giovedì, Novembre 21, 2024
Ambiente

Due discariche abusive a Gela: 5 denunce

Discarica_abusiva

Due discariche abusive sono state scoperte dalla Guardia di Finanza in contrada Rinazzi e Cocuzza, alle porte di Gela, in provincia di Caltanissetta. Cinque persone sono state denunciate.

Si tratta di due siti diversi ma con un’unica finalità: stoccare e in seguito smaltire abusivamente rifiuti sia speciali che pericolosi. Le Fiamme gialle hanno scoperto che i rifiuti venivano accumulati e divisi per categorie, quasi come una sorta di discarica differenziata, all’avanguardia se non fosse per il risultato finale. Infatti, poi venivano concentrati in un secondo sito in contrada Rinazzi dove, per combustione, avveniva il vero e proprio smaltimento. Scarti di ogni genere come vetro, alluminio, plastica, legno, imbarcazioni dismesse, eternit e altri rifiuti pericolosi – in normali condizioni – per la salute dell’uomo e dell’ambiente, devastanti se incendiati.

Diversi giorni di analisi e studio delle abitudini dei trasportatori hanno portato i finanzieri al ritrovamento della discarica, nei pressi della strada statale 117, a pochi metri dalle sponde del fiume Gela, e fra le colture di carciofi e pomodori. Sotto sequestro è finita un’area di circa 2.500 metri quadrati, in cui i diversi mezzi di trasporto utilizzati dalla società indagata scaricavano a più riprese materiale di risulta di lavori edili e raccolto in diversi punti della città, insieme a immondizia stoccata in un’altra discarica abusiva di circa 10 mila metri quadrati, in contrada Cocuzza.

Cassoni coperti, viaggi compiuti a tutta velocità e un bobcat pronto a spianare i residui di quanto bruciato, per fare spazio a nuovi illeciti scarichi, sono alcune delle condotte messe in atto dagli indagati. Nel sito di stoccaggio sono stati trovati cumuli di plastica, carta, legna e oli esausti. Perfino la strada per raggiungere il sito dove venivano smaltiti per combustione i rifiuti era stata realizzata con materiali edili di risulta notevolmente pericolosi, come l’eternit. Per permettere ai pesanti mezzi di raggiungere il luogo, è stata realizzata una strada di fortuna, per il tramite di pericolose lastre contenenti amianto, sbriciolate e fino a ridurle quasi in fibre dal passaggio dei mezzi, che le hanno rese pertanto “pericolosissime per l’uomo”, sottolineano gli investigatori. Indagini sono in corso per accertare eventuali responsabilità di altre persone, complici nella realizzazione del trasporto e nello smaltimento illecito di rifiuti.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

    Visualizza tutti gli articoli

Lascia un commento

Hide picture