L’Etruria violata: tesori di storia e arte che spariscono
Il punto della situazione a Cerveteri, nella sala Ruspoli, con la testimonianza dell’esperto giornalista Fabio Isman. Quelli etruschi sono i reperti di frodo meglio pagati dal mercato. Le ultime novità. L’assessore Croci parla dell’esistenza di un terzo Sarcofago degli Sposi.
di Barbara Civinini
La leggenda urbana dell’immenso patrimonio culturale di casa nostra è vera? Un luogo comune, sempre attuale, stabilirebbe che il 60% dei beni mondiali sarebbe in possesso del nostro Paese. Si tratta, naturalmente, di una stima priva di metodo. L’equivoco, probabilmente, sarebbe sorto quando l’UNESCO stimò che il 60% dei furti di opere d’arte dichiarati nel mondo era italiano.
Una cosa è certa: la grande razzia di opere d’arte e reperti d’inestimabile valore che da sempre affligge la terra dei tirseni. Se n’è parlato proprio in questi giorni a Cerveteri – nell’ambito della festa patronale di San Michele Arcangelo – in una conferenza dedicata all‘Etruria ‘rubata’ più di tutti. Fabio Isman ha fatto il punto della situazione sui reperti di frodo provenienti dall’area ceretana e da Vulci, i meglio pagati dal mercato.
Isman dal 1970 al 2009 ha fatto parte della redazione de Il Messaggero di Roma. Si è occupato per decenni di politica, processi, terrorismo, ha seguito due guerre in Medio Oriente e l’elezione di due papi. E’ stato direttore editoriale del quotidiano on-line Artemagazine e da diversi anni s’interessa, con particolare attenzione, al tema del saccheggio dei siti archeologici italiani, raccontato anche da I predatori dell’arte perduta, pubblicato nel 2009 da Skira.
L’incontro – dice l’assessore allo Sviluppo del territorio, Croci – è stato un’occasione di dibattito sul commercio illegale dei reperti archeologici, sui capolavori rubati nel corso degli ultimi decenni, e sull’interessante storia dell’esistenza di un terzo Sarcofago degli Sposi, che da alcune immagini sarebbe ancora intatto. Per noi, prosegue, è motivo d’orgoglio ospitare nuovamente un giornalista di spicco come Isman, un punto di riferimento nelle inchieste sui furti e il commercio irregolare di opere d’arte.
Non a caso, rileva il sindaco Alessio Pascucci, fu proprio Isman, nell’indimenticabile dicembre 2014, a presenziare la conferenza per il ritorno del Cratere di Eufronio a Cerveteri, insieme al ministro Dario Franceschini e al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
L’Etruria da sempre è afflitta dal problema del saccheggio e della depredazione dei tombaroli. I numeri fatti da Isman nella sua inchiesta, I predatori dell’arte perduta, sono sconcertanti: un milione di oggetti trafugati e ricettati, 25.000 opere ritrovate e fotografate. All’epoca l’autore illustrava spietatamente le strategie e le dinamiche con cui milioni di reperti sono stati sistematicamente violati. Gli scavatori clandestini, gli intermediari e i grandi mercanti, anche se indagati, sono rimasti a piede libero. Gli oggetti trafugati noti sono enormemente di più degli oggetti ritrovati, con un rapporto circa di 40 a 1.
La situazione però sembra volgere al meglio. I sistemi di controllo e la giurisdizione, negli ultimi anni, sono cambiati e una qualche paura della pena si è innescata anche in questo mercato ad altissimo reddito e – un tempo – a bassissimo rischio.