sabato, Maggio 18, 2024
Agroalimentare

La reputazione sui social fondamentale per l’agroalimentare italiano

Molte aziende del Food faticano ad avere all’estero la stessa credibilità che hanno in Italia. Se ne è discusso alla Luiss di Roma in un convegno dedicato a questa questione, insieme agli strumenti e alle tecniche per migliorare il rapporto di fiducia con il cliente

Comunicazione diretta, piattaforme aggregatrici online, blogger, influencer, testate giornalistiche, ads pubblicitari, fake news, un mare di informazioni che circola costantemente in rete e che finisce  per interessare  direttamente o indirettamente tantissime imprese, tutti elementi potenzialmente capaci di incidere in maniera determinante sulla propria reputazione aziendale.

Dell’intersezione di tutte queste variabili si è discusso a Roma, presso la LUISS nel seminario organizzato da Agronetwork (l’associazione per i progetti legati all’agroindustria costituita da Confagricoltura, Nomisma e Università LUISS Guido Carli) sul tema: “Web reputation: gestione della reputazione aziendale nell’agroalimentare” che ha proposto un quadro di riferimento normativo e analitico relativo al monitoraggio web e al social listening sul tema della disinformazione e circolazione in rete di false notizie nel settore agroalimentare.

Nel corso del dibattito ci si è concentrati sulla difficoltà di molte aziende nazionali ad esportare sui mercati internazionali la stessa reputazione di cui godono in patria.  Le analisi di settore mostrano infatti che soltanto un’azienda su dieci ha una reputazione all’estero più alta rispetto a quella detenuta in patria e solo una su due si dichiara in grado di governare i processi che invece la implementerebbero.

“L’obiettivo principale di Agronetwork  – ha sottolineato la presidente dell’associazione Luisa Todini – è il rilancio della competitività dell’agroalimentare attraverso l’approfondimento della progettualità di filiera, la creazione di reti, la realizzazione di iniziative, fiere, eventi e manifestazioni per la valorizzazione del Made in Italy  anche su scala internazionale.”

Fra le principali questioni affrontate nel corso del seminario ovviamente lo scenario e le dinamiche del mondo web per la ‘reputation’, con particolare riferimento alle aziende dell’agroalimentare, insieme  a strategie per il webmarketing e all’analisi di quelle azioni di difesa online da approntare in caso di crisi.

“I social media stanno cambiando il mondo – ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – e il sistema agroalimentare è particolarmente vulnerabile. Le nostre aziende devono imparare a gestire il web senza spaventarsi per la sua modernità e complessità”, sottolineando insieme come una buon utilizzo di questi strumenti da parte degli imprenditori possa anche contribuire ad una maggiore trasparenza nei confronti del consumatore che premierà automaticamente quei brand e quei prodotti che meglio avranno saputo instaurare con lui un rapporto di stima e credibilità.

Cristiana Persia

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