Rivoluzione green nella mobilità: lo pneumatico-serra
di Gianluca De Angelis
Nella lotta all’inquinamento, tutte le aziende sono ormai spinte in una corsa al progresso dove la parola innovazione coincida il più possibile con quella di sostenibilità: in questo frangente un settore che si è impegnato particolarmente a trovare delle alternative ai suoi metodi di alimentazione standard è stato, negli ultimi anni, sicuramente quello delle autovetture.
Molte le novità che hanno interessato il settore, cominciando dal miglioramento dei motori a combustione interna, proseguendo con la ricerca di nuovi carburanti meno inquinanti (dopo GPL e metano, l’idrogeno è considerato il gas del futuro automobilistico), affinando la realtà del motore elettrico (da utilizzare sia sulle auto ibride sia, spingendo la ricerca aumentare l’autonomia degli accumulatori, sulle full-electric).
Gli interventi per rendere ancora più green il settore dei trasporti riducendo l’impatto ambientale dei milioni di auto, bus e camion che popolano le strade del mondo industrializzato non hanno riguardato solo le loro motorizzazioni, ma anche altri componenti e tra questi in particolare gli pneumatici.
Come noto, la gomma degli pneumatici è infatti una delle parti delle autovetture più inquinanti, tanto che si ritiene che negli ultimi anni le polveri sprigionate dai freni e dalle gomme abbiano provocato un tasso di inquinamento superiore a quello dovuto ai motori Diesel. A tutto ciò si aggiungono poi le difficoltà legate allo smaltimento delle loro carcasse.
Una delle ultime e più interessanti novità in questo ambito è stata presentata al Salone internazionale dell’automobile di Ginevra 2018 (aperto fino al 18 Marzo) dalla Goodyear: il prototipo di pneumatico Oxygene, in grado di rendere la mobilità nelle città notevolmente più sostenibile.
La novità principale di Oxygene (realizzato con l’utilizzo di polvere di gomma originata da pneumatici riciclati attraverso la stampa 3D) arriverebbe proprio dalla sua struttura interna, composta di…muschio!
Attraverso un sistema di fori, che offrirebbe tra l’altro un’altissima aderenza su terreni bagnati, lo pneumatico sarebbe in grado di assorbire l’acqua presente sul terreno per alimentare il muschio posto al suo interno e favorirne la crescita e il mantenimento.
In pratica uno “pneumatico-serra”, in grado di assorbire CO2 dall’atmosfera (inquinata) circostante e di liberare ossigeno. Un’idea che potrebbe sembrare assurda quella di uno pneumatico capace di effettuare la fotosintesi. Ma, se pienamente realizzata, basterebbero pochi numeri a rendere chiari i benefici possibili: si pensi che, se tutti i 2,5 milioni di veicoli dell’area urbana di Parigi adottassero lo pneumatico in questione, si produrrebbero ben 3mila tonnellate di ossigeno in più ogni giorno.
“Si prevede che entro il 2050 più di due terzi della popolazione mondiale vivrà nelle città, pertanto la pressione sulle reti di trasporto nei contesti urbani aumenterà in modo significativo” ha dichiarato in proposito Chris Delaney, Presidente di Goodyear Europa, Middle-East e Africa, secondo il quale “le infrastrutture e trasporti più verdi e più intelligenti saranno fondamentali per affrontare le sfide più urgenti della mobilità e dello sviluppo urbano.”
Ma Oxygene non si ferma qua, in quanto implementa migliorie che renderebbero più sicura la circolazione delle auto anche per i pedoni: sul bordo dello pneumatico è presente infatti un led (alimentato anch’esso dall’acqua in circolo) che segnala le deviazioni e le frenate della vettura attraverso un cambio di luci.
Per ora Oxygene rimane solo un prototipo, certo, ma apre un ampio spettro di possibilità su cosa sia possibile immaginare e creare per ridurre l’impatto ambientale della nostra quotidianità, nel campo delle autovetture e non solo.
(clicca sull’immagine per vedere il video di presentazione)