Ortaggi e verdure, i grandi danni del gelo
di Gianluca De Angelis
L’Italia è stata colpita, durante queste ultime settimane, da una forte ondata di freddo e neve, con conseguenze drammatiche per la produzione e l’offerta di ortaggi: quest’ultima si è infatti fortemente ridotta, a causa delle gravi perdite avvenute sia nei campi all’aperto sia nelle coltivazioni in serra. Le zone più colpite si trovano soprattutto nel centro-sud Italia, ma in realtà le difficoltà riguardano tutta la penisola. Se l’inverno di quest’anno è infatti stato caratterizzato da una forte siccità al nord, il problema principale del Mezzogiorno è un gelo fuori dal comune che ha danneggiato i raccolti di verdure e ortaggi, compromettendo fortemente il ruolo di questa area, che rappresenta il principale rifornitore per i mercati nazionali ed esteri.
Tra gli alimenti che hanno visto pesantemente ridotta la produzione, si citano in particolare carciofi, finocchi, sedano, prezzemolo, cavoli, verze, cicorie e broccoli, ma le conseguenze non si sono fermate qui: il forte abbassamento delle temperature ha infatti comportato un inevitabile aumento dei costi anche per quanto riguarda, ad esempio, il riscaldamento per la produzione in serra, con un conseguente innalzamento anche del prezzo del prodotto finale.
La raccolta delle produzioni salvate dal gelo e il tentativo di salvare quelle che ancora resistono sono qui di diventati delle vere corse contro il tempo: il ricordo di un 2018 che ha provocato dei danni all’agricoltura italiana di 1,5 miliardi è infatti ancora vivido, ma c’è da dire che stravolgimenti atmosferici che potevano essere considerati delle eccezionalità si stanno riconfermando sempre di più come un cambiamento definitivo e irreversibile, contro cui ci si dovrebbe attrezzare prontamente. Le tradizionali differenze climatiche tra Nord e Sud sono ormai solo un ricordo e gli sbalzi termici, le precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo sono ormai diventate caratteristiche intrinseche degli inverni italiani.
Questo cambiamento climatico, tuttavia, non sta interessando solo l’Italia ma anche numerosi Paesi del Mediterraneo e dell’entroterra europeo, che si stanno attrezzando anch’essi per fronteggiare il cambiamento, ma che comunque stanno subendo le conseguenze di questo mutamento repentino: hanno subito molti danni, infatti, anche i raccolti di Marocco, Egitto, Turchia, Olanda e Spagna dove nella Murcia, che rifornisce tradizionalmente i mercati europei, sono stati distrutti almeno trecento ettari di carciofi, lattuga e broccoli.
Gli effetti, secondo un report di Coldiretti, sarebbero già ben visibili anche nella spesa degli italiani: alcuni prodotti latitano sugli scaffali e gli aumenti nei mercati all’ingrosso variano dal 20% in più sui prezzi delle zucchine fino ad un aumento del 30% per quanto riguarda prodotti come carciofi, cavolfiori, finocchi e lattughe. Problematica opposta sta invece colpendo le produzioni frutticole come mele, pere, kiwi o agrumi: i prezzi all’origine per i produttori, infatti, sono molto bassi, ma è necessario verificare con attenzione che, proprio per questo, non si innestino pericolose speculazioni che colpiscono produttori e consumatori.
Per ottimizzare la spesa, aiutare i produttori locali e ottimizzare la produzione, si consiglia quindi di verificare sempre l’origine nazionale dei prodotti e acquistare il più possibile alimenti che non devono subire grandi spostamenti: comprare direttamente dagli agricoltori, nei mercati o in fattoria, evitando anche la ricerca del frutto perfetto senza ammaccature o difetti estetici, potrebbe essere già un ottimo punto di partenza.