giovedì, Novembre 21, 2024
Agricoltura

Il mondo contadino com’era

Lo racconta Raffaele Schettino nella sua opera prima, che ha anche interpretato e prodotto con la Grauco cinema srl. Tratto da una storia vera è stato adattato da Daniele Trovato. Il film è stato premiato alla 49 edizione del Worldfest di Houston-Texas e al Rome Web Awards.

 

Una scena del matrimonio  (Fonte: sito ufficiale del film) 

di Barbara Civinini

Il mondo di oggi come ha potuto dimenticare lo stare insieme, con tutti i suoi rituali, che porta alla vera “magia” della società? E questo bisogno di base è recuperabile? Raffaele Schettino ha cercato di dare una risposta a queste domande con la sua opera prima, Il mondo magico. Liberamente ispirato a una storia vera, riporta sul grande schermo in chiave demartiniana gli arcani di quel mondo rurale sparito, che sono stati tramandati attraverso la tradizione orale e la semplice ritualità dei gesti quotidiani. Sullo sfondo del film ci sono i fatti della Seconda Guerra Mondiale, prima e dopo l’armistizio, inclusi quelli dei piccoli comuni dell’Irpinia, dimenticati dalla memoria collettiva. Gianni, disertore della campagna di Russia – interpretato dallo stesso regista – pagherà un pegno oscuro al suo amore di fuggiasco, alla vendicativa Teresa (C. Travisonni), quando, ritornato a casa, nella sua Frigento, ritroverà la fidanzata Tina (A.Tavarone). Fanno da sfondo, divenendo la vera essenza del film, i riti del mondo di campagna, dalla maledizione alle formule magiche, dalla figura della “masca” alla “mammasanta”, con i canti e le musiche delle tradizioni regionali, dalla Campania alla Lombardia, passando per l’Umbria.

La locandina (Fonte: sito ufficiale del film)

Gli attori del film, eccetto il protagonista, sono tutte persone dei luoghi, dove è stato girato il film. La scelta ricorda, da lontano, La terra trema, il film di Visconti, ispirato al capolavoro di Verga, I Malavoglia, tutto girato con gli abitanti di Aci Trezza. Gianni, che ignora il mondo magico, alla fine della storia ne rimane vittima e forse rappresenta l’uomo nuovo, quello moderno. L’alternativa fra “magia” e “razionalità”, scriveva più di mezzo secolo fa il noto antropologo e storico delle religioni De Martino, “è uno dei grandi temi da cui è nata la civiltà moderna” e Schettino con la sua opera prima non descrive soltanto il fascino del suo piccolo mondo contadino del sud – i suoi genitori sono di origine irpina – ma anche il difficile incontro con il mondo moderno della fabbrica, a Terni, sullo sfondo di un’Italia che è appena uscita dalla guerra. Siamo nei primi anni 50. Molte scene sono state girate all’interno di musei, come quello etnografico “Beniamino Tartaglia” di Aquilonia e quello delle antichità di Bonito, nell’avellinese campano, utilizzati come scenografia naturale. Questo piccolo mondo che non c’è più è raccontato dai canti della Banda della Posta di Vinicio Capossela, che dipinge i costumi della bassa (Frigento) e dell’alta Irpinia (Calitri, Cairano, Aquilonia). Alla realizzazione del film hanno contribuito l’archivio dell’antropologo ed etnomusicologo Valentino Paparelli e l’associazione culturale ‘Buonacquisto insieme’. Schettino laureato in Economia politica a La Sapienza di Roma, ha frequentato l’Odin Teatret e la scuola di musica del Testaccio a Roma. Ha lavorato in teatro con grandi maestri come Dario Fo e Franca Rame e Jean Paul Denizon, l’assistente storico di Peter Brook.

 

Autore

  • Giornalista Pubblicista, esperta in tecniche sociali dell’Informazione, redattrice dell’Editrice cooperativa “Il Ventaglio”, addetta stampa delle cooperative pesca della Lega (ANCP), redattrice esterna della pagina agricola de “La Voce Repubblicana”, addetta alle Pari Opportunità del Gruppo di Specializzazione agroalimentare della FNSI, divenuto UNARGA, poi consigliere dell’ARGA Lazio, è stata direttrice responsabile della testata del Gruppo Archeologico di Volontari del territorio Cerite, “L’Aruspice”, per più di dieci anni. Dal 2001 è stata funzionario del Comune di Roma, per il quale ha ottenuto l’European Computer Driving Licence (ECD), e nel 2006 è stata nominata membro supplente per l’Amministrazione comunale della Commissione Pari Opportunità. Oggi in pensione anticipata, continua a coltivare la sua passione per il giornalismo e la scrittura come figlia d’arte. Suo padre, Sergio Civinini, noto giornalista dell’agroalimentare, scomparso prematuramente, è stato per innumerevoli anni vicepresidente dell’allora Associazione Stampa Agricola, Gruppo di Specializzazione della FNSI, oggi UNARGA.

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