Risorse idriche e desertificazione: problema poco noto in Italia
Con il progetto “Acqua nelle nostre mani” si cerca di far comprendere l’importanza di un uso intelligente di una risorsa preziosa e limitata
di Gianluca De Angelis
È passata una settimana dalla Giornata Mondiale contro la Desertificazione e la Siccità, svoltasi il 17 giugno, ma grazie a questo evento è ormai ancora più chiaro come questa problematica sembri essere una preoccupazione assolutamente non prioritaria per gli italiani. Eppure, fortunatamente, per contrastare questo fenomeno che rischia di affliggere l’ambiente e l’agricoltura in maniera rilevante, sono diverse le idee che si stanno prendendo in considerazione per procedere contemporaneamente ad un’opera di sensibilizzazione sull’argomento e a una serie di attività atte a contrastarlo in maniera attiva.
Uno dei progetti più interessanti in merito arriva infatti dal Cilento, e ha catalizzato una grande attenzione proprio durante la giornata mondiale della scorsa settimana: stiamo parlando del progetto “Acqua nelle nostre mani”. L’iniziativa è sviluppata in diverse fasi, e si vuole porre proprio come un modello virtuoso pronto a guidare le future abitudini di consumo per il bene dell’acqua, che spesso ci si dimentica essere prezioso e limitato.
Importante sottolineare però prima di tutto i dati sulla percezione che gli italiani hanno rispetto a queste tematiche: e si parla sia dell’attiva implementazione di uno stile di vita sostenibile, così come proprio della percezione individuale dei consumi d’acqua. Secondo la ricerca di Ipsos per Finish (azienda leader italiana per quanto riguarda i prodotti per lavastoviglie) emerge che vi è un forte contrasto tra l’idea di un presente sostenibile e le effettive intenzioni di mettere in atto cambiamenti concreti alla propria quotidianità affinché ciò avvenga. Il 97% degli intervistati, infatti, ritiene importante il concetto di sostenibilità per il futuro del pianeta: un dato apparentemente ottimo, quindi, se non fosse che quando viene chiesta agli intervistati la volontà di rinunciare o cambiare le proprie abitudini per favorire il futuro del pianeta, la risposta affermativa cala drasticamente al 20%.
Discorso simile anche per quello che concerne la percezione circa le problematiche che affliggono l’ambiente e le conseguenti azioni da svolgere per la sua tutela. Se il sondaggio evidenzia una grande attenzione e paura nei confronti di temi come la gestione dei rifiuti e le emissioni inquinanti (rispettivamente il 50% e il 41% delle risposte), si attesta solo sul 10% quando si parla di problemi come l’amministrazione delle risorse idriche italiane, o il problema della siccità.
Infine, dato altrettanto importante è anche quello della percezione dei consumi: contrariamente a quanto crede il 52% degli italiani, in realtà, il consumo medio d’acqua pro capite nel nostro Paese non è uguale né più basso rispetto a quello degli altri Paesi europei. Il consumo dell’italiano medio, infatti, supera abbondantemente i 200 litri pro capite, mentre nel resto d’Europa si attesta sui 165 litri. Infine, poco controllati anche gli stessi consumi: solo il 38% degli intervistati dichiara di effettuare un controllo continuo.
Come dicevamo, però, a partire dal 17 giugno non ci si è limitati solo ad una diffusione di questi dati poco incoraggianti, ma si è visto il primo passo di questa nuova collaborazione tra Finish e il Future Food Institute: il progetto, nello specifico, nasce in una visione globale di Reckitt Benckiser e prevede una serie di azioni che aiuterà a salvaguardare la risorsa idrica nel Cilento, zona italiana dove il rischio di siccità nelle stagioni più calde è tra i più elevati. Non solo Finish donerà al territorio di Pollica e ai suoi prodotti 38 litri d’acqua per ogni confezione venduta, ma si prevedono nel lungo periodo anche interventi sulle infrastrutture, che permetteranno di riattivare i canali di fonte di irrigazione secondarie attraverso le quali si tornerà a disporre di ingenti quantità d’acqua, di cui 32 milioni di litri per usi agricoli e potabili. In questo modo si aiuteranno gli agricoltori della zona del Cilento, salvaguardando, inoltre, la vastissima biodiversità di queste aree e garantendo la produzione sostenibile dei prodotti iconici di quel territorio, come il pomodorino giallo del Cilento, l’oliva di Salella ammaccata, i ceci di Cicerale e alcune varietà molto antiche di grano come il Saragolla e il Carosella.