mercoledì, Gennaio 29, 2025
Agroalimentare

Pomodoro Petti: non italiano ma extra-Ue, truffa da tre milioni

Il fiore all’occhiello della loro produzione, quello che viene decantato come il non plus ultra sul sito internet dell’azienda, si è rivelato una volgare “bufala”: sì, perché quello che stamattina stavano etichettando come “Pomodoro 100% Toscano” (ma anche l’altro, quello marchiato “100% italiano”) nello stabilimento dell’Italian Food SpA – Gruppo Petti di Venturina Terme e Campo alla Croce di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno, era per lo più pomodoro di provenienza extraeuropea.

Una frode che si è conclusa grazie alla “Operazione Scarlatto”, portata a termine dai militari del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, insieme ai colleghi delle Unità dell’Arma Territoriale e Forestale: oggi, quando sono entrati nell’azienda, gli impianti di trasformazione e confezionamento lavoravano a pieno ritmo. L’intervento dei militari, su provvedimento della Procura di Livorno, è stato disposto al termine di alcune settimane di investigazione che hanno portato all’incriminazione di sei persone per concorso in frode in commercio.

Sono state sequestrate circa 3.500 tonnellate di conserve di pomodoro in bottiglie, vasi di vetro, barattoli, pacchi e bricks, già confezionate ed etichettate come “pomodoro 100% italiano” e/o “pomodoro 100% toscano”, pronte per la commercializzazione: circa 977 tonnellate di prodotto semilavorato e concentrato di pomodoro di provenienza extraeuropea, in fusti e bidoni, per un totale di 4.477 tonnellate e per un valore commerciale di almeno 3 milioni di euro.

Il prodotto, confezionato e pronto per la commercializzazione, quantificabile in milioni di pezzi, era custodito all’interno dei depositi coperti dell’azienda, mentre le diverse migliaia di fusti e cassoni di semilavorato e concentrato di pomodoro estero erano stoccate principalmente su un piazzale esterno nell’area dello stabilimento.

Il provvedimento scaturisce da un’articolata indagine finalizzata al contrasto delle frodi nel settore agroalimentare ed avviata nel gennaio scorso dalla Sezione Operativa Centrale del Reparto Operativo del comparto di specialità dell’Arma, coordinata dalla Procura di Livorno. Le indagini, con il supporto dell’Agenzia delle Dogane e corroborate da riscontri provenienti da reiterati servizi di osservazione, hanno documentato come gli indagati, agendo nei diversi ruoli dell’organigramma aziendale, avessero posto in essere la sistematica produzione e fraudolenta commercializzazione di conserve di pomodoro – principalmente passata di pomodoro di vario tipo e formato, con il marchio della nota azienda – falsamente etichettate quale “pomodoro 100% italiano” e/o “pomodoro 1005 toscano”, destinate poi alla Grande Distribuzione Organizzata per la vendita al dettaglio al consumatore finale sul territorio nazionale.

In pratica, il pomodoro di origine italiana era presente in quantità minime mentre la maggior parte del pomodoro trattato era di provenienza estera, come i Carabinieri hanno potuto constatare quando sono entrati nell’area di lavorazione, proprio quando gli addetti sono stati colti ad effettuare l’operazione di miscelazione. Nel corso del blitz è stata anche sequestrata copiosa documentazione contabile (sia cartacea che su supporto informatico) da cui si evince chiaramente la condotta fraudolenta messa in atto.

Ma non basta. Durante l’operazione si accertava anche la non ottemperanza dell’azienda ad un decreto del marzo scorso che imponeva la sospensione delle attività produttive presso lo stabilimento di Venturina Terme per reiterate violazioni di natura ambientale e la realizzazione in quell’area di un manufatto di circa 4000 mq in assenza di concessione edilizia, con conseguente denuncia del legale rappresentante per entrambi i reati.

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