giovedì, Novembre 21, 2024
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Nel delta del Danubio, l’antico equilibrio tra uomo e natura

Il Danubio, il secondo fiume più lungo d’Europa, 2850 chilometri attraverso dieci Paesi in maggioranza facenti parte della Ue, per secoli ha rappresentato la più importante via di collegamento fluviale attraverso il continente: dalla Germania, a Nord, dove ha le sue sorgenti, alla Romania, a Sud-Est, dove si getta nel Mar Nero con una gigantesca foce a delta. Un’area riconosciuta dall’Unesco, fin dal 1991, patrimonio naturale dell’Umanità, grazie all’immenso patrimonio silvicolo e faunistico che contiene.

La parte più grande ed importante del delta, all’interno dei confini della Romania, pone al Paese un problema fondamentale di gestione: quello di valorizzare l’area dal punto di vista economico e sociale, soprattutto per quanto riguarda il commercio e il turismo, senza però snaturarla, perché proprio l’aspetto della natura, la parte “green”, ne rappresenta l’elemento determinante.

La ricchezza del delta, per quel che riguarda la fauna e la flora ivi esistente, e l’importanza di preservare questo tesoro naturalistico, già all’inizio del secolo scorso avevano spinto il re Ferdinando I di Romania a stabilire qui la prima comunità scientifica allo scopo di studiare profondamente un ambiente così articolato. I risultati di queste ricerche rappresentano tuttora una valida materia di studio. Tutta l’area del delta, fino all’arrivo di Ceausescu che di fatto ha creato una sorta di libera predazione su di essa, in realtà è sempre stata una zona di osservazione e di studio di portata incredibile. Come si è detto buona parte degli studi allora effettuati vengono presi in considerazione per poter valutare gli equilibri dell’ ecosistema oggi esistente.

La stessa Commissione Europea spinge affinché quest’area possa essere maggiormente tutelata anche attraverso il coinvolgimento diretto dei gruppi economici ivi presenti e la loro presa di coscienza del concetto di responsabilità.

Fra i progetti che cercano di armonizzare l’ambiente naturale con le attività economiche umane c’è quello portato avanti, in Dobrogia, dall’associazione guidata da Ivan Patzaichin, lo storico campione rumeno di canottaggio che tra il 1968 e il 1984 per ben sette volte si è aggiudicato il podio olimpico, con 4 ori e 3 argenti: l’obiettivo, raggiunto, è stato quello di valorizzare le attività ittiche e sportive, tradizionalmente praticate nella zona del delta, strutturando un nuovo percorso naturalistico per incentivare il turismo, sfruttando anche i fondi europei destinati al settore.

Partendo da Mila 23, villaggio di pescatori sulle rive del grande fiume nelle cui acque si è allenato tanto tenacemente per ottenere i successi olimpionici, Ivan sta adesso cercando di costruire un nuovo tessuto economico per i residenti, circa 160 famiglie, che rinsaldi la comunità, solleciti il turismo e riesca ad essere contemporaneamente ecocompatibile con lo straordinario ambiente che circonda tutto il delta del Danubio.

Autori

  • Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

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