La FAO, l’ILO e il Vaticano celebrano la Giornata Mondiale della Pesca 2019
Sottolineata l’esigenza di garantire la sicurezza dei pescatori e la gestione sostenibile delle risorse acquatiche mondiali
“Il settore della pesca sta dando un contributo sempre più importante alla sicurezza alimentare e ai mezzi di sussistenza, tuttavia si deve fare di più per migliorare le condizioni di lavoro, che sono tuttora pericolose per molte persone”, ha affermato oggi Maria Helena Semedo, Vicedirettore Generale della FAO per il clima e le risorse naturali.
Semedo è intervenuta a un evento speciale per la Giornata Mondiale della Pesca 2019 di Roma, organizzato congiuntamente dalla FAO, dal Vaticano e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). L’evento ha avuto luogo al termine del Simposio internazionale sulla Sostenibilità della Pesca, organizzato questa settimana dalla FAO.
La FAO lavora in stretto contatto con governi, partner internazionali e operatori del settore per contrastare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e garantire la tutela dei diritti dei pescatori.
“Quattro pescatori muoiono ogni ora per incidenti sul lavoro: non solo uomini, ma anche donne”, ha detto Semedo. “Nei settori della pesca e dell’acquacoltura aumentano i casi di violazione dei diritti umani e di pratiche inammissibili nelle diverse fasi della catena del valore”.
All’evento, incentrato sulla promozione della responsabilità sociale lungo la catena del valore della pesca, ha inoltre partecipato Monsignor Bruno Marie Duffé, Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede.
Duffé ha detto che Papa Francesco, nella sua Enciclica “Laudato si’”, ha parlato della necessità di un approccio più integrale all’ecologia e la Santa Sede ha fatto appello ai governi e alle autorità marittime, invitandoli a una maggiore sinergia per tutelare i diritti umani e la responsabilità sociale nel settore della pesca.
“È necessario essere particolarmente vigili sulle situazioni di estrema vulnerabilità, criminalità e povertà”, ha aggiunto Duffé.
La pesca marina e nelle acque interne è fondamentale per l’alimentazione e la nutrizione. Tuttavia circa il 33% degli stock marini viene sfruttato a livelli biologicamente non sostenibili, il triplo rispetto a 40 anni fa. Entro il 2025 è previsto un incremento della domanda del 20%, di pari passo con l’aumento della popolazione mondiale. A livello globale, più di una persona su dieci dipende dalla pesca per guadagnarsi da vivere e nutrire le proprie famiglie.
Semedo ha affermato che la FAO riconosce gli evidenti legami tra la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e i timori per la sicurezza in mare, richiedendo interventi più concreti per promuovere la sostenibilità e la sicurezza degli operatori della pesca.
La FAO ha realizzato una serie di strumenti internazionali, concepiti per promuovere il dialogo, le strategie politiche e gli interventi mirati alla gestione sostenibile della pesca, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
La FAO sta inoltre collaborando con la Santa Sede e l’ILO su documenti di orientamento a supporto della sostenibilità sociale attraverso la catena del valore, dal momento del raccolto alle fasi di produzione e lavorazione.
All’evento odierno è intervenuta anche la segretaria generale della Uila Pesca Enrica Mammuccari. Tre i punti principali indicati dalla Uila Pesca per garantire la sostenibilità del settore a livello mondiale e accrescere la responsabilità sociale lungo l’intera filiera.
“Occorre, innanzitutto, spingere le istituzioni nazionali a ratificare e applicare la Convenzione ILO C 188 sul lavoro e l’accordo FAO sugli stati porto in materia di pesca illegale INN e a far sì che ci possa essere un controllo congiunto, da parte delle autorità nazionali, sul rispetto di questi due strumenti internazionali” ha detto Mammucari.
“È poi importante recuperare la figura del pescatore e l’importanza della sua funzione sociale per renderlo protagonista di uno sviluppo realmente sostenibile del settore, soprattutto coinvolgendolo direttamente nei processi decisionali delle misure di gestione delle risorse, valorizzando le loro tradizionali conoscenze a vantaggio della tutela ambientale. È fondamentale, inoltre, sviluppare la contrattazione collettiva, promuovere e sostenere l’aggregazione dei pescatori e la loro sindacalizzazione. Come è necessario, in tema di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, promuovere anche a livello internazionale il riconoscimento del carattere usurante della pesca, una delle attività più pericolose e faticose al mondo” ha aggiunto Mammucari.
“Infine, è necessario sensibilizzare i consumatori sull’origine dei prodotti, in particolare sulla esistenza o assenza di sfruttamento del lavoro nei diversi segmenti della filiera, anche attraverso la promozione di marchi etici che consentano ai consumatori di riconoscere e poter scegliere prodotti che garantiscano il rispetto del lavoro oltre che dell’ambiente da parte dei produttori. Questo anche per favorire la responsabilità sociale delle imprese e la loro competizione leale sui mercati” ha concluso Mammucari