venerdì, Maggio 3, 2024
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Xylella: Coldiretti, importante che la Ue permetta reimpianto uliveti

In un campo sperimentale di 12 ettari, a Presicce, sono stati innestati 1.000 ulivi secolari con 250 varietà, di cui 220 italiane (moltissime DOP) e 70 delle quali pugliesi e salentine, per un totale di circa cinquemila innesti. Tra le varietà anche cloni delle cultivar autoctone, Ogliarola e Cellina, utilizzate per redigere una scala di tolleranza della pianta al batterio.

L’apertura dell’Unione Europea alla possibilità di reimpianto di nuovi uliveti resistenti nell’area affetta da Xylella fastidiosa, il batterio che porta al disseccamento degli ulivi, è “un segnale importante che ci auguriamo possa diventare presto operativo con l’abrogazione dell’articolo 5 della Decisione del 2015 assunta dall’Ue che vieta ai coltivatori salentini, vale a dire delle provincie di Lecce e parte di Taranto e Brindisi, di impiantare nelle zone già infette”. Queste le parole del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, intervenuto a Presicce, presso Masseria del Feudo, dov’è in corso un progetto di ricerca per arginare il problema Xylella.

“L’apertura dell’Ue – ha aggiunto Moncalvo – rappresenta una speranza di ripresa economica e produttiva proprio dove la patologia ha azzerato un intero patrimonio olivicolo, ma la volontà di mettere a dimora nuove piante è anche il sintomo di una voglia di riscatto e di recuperare un giusto rapporto con l’ambiente e il territorio da parte del popolo salentino. Una volta ottenuta la deroga al divieto di reimpianto – ha proseguito il presidente della Coldiretti – dovranno essere attivati tutti gli interventi utili a sostenere gli olivicoltori nell’attività di reimpianto e per ristorarli delle perdite subite, in termini di patrimonio olivicolo e riduzione di oltre il 50% della produzione di olive, oltre a garantire la moratoria sui mutui e la sospensione dei contributi.”

Per combattere questo grave problema che colpisce gli ulivi è in corso anche un’altra ricerca, realizzata con Cnr (Ipsp di Bari e Ibbr di Perugia), Università di Bari e centro “Basile Caramia”, che si basa sul ritrovamento in zone fortemente contaminate dal batterio di 10 esemplari unici di olivastri asintomatici negli agri di Presicce, Ugento e Castrignano del Capo, risultati tutti negativi alle analisi per Xylella.

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