domenica, Maggio 19, 2024
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Prodotti vegani e birra artigianale entrano nel paniere Istat

Cia e Coldiretti confermano l’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli certificato dall’Istat e dovuto al “mix” drammatico di maltempo e terremoto. Triplicati nell’ultimo anno i consumatori “vegani”. Aumenta anche il numero dei microbirrifici, con la birra artigianale che entra stabilmente nel paniere Istat.

L’inflazione ha rialzato la testa spinta in alto proprio dai prezzi degli alimentari freschi, in primis degli ortaggi, che sono cresciuti del 14,3% rispetto a dicembre e addirittura del 20,1% su gennaio 2016. Queste le conclusioni dell’Ufficio Studi della Cia-Agricoltori Italiani basate sui dati diffusi oggi dall’Istituto nazionale di statistica.

La gelata drammatica di inizio anno, dunque, ha penalizzato non soltanto gli agricoltori ma anche i consumatori. Freddo e neve hanno messo in ginocchio migliaia di imprese agricole soprattutto al Sud, dove si produce il 61% degli ortaggi italiani e il 97% degli agrumi nazionali – spiega la Cia – produzioni intere falcidiate dalle gelate o bloccate nei magazzini aziendali per le cattive condizioni stradali, che hanno rallentato fortemente la circolazione dei tir e quindi le consegne di prodotti freschi lungo la filiera. Con conseguenze immediate sul rialzo dei prezzi al consumo.

Quanto all’ingresso nel nuovo paniere Istat dei prodotti “Veg” – aggiunge la Cia – si tratta di una scelta obbligata, visto che il numero di vegetariani e vegani in Italia è in sensibile crescita. Molto bene poi l’entrata nel paniere della “birra artigianale”, spesso prodotta dalle stesse aziende agricole.

Proprio a riguardo delle scelte dei prodotti vegani degli italiani, secondo la Coldiretti, che ha analizzato e commentato i dati Eurispes e il nuovo paniere dell’Istat del 2017, quasi un italiano su dieci ha seguito una dieta vegetariana o vegana con un trend in aumento dovuto ai vegani che sono praticamente triplicati nell’ultimo anno, per un totale di 1,8 milioni di persone.

L’Istat certifica poi che i cambiamenti intervenuti nei comportamenti di spesa degli italiani sono frutto anche di allarmismi infondati, provocazioni e campagne diffamatorie, che colpiscono un alimento come la carne, determinante per la salute e che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea, alla quale apporta l’indispensabile contributo proteico.

Questa tendenza è spinta anche dal business, secondo un’analisi Coldiretti su dati Nielsen-Coop, dalla quale si evidenzia che nel 2016 il giro d’affari dei prodotti vegani e vegetariani ha toccato i 357 milioni di euro di fatturato nella sola grande distribuzione, con un incremento del 18% negli ultimi 12 mesi. Serve educazione e buon senso e soprattutto rispetto per tutti i diversi stili alimentari ai quali – sottolinea la Coldiretti – l’agricoltura italiana può offrire grandi opportunità di scelta grazie ai primati conquistati nella qualità e nella biodiversità senza cadere nella tentazione dei cibi di gran moda in Italia come ad esempio la curcuma o le bacche di goji, i fagioli azuchi e lo zenzero che sono in gran parte provenienti da Paesi come India e Cina che si trovano al vertici mondiali per l’insicurezza alimentare.

Accanto ai prodotti vegetariani entra nel paniere anche la birra artigianale per la quale si assiste in Italia – continua la Coldiretti – al boom dei microbirrifici che dieci anni fa erano poco più di una trentina ed ora sono circa un migliaio per una produzione stimata in 45 milioni di litri. La nuova produzione artigianale Made in Italy – precisa la Coldiretti – è molto diversificata con numerosi esempi di innovazione, dalla birra aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo di colore giallo paglierino, ma c’è anche quella alle visciole, al radicchio rosso tardivo Igp o al riso. Una offerta che sta conquistando un numero crescente di consumatori in Italia e all’estero dove in dieci anni l’export di birra italiana è praticamente triplicato.

Oltre a contribuire all’economia la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni che – conclude la Coldiretti – vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole, ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica.

 

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