Pizzi e merletti sul lago
Il Museo della Civiltà Contadina di Anguillara rilancia l’artigianato identitario del ricamo con una mostra laboratorio. “Ricamar Parlando” è patrocinata dal comune e si svolge nell’ambito di “Giorniverdi”.
L’agricoltura è l’arte di sapere aspettare, scriveva Riccardo Bacchelli. Un’arte che le donne conoscono da sempre. Un tempo, la sera, contadine e no, si ritrovavano accanto al focolare, o sull’aia nelle notti d’estate, e parlando della loro vita di tutti i giorni erano solite ricamare il corredo con la magia delle loro ruvide mani. E mentre la rivoluzione industriale gli dava l’opportunità di avere uno stipendio mettendo in campo competenze da sempre ritenute femminili, come la tessitura e il ricamo, le donne della terra continuavano con il loro antico ordito.
Molti degli oggetti per ricamare e tessere, come le rocche e il fuso, una volta erano legati al ciclo fidanzamento-matrimonio, e spesso venivano donati proprio nel giorno degli sponsali. Si tratta di una sapienza antichissima che risale all’Egitto dei faraoni. Nel nostro Paese le prime scuole di ricamo risalgono ai primi anni del secondo millennio. Quest’antica arte si diffuse in tutta Europa a partire dal XII secolo. Il Museo della Civiltà Contadina e della Cultura Popolare di Anguillara, non vuole disperdere la conoscenza di questo patrimonio arcaico legato alla tradizione orale, e rispolvera l’arte del merletto con un laboratorio dedicato, “Ricamar parando”, che si svolgerà il prossimo fine settimana, il 26 e 27 giugno, nella sede del museo. (Prenotazioni: 360 805841 – Orari Laboratorio: 10.30-13.00 – Partecipazione gratuita)
Il seminario-laboratorio, condotto da Sandra Mariotti, ricamatrice appassionata, non intende solo insegnare i punti base ma anche promuovere uno scambio tra le diverse tecniche di ricamo. Il laboratorio, è accompagnato da una Mostra di trine e merletti nelle sale museali. Così accanto agli attrezzi di un tempo per lavorare la terra si potranno ammirare i preziosi ricami, piccoli capolavori nati dal sapiente lavoro delle donne che si sono tramandate quest’arte nel tempo. Per me il ricamo – spiega Mariotti – è una forma di meditazione. Da piccola curiosavo nei cassetti di mia nonna e mi piaceva la bella sensazione dei tessuti tra le mani, soprattutto il lino. Poi è nata una grande passione che ho cercato di mantenere nel tempo.Ritengo – aggiunge – che sia una forma di arte che richiede dedizione concentrazione, pazienza.
Siamo molto soddisfatti di ospitare un’iniziativa che potrà avvicinare nuovi appassionati a un sapere antico, tramandato spesso tra donne di generazione in generazione, spiega l’Associazione Culturale Sabate. Un’attività che esalta i colori, la tecnica, ma anche la creatività e che costituisce un artigianato identitario e di qualità da custodire e valorizzare. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Anguillara Sabazia e si svolge nell’ambito di “Giorniverdi”, lo storico programma per promuovere le aree protette e i parchi del Lazio, seguendo il protocollo Covid.