sabato, Novembre 23, 2024
Agroalimentare

Si punta sull’agroalimentare per lo sviluppo del Sud

Appena varato il piano aiuti di Invitalia per promuovere lo sviluppo del Mezzogiorno. Quattro i principali beneficiari. Tre di questi puntano tutto sull’agrifood

di Cristiana Persia

Appare decisamente impietosa la fotografia sul Mezzogiorno d’Italia appena diffusa dal rapporto Svimez 2018.  Negli ultimi 16 anni sono infatti quasi 2 milioni le persone che hanno abbandonato il sud dello stivale per cercare fortuna economica non solo al Nord, ma sempre più spesso addirittura all’estero.  La maggior parte di questi sono giovani, un quinto fra loro laureati. Una situazione di depressione gravissima che impatta sulle regioni meno sviluppate del nostro Paese  e che i vari Governi a partire dal dopoguerra hanno cercato di affrontare a più riprese con risultati che ancora oggi sono molto deludenti.  Ciononostante si cercano ancora soluzioni per il nostro meridione tuttora tagliato quasi fuori dal mondo per la mancanza di un’adeguata rete infrastrutturale – basti pensare che la Salerno- Reggio Calabria è stata appena terminata e su questa tratta rimangono aperte molte problematicità –  che potrebbe sperare di collegarla, se non con il resto del Pianeta, almeno con quello d’Italia.

I problemi della sostenibilità ambientale, la crisi del manifatturiero – sebbene ancora punta di diamante del nostro comparto industriale – che potrebbero già di per sé far levare definitivamente  bandiera bianca in queste aree,  non scoraggiano però i nostri imprenditori che sembrano aver trovato nell’agrifood – che tanto ci caratterizza a livello mondiale – una possibile chiave di rilancio e di competitività anche per queste zone.  Può quindi non sorprendere il fatto che i piani di sviluppo di tre delle quattro aziende scelte in questi giorni da Invitalia per fruire di investimenti pubblici e aiuti a fondo perduto siano proprio legate al settore agroindustriale.

E’ il caso  ad esempio  di “Franzese Spa”, con sede a Palma Campania, vicino Napoli, che puntando tutto sulla nutraceutica ha avuto la possibilità di accedere così ad  aiuti  per 9,9 milioni di euro di cui 5,7 a fondo perduto, oltre ad altri 897 mila euro per finanziare un progetto di Ricerca e Sviluppo, stanziati  in compartecipazione con la Regione Campania . L’azienda campana  è riuscita a sfruttare il know how  del suo business principale –  produzione, confezionamento e commercializzazione di pomodori e legumi – per individuare nuove preferenze di mercato che potessero consolidare e sviluppare l’attività. Attraverso una collaborazione con la Facoltà di farmacia dell’università di Napoli ha quindi deciso di ampliare la sua  gamma di offerta, predisponendo  un piano scalare per una nuova linea di produzione dedicata a legumi arricchiti in valori nutrizionali e salutistici. Un modo che le permetterà di venire incontro alle sempre più pressanti richieste dei consumatori che preferiscono assumere eventuali integratori alimentari direttamente attraverso i cibi piuttosto che ingoiando una pillola.  Il nuovo  programma di Franzese spa  al momento prevede un incremento occupazionale di 30 unità, che confluiranno in un nuovo stabilimento presso Nola (Na).  Qui si concentrerà –  dalla produzione alla lavorazione fino alla commercializzazione –  tutta l’attività su questi nuovi legumi arricchiti di vitamine. Li vedremo presto sul mercato e sicuramente incontreranno il favore di vegani e non.

Un’altra azienda campana, la “Terminal Frigo srl” di Caserta –  specializzata nel sistema di distribuzione di prodotti  surgelati – ha invece puntato tutto sul miglioramento della logistica e su una maggiore sostenibilità ambientale per garantire stabilità a quella dispendiosa catena del freddo necessaria per far arrivare in tutto il mondo i prodotti del suo territorio. Per raggiungere questi obiettivi ha potuto ottenere da Invitalia il riconoscimento di un progetto di ampliamento aziendale con agevolazioni per 21, 2 milioni di euro di cui 8,5 a fondo perduto. Fondi che serviranno a creare un nuovo polo a Gricignano di Aversa (in provincia di Caserta)  dove  i nuovi impianti avranno consumi energetici contenuti e sostenibili  grazie all’adozione della più avanzata tecnologia fotovoltaica, in grado di garantire l’autosufficienza energetica.  Saranno 25  i nuovi occupati, una previsione che si spera possa presto essere superata grazie alla vitalità del settore agroindustriale dell’area.

In Calabria invece ben 15 milioni di euro in agevolazioni, di cui 7,9  a fondo perduto,  verranno consegnati all’abilità imprenditoriale dell’azienda “Silvateam Food Ingredients” che potrà così riconvertire un sito dismesso a Rende, in provincia di Cosenza, e assumere 18 nuovi lavoratori, incrementando contemporaneamente la produzione nello stabilimento madre.  Il cavallo di battaglia dell’impresa, pensato capace di aggredire anche i mercati internazionali, è stato individuato nella produzione di pectina, uno degli addensanti preferiti nelle aziende dell’agroalimentare.  Il piano di sviluppo contempla di dedicare tutta la nuova area impianti alla purificazione e all’essiccazione di questo componente molto utilizzato nel settore (è uno degli elementi fondamentali per la produzione di marmellate e gelatine, solo per citarne alcune funzioni)  la cui richiesta nel mercato mondiale cresce di circa tre punti percentuali l’anno.

Tutte misure che ovviamente  si inseriscono in un più vasto piano generale di aiuti approvato in questi giorni dal consiglio di amministrazione di Invitalia Spa e che prevede contratti di sviluppo per il settore economico  per circa 108 milioni di euro, fra cui 64 milioni di agevolazioni pubbliche di cui 39,1 a fondo perduto.  Un progetto globale il cui impatto occupazionale è stato stimato in 459 unità. 165 i nuovi posti di lavoro che verranno a crearsi, mentre saranno 294 quelli salvaguardati.

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