Ritornerà il “grano della vittoria”?
Grazie ai fondi stanziati per il sisma del 2016, a Rieti sarà riqualificata l’ex Stazione sperimentale di Nazzareno Strampelli, il protagonista della “prima” rivoluzione verde. Ospiterà, oltre alla collezione del genetista e agronomo reatino, i corsi del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università della Tuscia.
Cibo per tutti: questa è la vera sfida del futuro. Secondo i moderni genetisti, almeno i 2/3 della popolazione mondiale si cibano di farina proveniente, direttamente o indirettamente, dalle varietà di grano selezionate da Nazzareno Strampelli, il famoso agronomo e genetista che attraverso le sue ricerche approdò alle cosiddette “varietà della vittoria”. Frumenti che si affermarono prima in Italia e poi nel mondo proprio per le loro caratteristiche: precocità di spigatura, resistenza alle ruggini e taglia delle piante.
Il genetista reatino Nazzareno Strampelli, detto Nazareno – CREA
Tutte qualità che oggi tornano d’attualità per fronteggiare i grandi cambiamenti climatici, accompagnati da lunghi periodi siccitosi in aree sempre più estese. Il genetista reatino nel 1915 riuscì a selezionare in Campania uno dei suoi grani più famosi, il “Senatore Cappelli”, tornato di gran moda soprattutto nell’alta ristorazione. Il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA) ha catalogato tutto il materiale custodito presso l’ex stazione sperimentale Strampelli di Rieti, danneggiata dal sisma del 2016 – oggi luogo del cuore FAI – che si compone di 865 pannelli di spighe e circa 4.000 ampolle di semi delle centinaia di varietà raccolte dal ricercatore.
La facciata dell’ex Regia Stazione di Granicoltura Strampelli – FAI
Da alcuni mesi parte di questo materiale è esposto al Ministero dell’Agricoltura (MASAF), grazie a un patto con Ministero della Cultura, CREA e Comune di Rieti, proprio per far conoscere uno dei più importanti pionieri del miglioramento genetico delle piante agricole, che riuscì a incrementare le rese medie per ettaro, con importanti benefici sulla disponibilità alimentare della popolazione. All’inaugurazione della mostra, il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ha sottolineato che la ricerca è la vera sfida di questi tempi e che la sicurezza alimentare non si garantisce solo con il cibo ma anche con la qualità.
I ministri Lollobrigida e Sangiuliano all’inaugurazione della mostra su Strampelli – MASAF
L’ex stazione sarà restaurata grazie a un’Ordinanza speciale della Cabina di Regia per la Ricostruzione del Sisma 2016, che prevede un finanziamento di 7 milioni di euro, da gestire con uno specifico protocollo d’intesa con Agricoltura, Beni Culturali, Regione Lazio, Demanio e Comune di Rieti. La struttura riqualificata ospiterà i corsi del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università della Tuscia e la collezione personale di questo grande innovatore italiano, fino ad oggi custodita dal CREA. Si tratta di un percorso fortemente voluto dal MASAF per rilanciare le eccellenze del territorio, basato sulla convinzione che l’agricoltura è uno degli asset fondamentali della nostra economia. La definizione di un nuovo modello di pianta, in grado di contrastare l’aumento delle temperature e assicurare una maggiore efficienza di utilizzo dell’acqua e dei nutrienti – afferma il CREA – potrebbe ripartire proprio dai geni di Strampelli, ossia quelli della “prima” rivoluzione verde.
Il centro Strampelli che è stato danneggiato dal terremoto nel 2016 – PCM, Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2016