domenica, Maggio 19, 2024
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Granieri: “Manca una visione Paese sul sistema olivicolo”

“Se l’Italia piange, la Spagna in Europa, e il resto del mondo olivicolo non ridono.” David Granieri presidente di Unaprol commenta le previsioni della campagna olivicola in Italia realizzate da Ismea con la collaborazione della rete di monitoraggio del consorzio olivicolo italiano e di altre realtà associative del settore.

“Quello che colpisce – afferma Granieri – è l’assenza di una visione strategica del sistema Paese sul futuro di questo settore che quest’anno è molto più marcata per via del calo del 35% circa della produzione a livello nazionale”. L’eccezionale attacco di mosca olearia che ha colpito in maniera significativa numerose aree vocate dell’olivicoltura italiana, dopo l’eccezionale ondata di maltempo, mette in evidenza la necessità di implementare un sistema di monitoraggio e prevenzione che limiti in futuro i danni sulla produzione.

ll tutto avviene in uno scenario che vede altri marchi storici del made in Italy volare all’estero, i prezzi della materia prima aumentare (+40% su base annua), le esportazioni di olio “made in Italy” pure (+ 13% di cui + 18% gli oli extra vergine), come anche le importazioni (+43% in volume e +12% in valore). Aumentano (+3%), le vendite del prodotto nei primi mesi otto mesi del 2014. L’unico segmento che non riesce a beneficiare dei valori della crescita è quello della produzione nonostante il differenziale di prezzo che, in questo momento tra gli oli italiani e quelli spagnoli, è di 1,47€ kg., rispetto a 0,43€ in media del 2013. “Anche se le conseguenze di una campagna anomala hanno accentuato il processo di erosione del reddito delle imprese per far fronte all’emergenza maltempo e mosca olearia, lo spread tra Italia e Spagna è il segnale – afferma Granieri – che il mercato chiede più qualità ed è disposta a pagare per ottenerla”.

Il settore, secondo l’osservatorio economico di Unaprol, ha in se stesso le potenzialità per poter superare la crisi. L’Italia detiene una quota pari al 20% della produzione comunitaria. L’olivicoltura italiana vale 2miliardi di Euro alla pianta; si estende su una superficie di 1.123.330 ha e un numero di aziende agricole che sfiora le 900.000 unità che sviluppano circa 50 milioni di giornate di lavoro di assunzione di manodopera agricola all’anno.

I consumi a livello mondiale mostrano stabilità (circa 3 milioni di tonnellate). Le aree di consumo più importanti sono l’Europa con il 57% e gli Stati Uniti D’America con il 10% del totale. In Italia operano, secondo i dati Agea circa 3760 frantoi attivi. I principali mercati di sbocco sono rappresentati da Usa e Germania; ottima anche la posizione del Giappone.  Per le Dop l’Italia con 43 denominazioni (42 Dop e 1 Igp), detiene il 38% delle designazioni di origine dei marchi europei. Segue la Grecia con 29 e la Spagna con 27. Per le produzioni Bio, il 14% delle superfici Bio, pari a 164.488 ha, sono appannaggio dell’olivicoltura e la produzione di olio biologico risulta maggiormente concentrata in Puglia (33%), Calabria (30%) e Sicilia (11%).

“Un contributo per la tutela del prodotto simbolo del made in Italy nel mondo – ha aggiunto Granieri – è la mozione dell’on. Colomba Mongiello, attualmente all’esame della Camera dei Deputati”. Con questo atto si impegna il governo Renzi ad individuare un plafond non inferiore a 90 milioni di euro da ripartire nell’arco di un triennio per attivare iniziative di valorizzazione dell’olio extra vergine di oliva, con particolare riguardo ad azioni divulgative volte a favorire la conoscenza delle proprietà nutrizionali e salutistiche degli oli extra vergine di qualità.  “Un’opportunità che potrebbe stimolare la domanda dei nostri migliori oli extra vergine e riaccendere l’economia dei territori italiani dopo questa annata difficile”.

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