Le “veline” del Governo ricordano quelle del Ventennio
Mario Sechi, professionista preparato e di lungo corso, è stato scelto per ristrutturare la comunicazione del governo, che in questi mesi non ha funzionato, o per “fabbricare” veline per la stampa? Conoscendo la serietà di Sechi, questa seconda ipotesi è da scartare del tutto.
Ma allora chi, nelle segrete stanze di Fratelli d’Italia, ha deciso di “nascondere” alla stampa la visita di una rappresentanza di naufraghi di Cutro e dei loro familiari a Palazzo Chigi?
Per non dare pubblicità a tanta sofferenza? Difficile, se qualcuno del Partito di Giorgia Meloni ha poi fatto arrivare una “velina” per raccontare l’incontro, un breve filmato muto di un minuto e mezzo, come ai tempi dell’Istituto Luce, immagini senza audio, un’informazione preconfezionata ad uso dei TG.
Una visita “a porte chiuse”, dalla quale sono stati esclusi i giornalisti. Eppure, i giornalisti c’erano quando sul luogo della tragedia è arrivato Mattarella. E i giornalisti ci sarebbero stati se qualcuno non avesse sconsigliato una breve visita anche del Papa per non creare problemi diplomatici con l’inquilino di Palazzo Chigi che, in missione all’estero, a Cutro in quei giorni non è andato.
Tutto è avvenuto in clandestinità, quasi si avesse il timore di dispiacere a qualche esponente dell’Esecutivo (Salvini?) che i migranti li vede come fumo negli occhi. Vestiti alla bell’e meglio dalla CRI, una delegazione di naufraghi e parenti sono stati caricati su un C130 dell’Aeronautica militare, a Ciampino sono saliti su un pullman della Polizia con i vetri oscurati e, arrivando da piazza Venezia, sono entrati a Palazzo Chigi dall’ingresso secondario, quasi a nasconderli, e subito al terzo piano per incontrare la Premier che, bontà sua, si è accorta della presenza di alcuni bambini e ha fatto arrivare dei succhi di frutta.
Si contano sulle dita di una mano – se si esclude quella di fine anno dove però c’era solo da fare annunci – le volte in cui Giorgia Meloni ha tenuto conferenze stampa e, quando l’ha fatto, è finita in un parapiglia come a Cutro al termine del Consiglio dei Ministri.
Occorre prendere atto, a sei mesi dalle elezioni, che i rapporti tra Giorgia Meloni e la stampa non sono dei migliori e c’è da sperare che l’arrivo di Mario Sechi la aiuti. Sapevamo tutti che a Palazzo Chigi sarebbe arrivata una donna, una madre, una cristiana. Non sapevamo che sarebbe arrivato uno Speedy Gonzales, almeno per quanto riguarda i rapporti con i giornalisti, che – possono piacere o meno – sono il sale della democrazia.
E che dire, a proposito di una comunicazione finora farlocca, del ritardo con il quale il Governo ha fatto arrivare in via Fani una sua corona per ricordare l’assassinio della scorta di Aldo Moro e il suo rapimento, conclusosi tragicamente dopo 55 giorni?
Alla cerimonia di commemorazione c’erano tutti: il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Francesco Rocca, amici ed esponenti della Democrazia Cristiana, rappresentanti della Camera e del Senato. Mancava solo la corona della Presidenza del Consiglio quando, alle 12.20, è arrivato un camioncino con l’omaggio del Governo. La cerimonia era però da tempo iniziata.
Evidentemente tra i collaboratori del Presidente c’è un po’ di confusione. Quando Fratelli d’Italia ha stravinto le elezioni nessuno ha messo in dubbio le capacità di Giorgia Meloni. Ci si interrogava se il Partito, e i suoi esponenti, fossero preparati….
Un commento? Meno male che Sechi c’è! Disfunzioni di questo genere non ne avremo più. Almeno si spera.