venerdì, Maggio 17, 2024
Attualità

L’alimentare è stato l’unico settore in crescita nel 2016

Secondo le analisi della Coldiretti sui dati Istat quest’anno si è avuto un rialzo del 3,4 per cento, in controtendenza rispetto al dato generale del fatturato industriale. Buone speranze per gli acquisti durante il periodo natalizio, soprattutto per l’export

Secondo i dati Istat, consultati e messi a paragone a quelli dello scorso anno dalla Coldiretti, a spingere il fatturato industriale è il settore alimentare che fa registrare il maggiore tasso di crescita con un balzo record del 3,4%, in controtendenza al dato generale, che fa ben sperare per le festività di Natale con le spese a tavola che rappresentano la principale componente del budget delle famiglie. “A sostenere la crescita – sottolinea la Coldiretti – è infatti l’andamento della domanda sia in Italia che all’estero. L’agroalimentare rappresenta la voce più pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, con una spesa complessiva di 4,4 miliardi di euro, il 2% in più dello scorso anno”.

La Coldiretti certifica che lo spumante si conferma come il prodotto immancabile delle feste per quasi nove italiani su dieci (89%), a pari merito con la frutta locale di stagione, seguito a ruota dalle lenticchie (88%). Il panettone batte di misura il pandoro nelle preferenze degli italiani.

Si abbandonano invece le mode esterofile del passato con solo il 9% di italiani che si permetteranno le ostriche, l’11% lo champagne e il 56% il salmone.

Il Made in Italy registra poi un record storico nell’alimentare anche sulle tavole delle festività di tutto il mondo con l’export di vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi ma anche caviale, che solo per il periodo di Natale raggiunge i 3,2 miliardi di euro, in aumento del 3%, sulla base delle proiezioni relative al mese di dicembre 2016 su dati commercio estero dell’Istat.

“La spesa alimentare – spiega la Coldiretti – è uno speciale indicatore dello stato dell’economia nazionale poiché si tratta della principale voce del budget delle famiglie italiane dopo l’abitazione. Il cambiamento deve ora trasferirsi alle imprese agricole con una adeguata remunerazione dei prodotti che in molti casi sono al di sotto dei costi di produzione”.

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