sabato, Aprile 27, 2024
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Ogm: l’Italia voterà No al Comitato d’Appello europeo

Accordo tra i ministri Lorenzin, Martina e Galletti sulla posizione da tenere il prossimo 27 marzo, quando i governi europei si pronunceranno sull’autorizzazione a livello europeo di due nuove varietà di mais ogm

Il prossimo 27 marzo i governi europei riuniti nel Comitato d’Appello si pronunceranno sull’autorizzazione a livello europeo di due nuove varietà di mais ogm, il Pioneer 1507 e il Syngenta Bt11, e sul rinnovo dell’autorizzazione del MON 810. Al voto dello scorso 27 gennaio non si era raggiunta la maggioranza assoluta necessaria per prendere una decisione definitiva sulle tre autorizzazioni.

L’appello di Green Peace

“L’agricoltura italiana e i suoi prodotti sono invidiati in tutto il mondo, l’Italia è fra i principali produttori di biologico a livello mondiale, e produce ed esporta eccellenze uniche. In un contesto del genere, se il nostro Paese dovesse votare favorevolmente alla coltivazione di Ogm in Europa, sarebbe come tirarsi la zappa sui piedi. Chiediamo ai ministri Martina, Galletti e Lorenzin di votare con un chiaro no a questi tre mais Ogm, per tutelare la nostra agricoltura e il nostro ambiente, e non fare gli interessi delle multinazionali degli Ogm. Un altro scivolone dell’Italia sarebbe un autogol insostenibile per tutta l’agricoltura europea”, afferma Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia.

La risposta del Governo

I Ministri della salute Beatrice Lorenzin, delle politiche agricole Maurizio Martina e dell’Ambiente Gian Luca Galletti hanno quindi concordato, come posizione comune, di negare l’autorizzazione a queste nuove varietà di mais. Il no quindi conferma la linea dell’Italia che ha già vietato la coltivazione degli Ogm autorizzati a livello europeo sul proprio territorio.

La decisione dell’Italia accoglie quindi le richieste di Greenpeace Italia, che aveva esplicitamente chiesto ai ministri italiani di votare no alle autorizzazioni “per tutelare la nostra agricoltura e il nostro ambiente, e non fare gli interessi delle multinazionali degli Ogm”.

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