Pesaro è la nuova Capitale italiana della Cultura
Il sindaco Ricci ha dedicato la vittoria a Kharkiv, con cui Pesaro condivide il titolo di città creativa Unesco della musica. Gesto molto bello, dimostra che la cultura unisce il mondo, ha commentato il ministro della Cultura Franceschini
Pesaro è la Capitale italiana della cultura 2024: l’ha annunciato, questa mattina, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, al Collegio Romano. Un traguardo importante perché oltre al riconoscimento comporta l’assegnazione di un premio da un milione di euro per fare, in una sola battuta, impresa e integrazione con la cultura. Pesaro ha convinto la giuria – presieduta da Silvia Calandrelli, responsabile della Direzione Cultura della RAI – con il progetto “La natura della cultura” che ha l’obiettivo di raggiungere un nuovo concetto di cultura diffusa e inclusiva.
In questa prospettiva – si legge nella motivazione – la proposta conferisce il giusto equilibrio a natura, cultura e tecnologia, tre elementi che si fondono in un contesto di azione condivisa tra pubblico e privato. Abbiamo voluto colorare il simbolo del nostro Progetto, la foglia di ginko biloba – l’unica sopravvissuta alla bomba atomica di Hiroshima, divenuta simbolo di pace, ha detto il sindaco Ricci – con i colori della bandiera Ucraina. Pesaro, infatti, fa parte del network delle città creative Unesco della musica insieme a Kharkiv, uno dei centri più importanti dell’Ucraina.
Ma com’è nato l’agognato titolo di Capitale Italiana della Cultura? La sua nascita risale all’accesa competizione che vide Matera aggiudicarsi il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019. Era il 17 ottobre 2014. L’impegno, la creatività e la passione che avevano portato le sei finaliste a costruire dei dossier di candidatura di elevata qualità progettuale convinsero il Governo a indire una selezione per individuare, dall’anno successivo, la città meritevole di questo titolo. La prima prescelta nel 2016 fu Mantova, a cui seguirono Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018 e Parma nel 2020, titolo prorogato anche nel 2021 a causa dell’emergenza pandemica. Quest’anno è Procida a detenere il titolo, mentre nel 2023 sarà il turno di Bergamo e Brescia, martoriate dal Covid.
L’obiettivo del premio è proprio quello di sostenere, incoraggiare e valorizzare l’autonoma capacità progettuale e attuativa delle città, affinché sia recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita e lo sviluppo economico. La gara fra le 10 finaliste, selezionate fra 23 candidate, è stata molto dura, anche perché tutte hanno un notevole patrimonio storico, culturale, archeologico e paesaggistico da offrire. Fra le più quotate Viareggio con i suoi capi saldi del carnevale, della nautica e della splendida dimora del maestro Puccini, perfettamente conservata com’era all’epoca, affacciata sul lago Massaciuccoli, l’Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento e Siracusa con gli splendidi tesori della Magna Grecia. Ma come ha sottolineato il ministro Franceschini essere finalisti è come essere candidati all’Oscar. E’ un titolo importante e bisogna cominciare a fregiarsi anche del titolo di finalista della Capitale italiana della cultura, ha detto.