Su quale Costituzione ha giurato Giorgia Meloni?
Un governo che ha la fortuna di avere tra le sue file autorevoli ministri del calibro di Giuseppe Valditara all’Istruzione e Gennaro Sangiuliano ai Beni Culturali non può avere una Premier con un sonoro 3 in Storia che segue un recente 3 in Geografia.
Due pesanti insufficienze in un solo mese, direbbero a scuola, denotano che lo studente non si applica o che “maestri” come Donzelli e Foti è meglio che abbandonino di dare “ripetizioni” serali e “tornino” in Parlamento.
Giorgia Meloni deve stare attenta: Dopo Cutro non ci voleva lo scivolone sulle Fosse Ardeatine perché, di scivolone in scivolone, rischia di rompersi l’osso del collo e finire al traumatologico di qualche ospedale romano.
Passi che si trovava a Bruxelles in tutt’altri affari impegnata e passi che qualcuno le ha sintetizzato male le paginette del Bignami sull’ eccidio delle Fosse Ardeatine, ma come si fa a dire in poche righe di comunicato –evidentemente studiato e pensato – le scempiaggini che ha scritto: rappresaglia nazista all’attacco partigiano? E se invece quello di via Rasella fosse stata una risposta alla violenza dei tedeschi a Roma?
Ma la cosa più grave è aver volutamente “taciuto” sul fatto che le vittime della furia nazista erano tutti antifascisti ed ebrei e che alle autorità tedesche fu consegnato un elenco messo a punto da italiani, fascisti e collaborazionisti.
Certo che erano italiani, come dice la Premier, ma con un’idea assai diversa di Paese: libero da una parte, asservito alla dittatura dall’altro. E questa riscrittura di “destra” della storia italiana richiederebbe una puntualizzazione del Presidente della Repubblica davanti al quale la Premier ha giurato lo scorso 22 ottobre.
Eppure, l’“antifascismo”, gli uomini di Fratelli d’Italia non lo riescono a pronunciare. Non è una semplice “parolina” sulla quale giocare come minimizza Malan, né “una stucchevole guerra delle parole” come noiosamente dice Rampelli. L’antifascismo è un valore fondante della Repubblica italiana e della nostra Costituzione. Del resto, non lo si può pretendere da un partito nato sulla fiamma del Movimento Sociale di Giorgio Almirante. Passi per Rampelli e Malan ma La Russa e Meloni sono presidente del Senato e Capo del Governo.
Qualcuno ha spiegato loro che la Costituzione – sulla quale hanno giurato – è nata dall’incontro di tutte le forze che si sono opposte al fascismo e lo hanno combattuto? Non dico studiata ma almeno l’hanno letta? Sembrerebbe di no!
A Giorgia Meloni un consiglio: Eviti, il 25 aprile, di partecipare alle cerimonie che si terranno in tutta Italia, s’inventi qualche missione all’estero, e non mandi comunicati che violentino ancora la storia di questo Paese. Il silenzio, in certi momenti, è d’oro.
Del resto, abbiamo tutti capito che il suo antifascismo, per chi negli anni Settanta si è formata alla Garbatella, nasce dalla violenza di militanti di sinistra che nelle piazze si scontravano con i ragazzi del Movimento Sociale. Tutto qui!
Se tanto mi dà tanto…
Su quale Costituzione ha giurato Giorgia Meloni?
Un governo che ha la fortuna di avere tra le sue file autorevoli ministri del calibro di Giuseppe Valditara all’Istruzione e Gennaro Sangiuliano ai Beni Culturali non può avere una Premier con un sonoro 3 in Storia che segue un recente 3 in Geografia.
Due pesanti insufficienze in un solo mese, direbbero a scuola, denotano che lo studente non si applica o che “maestri” come Donzelli e Foti è meglio che abbandonino di dare “ripetizioni” serali e “tornino” in Parlamento.
Giorgia Meloni deve stare attenta: Dopo Cutro non ci voleva lo scivolone sulle Fosse Ardeatine perché, di scivolone in scivolone, rischia di rompersi l’osso del collo e finire al traumatologico di qualche ospedale romano.
Passi che si trovava a Bruxelles in tutt’altri affari impegnata e passi che qualcuno le ha sintetizzato male le paginette del Bignami sull’ eccidio delle Fosse Ardeatine, ma come si fa a dire in poche righe di comunicato –evidentemente studiato e pensato – le scempiaggini che ha scritto: rappresaglia nazista all’attacco partigiano? E se invece quello di via Rasella fosse stata una risposta alla violenza dei tedeschi a Roma?
Ma la cosa più grave è aver volutamente “taciuto” sul fatto che le vittime della furia nazista erano tutti antifascisti ed ebrei e che alle autorità tedesche fu consegnato un elenco messo a punto da italiani, fascisti e collaborazionisti.
Certo che erano italiani, come dice la Premier, ma con un’idea assai diversa di Paese: libero da una parte, asservito alla dittatura dall’altro. E questa riscrittura di “destra” della storia italiana richiederebbe una puntualizzazione del Presidente della Repubblica davanti al quale la Premier ha giurato lo scorso 22 ottobre.
Eppure, l’“antifascismo”, gli uomini di Fratelli d’Italia non lo riescono a pronunciare. Non è una semplice “parolina” sulla quale giocare come minimizza Malan, né “una stucchevole guerra delle parole” come noiosamente dice Rampelli. L’antifascismo è un valore fondante della Repubblica italiana e della nostra Costituzione. Del resto, non lo si può pretendere da un partito nato sulla fiamma del Movimento Sociale di Giorgio Almirante. Passi per Rampelli e Malan ma La Russa e Meloni sono presidente del Senato e Capo del Governo.
Qualcuno ha spiegato loro che la Costituzione – sulla quale hanno giurato – è nata dall’incontro di tutte le forze che si sono opposte al fascismo e lo hanno combattuto? Non dico studiata ma almeno l’hanno letta? Sembrerebbe di no!
A Giorgia Meloni un consiglio: Eviti, il 25 aprile, di partecipare alle cerimonie che si terranno in tutta Italia, s’inventi qualche missione all’estero, e non mandi comunicati che violentino ancora la storia di questo Paese. Il silenzio, in certi momenti, è d’oro.
Del resto, abbiamo tutti capito che il suo antifascismo, per chi negli anni Settanta si è formata alla Garbatella, nasce dalla violenza di militanti di sinistra che nelle piazze si scontravano con i ragazzi del Movimento Sociale. Tutto qui!
Se tanto mi dà tanto…