa prospettiva – si legge nella motivazione – la proposta conferisce il giusto equilibrio a natura, cultura e tecnologia, tre elementi che si fondono in un contesto di azione condivisa tra pubblico e privato. Abbiamo voluto colorare il simbolo del nostro Progetto, la foglia di ginko biloba – l’unica sopravvissuta alla bomba atomica di Hiroshima, divenuta simbolo di pace, ha detto il sindaco Ricci – con i colori della bandiera Ucraina. Pesaro, infatti, fa parte del network delle città creative Unesco della musica insieme a Kharkiv, uno dei centri più importanti dell’Ucraina.

Matteo Ricci, il sindaco di Pesaro con la foglia di ginko biloba – MiC

Ma com’è nato l’agognato titolo di Capitale Italiana della Cultura? La sua nascita risale all’accesa competizione che vide Matera aggiudicarsi il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019. Era il 17 ottobre 2014. L’impegno, la creatività e la passione che avevano portato le sei finaliste a costruire dei dossier di candidatura di elevata qualità progettuale convinsero il Governo a indire una selezione per individuare, dall’anno successivo, la città meritevole di questo titolo. La prima prescelta nel 2016 fu Mantova, a cui seguirono Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018 e Parma nel 2020, titolo prorogato anche nel 2021 a causa dell’emergenza pandemica. Quest’anno è Procida a detenere il titolo, mentre nel 2023 sarà il turno di Bergamo e Brescia, martoriate dal Covid.

Siracusa tra le dieci finaliste – MiC

L’obiettivo del premio è proprio quello di sostenere, incoraggiare e valorizzare l’autonoma capacità progettuale e attuativa delle città, affinché sia recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita e lo sviluppo economico. La gara fra le 10 finaliste, selezionate fra 23 candidate, è stata molto dura, anche perché tutte hanno un notevole patrimonio storico, culturale, archeologico e paesaggistico da offrire. Fra le più quotate Viareggio con i suoi capi saldi del carnevale, della nautica e della splendida dimora del maestro Puccini, perfettamente conservata com’era all’epoca, affacciata sul lago Massaciuccoli, l’Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento e Siracusa con gli splendidi tesori della Magna Grecia. Ma come ha sottolineato il ministro Franceschini essere finalisti è come essere candidati all’Oscar. E’ un titolo importante e bisogna cominciare a fregiarsi anche del titolo di finalista della Capitale italiana della cultura, ha detto.

Villa Puccini in riva al lago Massaciuccoli, Torre del Lago – Progetto città di Viareggio

Autore

  • Giornalista Pubblicista, esperta in tecniche sociali dell’Informazione, redattrice dell’Editrice cooperativa “Il Ventaglio”, addetta stampa delle cooperative pesca della Lega (ANCP), redattrice esterna della pagina agricola de “La Voce Repubblicana”, addetta alle Pari Opportunità del Gruppo di Specializzazione agroalimentare della FNSI, divenuto UNARGA, poi consigliere dell’ARGA Lazio, è stata direttrice responsabile della testata del Gruppo Archeologico di Volontari del territorio Cerite, “L’Aruspice”, per più di dieci anni. Dal 2001 è stata funzionario del Comune di Roma, per il quale ha ottenuto l’European Computer Driving Licence (ECD), e nel 2006 è stata nominata membro supplente per l’Amministrazione comunale della Commissione Pari Opportunità. Oggi in pensione anticipata, continua a coltivare la sua passione per il giornalismo e la scrittura come figlia d’arte. Suo padre, Sergio Civinini, noto giornalista dell’agroalimentare, scomparso prematuramente, è stato per innumerevoli anni vicepresidente dell’allora Associazione Stampa Agricola, Gruppo di Specializzazione della FNSI, oggi UNARGA.

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