venerdì, Settembre 19, 2025
Agricoltura

Nocciole 2025, Italia travolta dalla crisi produttiva

Il conto alla rovescia per il raccolto di nocciole 2025 si accompagna a preoccupazioni crescenti in tutta Italia. L’incognita non riguarda solo quantità e qualità dei frutti, ma anche i prezzi futuri, strettamente legati a un contesto internazionale instabile. In Turchia, primo produttore mondiale, il TMO ha alzato i prezzi d’acquisto, segnale di un raccolto inferiore agli standard storici. Nel frattempo, il Cile si prepara a superare l’Italia al secondo posto nella classifica globale con 100.000 tonnellate, mentre dalla Spagna arrivano dati deludenti e la Francia si attesta su livelli medi.

In Italia, invece, l’attesa inversione di tendenza non si è realizzata. Le principali regioni corilicole denunciano cali drammatici e chiedono il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Ancora una volta la causa principale è la cascola precoce, che ha falcidiato le rese fino al 60%. Questo fenomeno, ormai ricorrente, è attribuito a una combinazione di fattori: gelate tardive, siccità, sbalzi termici, parassiti e squilibri nutrizionali. La ricerca non ha ancora individuato tutte le concause, ma è chiaro che i cambiamenti climatici giocano un ruolo centrale.

Nel Lazio, le stime di produzione nel Viterbese si sono ridotte del 40%. Gli impianti giovani mostrano maggiore resilienza, mentre quelli più vecchi soffrono perdite fino al 100%. Oltre alla cimice asiatica, a colpire sono state gelate primaverili, caldo intenso e forti venti estivi. Assofrutti e altre organizzazioni hanno chiesto lo stato di calamità e avviato sperimentazioni con biostimolanti, che mostrano risultati incoraggianti ma ancora parziali.

Il Piemonte, culla della Tonda Gentile Trilobata, registra nuovamente raccolti dimezzati. Dopo un avvio stagionale promettente, a luglio la cascola ha ridotto del 50-60% le rese, minacciando la sopravvivenza di molte aziende. Durante il progetto “Tonda Gentile Produttiva” sono emerse forti infestazioni di cimici e recrudescenze di malattie come batteriosi, gleosporiosi e mal dello stacco. L’attenzione si sta spostando su nuove varietà come la Biglini e su selezioni americane più resistenti, mentre Agrion e le organizzazioni agricole hanno formalizzato la richiesta di calamità alla Regione.

In Campania, la Tonda di Giffoni vive una stagione sotto la media con cali stimati tra il 30 e il 40%. La qualità appare disomogenea, con frutti ben formati negli impianti meglio gestiti e raccolti gravemente compromessi altrove. Anche qui la cascola precoce ha colpito duramente, soprattutto nei suoli poveri e negli impianti più vecchi. Oltre alla cimice asiatica, si segnalano acaro giallo, oidio turco e batteriosi. Alcuni produttori sperimentano biostimolanti e nuove varietà come la Tonda Francescana, ritenuta più resiliente.

Tra incertezze e difficoltà, una certezza rimane: il comparto corilicolo italiano rischia un collasso se non arriveranno risposte concrete dalla ricerca e sostegni mirati dalle istituzioni. Le Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), il miglioramento genetico e pratiche agronomiche innovative sono indicati come strumenti cruciali per ridare futuro a una coltura che rappresenta un pilastro dell’agroalimentare italiano e del made in Italy.

Autore

  • Carlotta Maurizi

    Laureata in Lingue e attualmente studentessa magistrale in Strategie Culturali per la Cooperazione e lo Sviluppo, ha maturato vasta esperienza nella comunicazione sociale, nella gestione di siti web e canali social per enti pubblici e associazioni. Appassionata di cultura, volontariato e progetti di impatto sul territorio, specialmente nella zona del basso Lazio dove è nata e risiede.

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