venerdì, Settembre 12, 2025
Attualità

Incendio sul Vesuvio: devastazione ambientale, ma salve vigne e colture simbolo del territorio

L’incendio che dall’8 agosto 2025 ha devastato il Vesuvio ha lasciato dietro di sé un bilancio complesso: da un lato, la distruzione di centinaia di ettari di vegetazione e un grave danno all’ecosistema del Parco Nazionale; dall’altro, la parziale salvaguardia delle colture agricole e dei vigneti che costituiscono un patrimonio unico per il territorio.

Secondo le stime preliminari, le fiamme hanno distrutto tra gli 800 e i 1.000 ettari di bosco e macchia mediterranea. Particolarmente colpite sono state le pinete, le formazioni di leccio e le aree di Monte Somma e Terzigno, con conseguenze pesanti sulla biodiversità: la perdita di habitat naturali minaccia numerose specie animali e vegetali, mentre il rischio di desertificazione e di diffusione di specie invasive, come la robinia, si fa concreto. Alcune zone già colpite nel 2017, come il “Piazzale della legalità” e parti della riserva Tirone, hanno subito una nuova distruzione, riducendo drasticamente la possibilità di recupero spontaneo delle foreste.

Nonostante la drammaticità della situazione ambientale, c’è stato un sospiro di sollievo per il comparto agricolo. L’assessore all’Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, ha confermato che solo l’1% dei 260 ettari di vigneti del Lacryma Christi è stato colpito dalle fiamme, grazie al pronto intervento delle squadre antincendio. Anche il Consorzio dei Vini del Vesuvio e quello del Pomodorino del Piennolo Dop hanno sottolineato come le produzioni agricole siano state in gran parte risparmiate. Una notizia accolta con sollievo dagli operatori del settore, che temevano la perdita di un patrimonio enogastronomico e paesaggistico unico al mondo.

Lo spegnimento dei roghi è stato possibile grazie al massiccio impiego di mezzi e uomini: sei Canadair, quattro elicotteri, l’Esercito con mezzi pesanti per la creazione di linee tagliafuoco e oltre cento operatori via terra. Il ruolo decisivo della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e dei volontari ha permesso di circoscrivere le fiamme e dichiarare la fine dell’emergenza dopo oltre cinque giorni di lotta. Tuttavia, il monitoraggio resta attivo poiché il rischio di riattivazione di focolai è elevato.

Ora l’attenzione si sposta sul futuro. Le priorità sono due: monitoraggio e bonifica. Il terreno, privo della copertura vegetale, è più vulnerabile al dissesto idrogeologico e necessita di interventi mirati. Secondo gli esperti, sarà fondamentale puntare non tanto a una riforestazione artificiale, quanto a processi di rinaturalizzazione che accompagnino la ripresa spontanea del bosco. Parallelamente, la Regione Campania ha annunciato la creazione di una cabina di regia per coordinare azioni di ripristino e prevenzione: dal monitoraggio delle aree percorse dal fuoco alla creazione di fasce parafuoco, fino a misure di sostegno per le aziende agricole danneggiate.

L’incendio del Vesuvio rilancia con forza il tema della prevenzione. La continuità del combustibile, l’abbandono di rifiuti e comportamenti incauti sono fattori che possono trasformare un piccolo innesco in un disastro ambientale. Come sottolinea l’Associazione Primaurora, è indispensabile un coinvolgimento attivo della cittadinanza: sensibilizzare e formare le comunità locali significa renderle protagoniste della difesa del loro territorio.

Il Vesuvio è un simbolo identitario per la Campania e per l’Italia intera, un patrimonio naturale, agricolo e culturale di valore inestimabile. Proteggerlo e ricostruirlo dopo questa tragedia è una sfida che richiede coordinamento istituzionale, responsabilità collettiva e un impegno di lungo periodo.

Autore

  • Carlotta Maurizi

    Laureata in Lingue e attualmente studentessa magistrale in Strategie Culturali per la Cooperazione e lo Sviluppo, ha maturato vasta esperienza nella comunicazione sociale, nella gestione di siti web e canali social per enti pubblici e associazioni. Appassionata di cultura, volontariato e progetti di impatto sul territorio, specialmente nella zona del basso Lazio dove è nata e risiede.

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