Moria api: Greenpeace contro tre pesticidi
Dopo la decisione della Commissione europea di mettere -almeno temporaneamente – al bando tre pesticidi additati come la causa principale della moria che sta investendo le api su tutti i territori in cui se ne fa uso, Greenpeace ha deciso di rafforzare questo intento e lanciare una campagna, con tanto di sito dedicato, www.salviamoleapi.org per mobilitare il web ed attivare una raccolta di firme che ne garantisca il loro definitivo divieto.
I tre pesticidi incriminati sono i neonicotinoidi Imidacloprid e Clothianidin (prodotti dall’azienda agro-chimica Bayer) e Thiamethoxan (prodotto da Syngenta), usati principalmente per la concia delle sementi di mais, del cotone, della colza, della bietola, del girasole e per i trattamenti di molte piante da frutto ed ornamentali .
La loro indiscussa efficacia nei confronti di molti insetti predatori, sia che attacchino le piante o gli animali, ne ha di fatto consentito una diffusione macroscopica in ogni settore del mondo agricolo. Tuttavia l’efficace sterminio ottenuto nei confronti di molti insetti dannosi per le colture, sembra esser stato parimenti raggiunto anche su un’altra categoria di animaletti, le api appunto, la cui funzione è insostituibile nel garantire il ciclo di impollinazione di tutto il mondo vegetale. Il problema di preservare le colture senza una loro presenza potrebbe di conseguenza diventare superfluo, con danni all’ecosistema nemmeno quantificabili.
Come era prevedibile, dopo l’annuncio della sospensione dei pesticidi imposta, non senza lunghe meditazioni, dalla Comunità europea, Agrofarma – l’associazione della Federchimica che riunisce le aziende produttrici di agrofarmaci – ha immediatamente chiesto a Bruxelles di predisporre al più presto un tavolo di discussione per rivedere la decisione, sostenendo che la causa della moria delle api è un fenomeno molto complesso , la cui origine è di tipo multifattoriale e che non ci sono effettive evidenze scientifiche che dimostrino il nesso di causa-effetto diretto fra l’impiego degli agrofarmaci e lo spopolamento degli alveari.
Nel frattempo la nuova campagna di Greenpeace, che ha già raccolto centinaia di migliaia di adesioni, mira a raggiungere il milione di firme, invitando contemporaneamente tutte le istituzioni italiane, in primis il Ministero delle politiche agricole e forestali , ma anche tutte quelle europee, a promuovere stili di coltivazione dei nostri terreni più ecosostenibili.