Viaggio dentro Roma: il Municipio V Prenestino
La nostra indagine sulla Capitale continua e questa volta Viaggio dentro Roma ci porta verso est a Prenestino, Collatino. Intervista a Mauro Caliste presidente del Municipio Roma V grande come Avellino, popoloso come Messina
Roma ha un’estensione enorme, è grande come la somma delle maggiori otto città italiane: come se Milano, Bologna, Torino, Genova, Napoli, Palermo, Catania e Firenze fossero raggruppate insieme. Roma è sette volte più estesa di Milano, un territorio enorme, quasi 1.300 kmq. Numeri che fanno capire la specificità e la complessità della città.
Ognuno dei quindici Municipi in cui è suddivisa è esteso come una media città italiana. Il Municipio Roma V (soggetto di questa tappa) meno di 27 kmq, tra i più piccoli, terz’ultimo in una eventuale classifica, è comunque paragonabile a una città come Avellino. Anche per popolazione i Municipi sono equiparabili a molti grandi comuni italiani. Il Quinto circa 250.000 abitanti, terzo in graduatoria, è rapportabile a Messina, la sua densità è quindi altissima più di 9.000 abitanti per kmq, il primo tra tutti.
Il Municipio V Prenestino/Centocelle è con il Primo e il Secondo uno dei tre Municipi tutti interni al territorio comunale, racchiusi entro il Grande Raccordo Anulare ed è il risultato dell’accorpamento degli ex Municipi VI e VII fatto nel 2013 con la riforma del decentramento comunale, ma tra poco sarà integrato da una piccola porzione della zona oltre il GRA a ridosso di La Rustica oggi parte del Municipio VI. Una sorta di triangolo racchiuso tra il tracciato ferroviario, la via Casilina e il GRA. Un territorio abbastanza omogeneo composto da quartieri storici, Pigneto, Prenestino, Torpignattara, Quadraro, Villa Gordiani, Collatino, Centocelle, Alessandrino, Quarticciolo nati a partire dall’annessione di Roma del 1870 e quelli sorti a partire dall’impetuoso sviluppo urbanistico e sociale degli anni sessanta e settanta del novecento, Casilino 23, Tor Tre Teste, Tor Sapienza anche luoghi di esperienze urbanistiche innovative firmate da architetti di grande valore come Carlo Aymonino e Ludovico Quaroni.
Quartieri, zone, nomi che evocano storie e vicende antiche e recenti. Il Municipio V è quello del Pigneto: una mèta della movida cittadina una zona assai frequentata che in pochi anni ha visto la radicale trasformazione del suo tessuto sociale, economico e edilizio. Naturalmente è anche molto di più. Nell’immaginario cittadino è lo sfondo di molti fatti legati alla storia politica e sociale della città. Sono strade e piazze che hanno fatto pure da scenografia a molti film diventati poi dei cult come “Roma città aperta” di Rossellini o “Accattone” di Pasolini e altri.
Municipio abbastanza green con quasi 2.300.000 mq di verde, al quinto posto nel confronto con gli altri, che però scende all’ottavo per il verde stradale. Parchi e aree per lo più situate nella parte esterna. Villa de Sanctis, Villa Gordiani, il parco archeologico di Centocelle, il parco di Tor Tre Teste, la tenuta della Mistica, l’ex Forte Prenestino e il controverso parco delle Energie, il lago ex Snia, una delle aree industriali presenti nel territorio, dismessa da molti anni e in cui è emerso nel tempo un piccolo invaso di acqua sorgiva e al centro di molti contrasti.
Politicamente il Municipio Roma V si può considerare una delle roccaforti del centrosinistra. Nelle sette elezioni dirette svolte, dalle prime del 1997 ad oggi, per sei volte ha vinto la coalizione di sinistra tranne che nel 2016 quando ha prevalso il M5S. Nel 2021 ha vinto di nuovo il centrosinistra, il presidente attuale è Mauro Caliste. Caliste, classe ’59, è il veterano dei presidenti di Municipio eletti nelle ultime amministrative. Nato e vissuto sempre nel territorio, dipendente ENI, una lunga storia alle spalle nata nel sociale e lo sport (con un trascorso da arbitro di calcio), sviluppata nell’attività sindacale e poi in quella politica a cominciare da consigliere per la Margherita vent’anni fa, poi assessore, è nel PD fin dalla fondazione del partito. Il presidente ha molti impegni, le giornate sono piene e per trovare rapidamente il tempo del colloquio ci affidiamo al telefono, modalità a cui ci stiamo assuefacendo ma che ci priva del contatto umano e in questo caso della spontanea empatia del presidente. Così cominciamo.
- Ci sbrighiamo presidente ci vorrà poco…
«Non c’è problema, il tempo che ci vuole».
- Lei è in politica da parecchio, ha una lunga esperienza possiamo dire che è un po’ il veterano dei presidenti di municipio …
«Così dicono» dice ridendo.
- Per lei la politica cos’è?
«Per me è passione – dice perentorio – amore per il territorio dove sono nato, cresciuto, dove vivono i miei figli, dove vivono i miei nipoti – e precisa – Metto a disposizione l’esperienza che ho maturato avendo fatto il consigliere e l’assessore in alcuni Municipi, a 62 anni non lo faccio per avere una prospettiva politica».
- Passione, dunque, però a un certo punto diventa mestiere?
«Ognuno deve fare il proprio mestiere l’ingegnere, l’operaio, l’artigiano – aggiunge – A fare politica non ci si improvvisa e per governare bisogna aver fatto un percorso che è anche conoscitivo. In prospettiva però lo diventerà per i vincoli che ci sono nel fare politica anzi la faranno solo i pensionati perché chi ha una propria attività non va a fare il consigliere che prende 500 euro al mese, oppure se sei un dipendente e hai mezz’ora per raggiungere il Municipio. Per me la politica però non sono tanto Consigli e Commissioni, ma avere il contatto con i cittadini, con il territorio».
- Il suo municipio viene identificato con il Pigneto, uno dei luoghi della movida romana: naturalmente c’è tanto di più a partire da una significativa presenza di patrimonio archeologico, di economia come il Centro Carni e curiosità come il lago ex Snia al centro di vicende da tanti anni. Che si sente ad amministrare un municipio così?
«In realtà sono due Municipi di cui è stata fatta una fusione a freddo nel 2013 che ha portato problemi ma ha unito territori simili urbanisticamente e socialmente: ad esempio la stragrande maggioranza dei cittadini sono di origine abruzzese, molisana, campana – aggiunge – Certo siamo conosciuti per il Pigneto ma Centocelle ormai sta diventando simile, la metropolitana ha portato un incremento della movida anche lì anche se di una tipologia diversa – poi – Noi e il Municipio Centro Storico abbiamo la presenza archeologica maggiore in città e nel nostro programma c’è la valorizzazione di questi beni perché questo significa portare economia – e – Giunta e Consiglio, tutti stiamo mettendo un grande impegno per invogliare imprese e aziende culturali a investire nel nostro territorio – aggiunge una sua vecchia passione – Anche nell’ambito sportivo. Abbiamo dei centri sportivi abbandonati da anni, riaprirli significa dare sport, salute e creare occupazione – ci anticipa – Cercheremo di riaprire la piscina e il centro sportivo abbandonato dentro il parco di Tor Tre Teste – e – L’ex Snia è un discorso a parte. L’amministrazione precedente aveva fatto delle promesse che poi non ha realizzato; da parte mia non avrà mai sentito dichiarazioni contro chi mi ha preceduto tanto è vero che il giorno del mio insediamento ho voluto accanto a me tutti i presidenti che mi hanno preceduto e ne sono orgoglioso. Io cerco il confronto e cercheremo di risolvere con quello che abbiamo a disposizione».
- Roma è una città enorme e ogni Municipio equivale a un grande comune italiano. Numeri che fanno intendere che servirebbero poteri adeguati ai problemi da risolvere. Li avete?
«I municipi hanno un bilancio derivato quindi non hanno delle entrate proprie; dobbiamo fare con un bilancio consolidato nel corso degli anni dove non si guardano le realtà territoriali, io dico che bisogna governare da buon padre di famiglia quello che abbiamo lo dobbiamo far bastare e utilizzarlo al meglio – aggiunge – Un nostro cavallo di battaglia sono le politiche sociali, dobbiamo assolutamente ridurre le liste di attesa che ci sono nei vari servizi per i disabili, per i bambini fragili – e precisa – Con molta soddisfazione le dico che nei primi tre mesi abbiamo ridotto del 25% la lista di attesa del “dopo di noi” è un trend che intendiamo seguire e a cui diamo molta attenzione, dobbiamo aiutare chi ha bisogno; nel nostro territorio ci sono quartieri che vivono di reddito di cittadinanza, di disoccupazione e c’è un’altissima dispersione scolastica, vogliamo aggredire questo perché dobbiamo dare a tutti le stesse possibilità».
Il presidente parla con trasporto e entusiasmo e fa emergere la passione con cui affronta questi temi, mostra conoscenza dei problemi del territorio che deve amministrare e l’esperienza maturata che lo aiuta.
- Roma è la città più verde d’Europa, nel vostro municipio ci sono diversi parchi grandi come quello archeologico di Centocelle, Villa Gordiani e tanti altri giardini e aree sotto i 20000 mq che avrete in carico e che costituiscono ricchezza ambientale e sociale. Qual è il loro stato, cosa vi proponete di fare?
«Per le piccole aree verdi stiamo definendo una convenzione con comitati e associazioni che li stanno prendendo in carico, ci sono fondi e finanziamenti che purtroppo sono stati fermi per anni, per le aree grandi la prima cosa da fare è togliere le migliaia di tonnellate di rifiuti sotterranei e alla luce del sole e dobbiamo valorizzare i beni archeologici che ci sono – aggiunge – Così come il parco lineare che sarà a cavallo tra noi e il IV Municipio dovuto ai lavori per l’alta velocità ferroviaria, realizzare polmoni verdi ove possibile anche con la piantumazione di nuove alberature per creare zone CO2 per dare ossigeno, in alcune aree ci sono le tutele archeologiche e le piantumazioni sono difficili, nella Tenuta della Mistica ci sono delle bellissime cose che devono essere utilizzate meglio e rese fruibili per i cittadini .Su questi temi la Regione Lazio ci è vicina, ha stanziato dei finanziamenti e li utilizzeremo per le piantumazioni e la valorizzazione dei nostri beni».
- Qual è la situazione rifiuti?
«Guardi ,direi in miglioramento, da noi c’è il porta a porta delle attività commerciali e sta funzionando – dice con un sorriso – Sta dando i primi frutti, i commercianti sanno giorni, orari e tipologia di rifiuti da metter fuori e fanno la loro parte, così i cassonetti non sono stracolmi e devo ringraziare l’AMA perché con le risorse umane e i mezzi a disposizione che hanno fanno un gran lavoro, le nostre strade non saranno in stato ottimale ma sicuramente c’è una situazione migliore dello standard di Roma. Noi vogliamo essere propositivi e oltre a quella che realizza l’AMA nei mesi dispari, nei mesi pari facciamo una raccolta speciale dei rifiuti ingombranti itinerante nei nostri quartieri in questo modo chiunque potrà gettare i rifiuti, lo facciamo con AMA e con la collaborazione e il coinvolgimento dei comitati e delle associazioni locali che attivano le loro reti».
- A Roma sono previsti 14 nuovi centri di raccolta, alcuni anche in questo Municipio. Qual è la vostra posizione?
«Dovrebbero essere due da quello che c’è stato detto, quello in via Collatina più un altro a La Rustica, noi stiamo chiedendo pure di implementare quello che c’è a via Teano, se le normative prevedono che questi centri devono essere ogni 70.000 abitanti noi siamo 260.000 pensiamo di farne tre belli consistenti – e precisa – se vogliamo cambiare questa città ognuno di noi deve fare uno sforzo, sono aree attrezzate e pulite, si tratta di impianti AMA dove ci sono pure gli uffici e non è che i lavoratori vanno a vivere in luoghi inadatti, è positivo perché i cittadini hanno la possibilità di portare il proprio rifiuto ingombrante».
- Il decoro della città è dato anche dalle scritte vandaliche e le tag non rimosse sui muri, le erbe spontanee che crescono ovunque e non vengono sfalciate, strade e marciapiedi dissestati. State facendo qualcosa?
«Beh in realtà qualcosa è stato fatto, con il dipartimento ambiente lo sfalcio dell’erba sui marciapiedi è stato fatto – puntualizza – Però bisogna fare ordine amministrativo perché attualmente è previsto che l’erba sul marciapiede la deve tagliare un ente, sotto il marciapiede un altro allora bisogna innanzitutto rimettere un minimo d’ordine su queste cose perché secondo me il metodo è la prima cosa, se ci diamo un metodo tutti sanno quello che devono fare: il Dipartimento, il Servizio giardini, l’AMA – e precisa – fino al primo gennaio l’AMA per spostare i cassonetti doveva mandare la comunicazione alla polizia locale che faceva una determina e gli diceva lo puoi fare non lo puoi fare, il servizio giardini se doveva fare la potatura degli alberi doveva scrivere ai vigili urbani per chiedere il permesso e anche le ditte di manutenzione ordinaria dovevano chiedere ai vigili, abbiamo fatto una determina aperta per agevolare la macchina amministrativa e non devono più aspettare per lavorare – aggiunge – e ho segnalato all’assessorato per i lavori pubblici di darsi un metodo di coordinamento per i lavori stradali, non è possibile asfaltare strade dove poi verranno fatti scavi per le telecomunicazioni o altro che poi dovranno essere riasfaltate, è anche un modo per ottimizzare le risorse».
- I tronconi degli alberi capitozzati e non rimossi che stanno lì mesi ed anni cosa fate?
«Ho detto che non parlavo male di quelli di prima però mi ci costringe – dice sorridendo – Abbiamo un cestello ogni 4/5 municipi per fare le potature degli alberi alti e coincidevano la revisione dei mezzi con i periodi delle potature che sono entro fine marzo dopo si possono fare solo sui pini e sui platani, per i carotaggi abbiamo trovato un’AMA con poco personale e pochi mezzi assolutamente insufficienti, lo stesso per il Servizio Giardini – continua – Nel nostro Municipio ci sono 15 operatori di cui due o tre assunti lo scorso anno che non hanno nemmeno fatto il corso per poter fare le potature o guidare i mezzi, devono coprire il V e il VI, 500.000 abitanti, ci devono essere più risorse a disposizione».
Il presidente è un fiume di parole e la sua vena sindacale affiora spesso, il suo tono è quello tipico di certa bonomia romana e la sua voce arrochita e caratteristica, si potrebbe stare ancora a lungo ma il tempo è corso via veloce e siamo stati lunghi.
- Ci sentiamo tra sei mesi per un punto della situazione?
«Certo, quando vuole sarà un piacere risentirla».