sabato, Novembre 23, 2024
Napoli. Palazzo Reale-Giacomo Nani (1698-1755),Natura morta con piatto di maccheroni,particolare – Fonte: Mibact
Cultura del CiboTerritorio

Il 2018 premia il cibo, l’arte e il genio italiano

Dopo i riconoscimenti UNESCO della Dieta Mediterranea e delle Pizza Napoletana come patrimonio immateriale dell’umanità, l’Anno del cibo italiano vola alto. La campagna social del Mibact. Firmato l’accordo fra Treccani e la Fondazione Qualivita per una nuova immagine della nostra enogastronomia

di Barbara Civinini

Mentre il Parlamento Europeo ha istituito per il 2018 l’Anno europeo del patrimonio culturale, il Ministero dei Beni culturali e del turismo, insieme al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ha inaugurato il 2018 Anno del Cibo Italiano che dovrà valorizzare e promuovere l’intreccio tra cibo, arte e paesaggio, i migliori attrattori culturali del nostro Paese.

Si punta sulla valorizzazione dei riconoscimenti Unesco legati al cibo come la Dieta Mediterranea, la vite ad alberello di Pantelleria, i paesaggi delle Langhe Roero e Monferrato, e la Pizza Napoletana iscritta di recente. Sarà anche un’ottima occasione per il sostegno alle candidature del Prosecco e dell’Amatriciana.

Lo stretto legame tra cibo, arte e paesaggio sarà il cuore della promozione turistica, portata avanti durante tutto l’anno attraverso l’Enit e la rete delle ambasciate italiane, con l’obiettivo di mettere in evidenza come l’intimo legame fra il patrimonio enogastronomico e quello culturale faccia parte della nostra stessa identità.

“Non si tratta soltanto di rilevare i successi economici come quello dell’export di settore, che lo scorso anno ha toccato il record di 40 miliardi di euro, ma soprattutto di affermare il legame profondo – ha detto il ministro Martina – tra cibo, paesaggio, identità e cultura”.

Da parte sua anche il ministro dei Beni culturali Franceschini ha sottolineato come “l’anno del Cibo sarà un modo per valorizzare e mettere a sistema le tante e straordinarie eccellenze italiane e fare un grande investimento per l’immagine del nostro Paese nel mondo”.

Del resto è stata proprio l’arte a riconoscere per prima la valenza culturale del cibo, il suo valore simbolico, sociale ed estetico, oltre che vitale, dall’epoca greco-romana fino all’avvento del barocco e al contemporaneo. L’accordo firmato di recente da Treccani con la Fondazione Qualivita va proprio in questa direzione.

Franceschini,intervenendo alla presentazione del progetto Treccani Gusto, nato per diffondere la cultura alimentare italiana, ha ribadito come il cibo e il vino italiani siano un pezzo della nostra cultura, dove sono sedimentati secoli d’identità locali, saperi e mestieri preziosi che ci hanno resi unici nel mondo. “L’obiettivo di quest’anno – ha detto – è quello di promuovere la nostra cultura alimentare anche attraverso i prodotti e i territori meno conosciuti. Il cibo, l’enogastronomia vanno promossi in maniera intelligente, anche valorizzando il legame che unisce il cibo all’arte e al nostro paesaggio”.

Proprio per questo il Mibact a gennaio ha lanciato la campagna social anno del cibo. Le regole sono sempre le stesse: continua l’invito a cercare, fotografare e condividere il tema del mese con l’hashtag #annodelciboitaliano, visitando gli oltre 420 musei, parchi archeologici e luoghi della cultura italiani. La condivisione delle foto è diventata un reportage collettivo che, attraverso il cibo, racconta anche la storia della nostra società, l’evoluzione del gusto, evidenziando quanto il patrimonio enogastronomico faccia parte dell’identità italiana.

Tra le immagini più belle (disponibili su: www.beniculturali.it/annodelciboitaliano), l’Ultima Cena di Leonardo, gli affreschi di Pompei, le nature morte della Villa Medicea di Poggio a Caiano e i dipinti della Scuola Napoletana.

Autore

  • Giornalista Pubblicista, esperta in tecniche sociali dell’Informazione, redattrice dell’Editrice cooperativa “Il Ventaglio”, addetta stampa delle cooperative pesca della Lega (ANCP), redattrice esterna della pagina agricola de “La Voce Repubblicana”, addetta alle Pari Opportunità del Gruppo di Specializzazione agroalimentare della FNSI, divenuto UNARGA, poi consigliere dell’ARGA Lazio, è stata direttrice responsabile della testata del Gruppo Archeologico di Volontari del territorio Cerite, “L’Aruspice”, per più di dieci anni. Dal 2001 è stata funzionario del Comune di Roma, per il quale ha ottenuto l’European Computer Driving Licence (ECD), e nel 2006 è stata nominata membro supplente per l’Amministrazione comunale della Commissione Pari Opportunità. Oggi in pensione anticipata, continua a coltivare la sua passione per il giornalismo e la scrittura come figlia d’arte. Suo padre, Sergio Civinini, noto giornalista dell’agroalimentare, scomparso prematuramente, è stato per innumerevoli anni vicepresidente dell’allora Associazione Stampa Agricola, Gruppo di Specializzazione della FNSI, oggi UNARGA.

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